Cosa (non) c'è nel Recovery plan per le startup?
Dai fondi scarsi alle riforme assenti, il Piano nazionale di ripresa e resilienza si rivela particolarmente carente sul tema startup. Nelle oltre 250 pagine, infatti, l'argomento viene toccato sporadicamente e in poche righe, senza far cenno a strategie o competenze centrali.
Cosa prevede il Recovery Plan di Draghi: risorse, mission, progetti e riforme
C’è circa un miliardo di euro nel Recovery plan italiano destinato alle startup. Una cifra deludente se si considera che queste risorse dovrebbero avere come obiettivo quello di costruire l’economia del futuro, con focus particolare sui giovani e sull’andare incontro alle sfide di domani.
Leggendo il PNRR e analizzandolo nel complesso, risultano evidenti solo tre voci chiave nelle quali viene effettivamente quantificato uno sforzo economico rivolto a queste realtà imprenditoriali.
Startup e Patrimonio culturale per la prossima generazione
Nell’investimento 1.1, della componente 3.1 inserita nella Missione 1, viene stabilito un budget di 500 milioni per la digitalizzazione di quanto custodito in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura, così da consentire a cittadini e operatori di settore di esplorare nuove forme di fruizione del patrimonio culturale e di avere un più semplice ed efficace rapporto con la pubblica amministrazione.
In questo contesto, inoltre, sarà sostenuta la creazione di nuovi contenuti culturali e lo sviluppo di servizi digitali ad alto valore aggiunto da parte di imprese culturali/creative e start-up innovative, con l’obiettivo finale di stimolare un’economia basata sulla circolazione della conoscenza.
Questa misura, nonostante fissi una precisa dotazione di intervento, resta totalmente vaga sia sui beneficiari interessati - indicando genericamente "imprese culturali e creative e startup innovative" - e non definisce affatto se si intenda utilizzare il Venture Capital o bandi tradizionali, o ancora se ci sia un numero di operazioni e di fasi di sviluppo.
Per approfondire: Recovery fund: i fondi europei per cultura e turismo
Venture Capital e Green Transition Fund
La Missione 2, precisamente nella componente 2.5, prevede l'investimento 5.4 per l’introduzione del Green Transition Fund (GTF): un fondo con strategia di investimento focalizzata sui settori specifici della transizione verde e a copertura delle diverse fasi di sviluppo.
Questo progetto prevede, quindi, la costituzione di un fondo che investa direttamente in startup, ma anche indirettamente in fondi di Venture Capital e programmi di accelerazione nell’ambito della transizione ecologica. La quota di investimento assegnata è di 250 milioni di euro, una dotazione sottodimensionata rispetto agli obiettivi se si considera che la misura prevede l'intervento nelle diverse fasi di sviluppo dell'idea di business.
Implementare il Fondo Nazionale Innovazione
Infine, nella Missione 4, precisamente nella sua componente 2.3, troviamo l'investimento 3.2 finalizzata ad integrare le risorse del Fondo Nazionale per l’Innovazione, lo strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere lo sviluppo del Venture Capital in Italia. Il budget a disposizione ammonta a 300 milioni.
Attraverso questa iniziativa, implementata dal MiSE, sarà possibile ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo, finanziando investimenti privati in grado di generare impatti positivi e valore aggiunto sia nel campo della ricerca sia sull’economia nazionale. L’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 mln di euro).
Nonostante non ci siano riferimenti ai settori specifici d'interesse, la misura ha il vantaggio di essere affidata esplicitamente già dalla norma, attraverso il Ministero per lo Sviluppo Economico, a CDP Venture Capital – Fondo Nazionale Innovazione. Non è chiaro, invece, il riferimento alla dotazione complessiva, in particolare non viene esplicitato se l’idea è quella di un matching fund 1 a 2, cioè 1 euro del fondo ogni 2 di privati.
Per approfondire: Gli investimenti in startup di CDP Venture Capital SGR - Fondo Innovazione
Altri riferimenti nel PNRR alle startup
Il PNRR poi cita ancora le startup in alcuni altri passaggi, ma in modo molto vago, come beneficiarie di generici supporti e benefici. In particolare, sono due i principali riferimenti:
- All'interno della Missione 1, componente 1.1, l'investimento 1.2 prevede l'accompagnamento alla migrazione della Pubblica Amministrazione al cloud con un programma di supporto e incentivo per trasferire basi dati e applicazioni, in particolare rivolto alle amministrazioni locali. Questa transizione è funzionale anche lo sviluppo di un ecosistema di imprese e startup in grado di integrare e migliorare l’offerta e la qualità di prodotti software per la PA.
- Nella Missione 5, componente 1.1, l'investimento 1.2 si prefigge l’obiettivo di innalzare i livelli di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Nello specifico, sarà creato e messo a regime il "Fondo Impresa Donna" che rafforzerà finanziariamente, tra le altre cose, una serie di misure già esistenti lanciate per supportare l’imprenditoria, come NITO e Smart&Start (la prima misura supporta la creazione di piccole e medie imprese e auto imprenditoria, la seconda supporta start-up e PMI innovative) i cui schemi saranno modificati e calibrati per dedicare risorse specificatamente all’imprenditoria femminile.
Per approfondire: Cosa c'è da sapere sul nuovo Smart&Start Italia