Aiuti di Stato: Commissione Ue, nuove regole per l'audiovisivo
La Commissione europea ha approvato una nuova comunicazione sugli aiuti di Stato alle opere cinematografiche e audiovisive. Tra le novità il sostegno a tutta la filiera.
Il documento, che modifica la comunicazione del 2001, amplia gli aiuti di Stato a favore delle opere cinematografiche e di altre opere audiovisive, che saranno sostenute dalla fase di ideazione fino alla distribuzione nelle sale cinematografiche europee. Obiettivo delle nuove linee guida è favorire la vitalità del settore cinematografico ed audiovisivo europeo, sia dal punto di vista delle diversità culturale che della crescita economica.
Secondo le stime della Commissione, infatti, ogni anno gli Stati membri stanziano a sostegno del cinema circa 3 miliardi di euro - tra sovvenzioni e prestiti agevolati (circa 2 miliardi di euro) e incentivi fiscali (circa 1 miliardo di euro) - l'80% dei quali è destinato alla produzione cinematografica.
Grazie a questi aiuti nel 2012 l'industria cinematografica europea ha prodotto 1299 lungometraggi a fronte degli 817 prodotti negli Stati Uniti (2011) e dei 1255 prodotti in India (2011). “Il cinema costituisce una componente essenziale della cultura e dell’identità europea”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Joaquín Almunia nel corso della conferenza stampa a Bruxelles, sottolineando la necessità di sostenere il settore.
La nuova comunicazione definisce un quadro più favorevole per il settore cinematografico ed audiovisivo, ha proseguito Almunia, tenendo conto di due principi fondamentali: sussidiarietà e territorialità.
Il principio di sussidiarietà prevede che siano gli Stati membri ad adeguarsi alle nuove linee guida, tenendo conto delle specificità nazionali. Secondo Almunia la maggior parte degli Stati Ue non avrà difficoltà nel rispettare la comunicazione, ad eccezione dei Paesi con problemi di bilancio. Attualmente in Europa esistono 600 regimi di aiuto per il settore cinematografico ed audiovisivo, a livello nazionale, regionale e locale.
Il principio di territorialità, invece, prevede l'obbligo (obbligo territoriale), imposto dalle autorità che concedono l'aiuto ai produttori cinematografici, di effettuare le spese corrispondenti ad una determinata percentuale del bilancio di produzione in un determinato territorio.
Gli Stati membri concedono generalmente gli aiuti a favore della produzione cinematografica secondo uno di questi meccanismi:
- sotto forma di sovvenzioni dirette;
- come percentuale delle spese di produzione nello Stato membro che concede l'aiuto (ad esempio, incentivi fiscali).
Nel caso di aiuti concessi sotto forma di sovvenzioni, l'obbligo territoriale massimo è limitato al 160% dell'importo dell'aiuto. Nel caso degli aiuti concessi come percentuale delle spese di produzione nello Stato membro che concede l'aiuto, il limite massimo di territorializzazione delle spese è pari all'80% del bilancio di produzione.
Indipendentemente dal meccanismo adottato, gli Sati membri potranno esigere che almeno il 50% della produzione venga svolto sul proprio territorio come condizione per beneficiare degli aiuti.
Nella comunicazione la Commissione, ha ricordato Almunia, viene posta particolare enfasi sulle produzioni transfrontaliere, per cui si ritiene necessario lo stanziamento di un'intensità di aiuto più alta. In merito al patrimonio cinematografico, la Commissione ha invitato gli Stati membri ad incoraggiare i produttori a depositare una copia delle opere sovvenzionate presso l'istituzione responsabile per il patrimonio cinematografico designata dall'organismo di finanziamento.
Spetterà ora agli Stati membri mettersi in linea con le nuove indicazioni della Commissione, definendo in primis le produzioni culturali che rientrano nel settore audiovisivo e cinematografico.
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