Nel Recovery Plan 8 miliardi e mezzo per la mobilità sostenibile
Dalle infrastrutture di ricarica elettrica al rinnovo delle flotte passando per bici e startup. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede diversi progetti di investimento nella mobilità sostenibile. Eccoli nel dettaglio.
Cosa prevede il Recovery Plan di Draghi: risorse, mission, progetti e riforme
Nell’ambito della seconda componente della Missione 2, la misura “Sviluppare un trasporto locale più sostenibile” può contare su 8 miliardi e mezzo, per la precisione 8,58 miliardi, articolati in diversi progetti di investimento:
- 600 milioni per il rafforzamento mobilità ciclistica
- 3,6 miliardi per lo sviluppo trasporto rapido di massa
- 740 milioni per le infrastrutture di ricarica elettrica
- 3,64 miliardi per il rinnovo delle flotte di bus e per i treni verdi
Investimenti cui si affianca un progetto di riforma per rendere più rapide le procedure di valutazione dei progetti nel settore dei sistemi di trasporto pubblico locale.
E la mobilità sostenibile torna anche in un’altra misura della stessa componente, dedicata a “Sviluppare una leadership internazionale, industriale e di ricerca e sviluppo nelle principali filiere della transizione”. I progetti nel dettaglio.
Più di 1.700 chilometri di piste ciclabili in città e non solo
Il primo progetto di investimento riguarda la “regina” della mobilità sostenibile, la bicicletta, che nel corso degli ultimi anni ha registrato una crescita di fruitori: i ciclisti sono infatti aumentati del 40% in pochi anni (dal 2013 al 2018) e l’emergenza Covid-19 ha fatto impennare ulteriormente questo numero, con un aumento del 20% rispetto al 2019. Il mezzo di trasporto che non inquina rappresenta anche una fonte di indotto economico importante, dal valore di 7,6 miliardi ogni anno.
L’intervento previsto dal Piano cerca di facilitare e promuovere ulteriormente la crescita del settore realizzando o prevedendo la manutenzione delle reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, sia con scopi turistici o ricreativi, sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità, garantendo la sicurezza. Nello specifico, la misura prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche.
Il 50% delle risorse saranno destinate alle Regioni del Sud.
240 km di rete per metro, tram, filovie e funivie
Il secondo progetto di investimento cerca di affrontare una grave carenza italiana, vale a dire la preferenza accordata all’auto rispetto ai mezzi di trasporto di massa. Nel 2019, su 36 milioni di persone over 18, almeno 2 su 3 hanno usato ogni giorno l’auto. L’utilizzo delle auto private sul totale dei viaggi supera il 60%, mentre l’utilizzo di sistemi pubblici di trasporto è solo del 10% circa.
L’investimento previsto dal Recovery Plan vorrebbe aumentare di un ulteriore 10% il traffico tramite trasporto pubblico. Per questo si prevede la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane.
Infrastrutture per accelerare l’utilizzo di veicoli elettrici
Lo sviluppo di mobilità elettrica rappresenta una grande opportunità di decarbonizzazione del settore, ma ad oggi è estremamente limitata ed incide per lo 0,1% sul totale dei veicoli. Per raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione occorre realizzare un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici al 2030, per i quali si stima siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici.
L’investimento si pone di appunto l’obiettivo di costruire le infrastrutture abilitanti per promuovere lo sviluppo di mobilità sostenibile e accelerare la transizione del modello tradizionale di stazioni di rifornimento basate su carburante verso punti di rifornimento per veicoli elettrici. Al fine di permettere la realizzazione di tali obiettivi, l’intervento è finalizzato allo sviluppo di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani, oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.
Nuovi bus e treni verdi
Tre gli interventi previsti dal progetto di investimento più corposo sotto il profilo economico tra quelli previsti nel PNRR per la mobilità sostenibile (3,64 miliardi):
- Rinnovo della flotta autobus con mezzi a basso impatto ambientale: si tratta di attuare pienamente il Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile e prevedere il progressivo rinnovo degli autobus per il TPL, oltre alla realizzazione di infrastrutture di ricarica dedicate. In particolare, è previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni. Circa un terzo delle risorse sono destinate alle principali città italiane;
- Rinnovo flotta treni per trasporto regionale e intercity con mezzi a propulsione alternativa: si tratta sostanzialmente di svecchiare il parco rotabile regionale tramite l'acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno. Nel dettaglio si prevede l’acquisto di 53 treni per sostituirne altrettanti entro il 2026, e 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici;
- Rinnovo del parco veicoli dei Vigili del Fuoco: nello specifico si prevede l’introduzione di circa 3.600 veicoli elettrici e veicoli alimentati a gas per i servizi istituzionali e l’introduzione di 200 nuovi mezzi con alimentazione ibrida elettrico-endotermica negli aeroporti.
Non solo investimenti: procedure più rapide per il trasporto pubblico
Parallelamente ai progetti di investimento, il PNRR prevede una riforma per accelerare le tempistiche di realizzazione degli interventi e per semplificare le procedure di valutazione di progetti nel trasporto pubblico locale e trasporto rapido di massa. Si tratta, sostanzialmente, di razionalizzare le responsabilità ed eliminare le duplicazioni di competenze nell’ambito della valutazione dei progetti all'interno della stessa amministrazione.
I fondi non bastano, serve una riforma del trasporto pubblico locale
Batterie, idrogeno, bus elettrici e startup per una mobilità sostenibile
Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza 2 miliardi sono espressamente dedicati a sviluppare una leadership internazionale, industriale e di ricerca e sviluppo nelle principali filiere della transizione.
Nel dettaglio, si prevedono investimenti nelle rinnovabili e nel settore storage, quest’ultimo indispensabile per una diffusione capillare della mobilità elettrica. L’intervento è finalizzato a potenziare le filiere in Italia nei settori fotovoltaico, eolico, batterie per il settore dei trasporti e per il settore elettrico con il conseguente sviluppo di nuovi posti di lavoro; investimenti in infrastrutture industriali high-tech e automazione, R&D, brevetti e innovazione; capitale umano, con nuove capacità e competenze.
300 milioni saranno dedicati al graduale rimpiazzo di autobus e mezzi di trasporto pubblici con nuovi veicoli meno inquinanti, in particolare veicoli elettrici attraverso un intervento finalizzato a una trasformazione tecnologica della filiera legata alla produzione di autobus in Italia, con l’intento di espandere la capacità produttiva e migliorare l’impatto ambientale.
Tutti questi investimenti non possono chiaramente prescindere da un’importante componente innovativa, per questo nell’ambito della missione 2 del PNRR è previsto un investimento specifico di 250 milioni per supportare le start-up e il venture capital attivi nella transizione ecologica. Si tratta sostanzialmente di incoraggiare e stimolare la crescita di un ecosistema innovativo, con focus particolare sui settori della transizione verde (come rinnovabili, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare, batterie), tramite investimenti di venture capital diretti e indiretti.
Si prevede nel dettaglio l’introduzione di un fondo dedicato (“Green Transition Fund”, GTF) con strategia di investimento focalizzata sui settori specifici e a copertura delle diverse fasi di sviluppo, con investimenti nei fondi più rilevanti di Venture Capital con focus green, in startups e incubatori/programmi di accelerazione, affiancando i più rilevanti VC managers e operatori del sistema.