Progetti di ricerca UE: piano per agevolarne la partecipazione
La Commissione europea ha presentato un piano volto a ridurre al minimo gli oneri amministrativi nei programmi di ricerca finanziati dall’UE, in modo da rendere più semplice e trasparente la partecipazione per i ricercatori e le imprese innovatrici in Europa e nel mondo. A tal fine, la Commissione ha incaricato un gruppo di esperti indipendenti di esaminare tutti gli aspetti del Settimo Programma Quadro (FP7) attualmente in vigore.
Il Commissario per il bilancio Janusz Lewandowski ha evidenziato che: “La revisione del regolamento finanziario, che la Commissione presenterà il prossimo mese, sosterrà queste idee di semplificazione dei finanziamenti per la ricerca con proposte giuridiche concrete, che si riveleranno utili anche in molti altri settori strategici. C’è bisogno di una normativa più semplice per incoraggiare i potenziali beneficiari dei fondi UE – quali le piccole e medie imprese e le ONG - a farne richiesta. Grazie a questa semplificazione, il bilancio dell’UE servirà con maggiore efficacia i cittadini e le imprese.”
L'azione di semplificazione avviata dalla Commissione europea prevede modifiche:
- nell’ambito del quadro giuridico e normativo attualmente in vigore, con l'obiettivo di rendere i sistemi informatici più efficienti, consentire un’applicazione più coerente delle norme, in particolare per quanto riguarda il controllo contabile, e di migliorare la struttura e il contenuto degli “inviti a presentare proposte”, in risposta ai quali le organizzazioni di ricerca presentano domande di finanziamento.
- alle norme finanziarie esistenti, ad esempio ampliando l’utilizzo dei “metodi di calcolo dei costi medi”, grazie ai quali si evita nell’ambito dei progetti, di dover meticolosamente effettuare una contabilizzazione separata per ogni voce di spesa, anche di piccola entità. A tal proposito, la Commissione intende permettere che nei progetti vengano utilizzati per i fondi UE gli stessi metodi contabili richiesti per i finanziamenti di ricerca nazionali. Queste proposte richiedono una decisione del Parlamento europeo e del Consiglio.
- nell’attuazione nei futuri programmi quadro di ricerca: fra le possibilità prospettate figura un orientamento verso “pagamenti in funzione dei risultati”, secondo il quale i beneficiari, invece di notificare le singole voci di spesa, riceverebbero somme forfettarie per svolgere determinati compiti scientifici e dovrebbero dimostrare di averli svolti in maniera efficace ed efficiente.
Il gruppo di esperti indipendenti, incaricato di effettuare valutazione del Settimo Programma Quadro, è presieduto da Rolf Annerberg, direttore generale del Consiglio svedese di ricerca per l’ambiente, le scienze agricole e la pianificazione territoriale (Formas). Il mandato del gruppo comprende un ampio spettro di questioni inerenti alla concezione, all’attuazione e all’impatto delle attività previste dal programma attuale.
Il 7° PQ ha esercitato una notevole attrattiva sulla comunità dei ricercatori: dal 2007 sono pervenute 33.000 proposte e sono stati finanziati poco meno di 7.000 progetti; quasi tutte le università europee vi partecipano.
Numerose misure concrete di semplificazione delle procedure sono già state adottate, sia in fase di elaborazione del 7° PQ sia dalla sua attuazione:
- è stato introdotto un nuovo fondo di garanzia e un sistema unico di iscrizione, grazie al quale le organizzazioni che presentano domanda di finanziamento per diversi progetti nel corso di più anni devono inserire i loro dati una sola volta;
- su dieci partecipanti al 7° PQ, otto sono ora esonerati dalle verifiche della capacità finanziaria ex-ante e tre su quattro partecipanti non devono più presentare i certificati relativi ai rendiconti finanziari necessari per le richieste periodiche di rimborso spese.
Il gruppo di esperti presenterà una relazione a riguardo in autunno.