Economic Forum 2022: perché investire nella space economy
Nel panorama dei suoi oltre 300 dibattiti, l’Economic Forum 2022 ha puntato i riflettori anche sul tema della new space economy. Dall’osservazione della Terra alla gestione dei rifiuti spaziali, ecco in che direzione sta andando il settore Spazio in Europa.
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La new space economy è stata protagonista della tavola rotonda dal titolo "Can We Afford Further Space Exploration?" dedicata al presente e al futuro delle attività spaziali e alle implicazioni economiche e di innovazione.
In questa occasione Paul Flament, Head of Satellite Navigation Unit della DG Defence Industry and Space (DEFIS) presso la Commissione europea, ha definito il perimetro d'azione dell'Esecutivo UE quale soggetto che "non lavora sull’esplorazione spaziale, ma sugli sviluppi per il settore spaziale che possono essere utili per le persone sulla Terra".
L'economia collegata al settore aerospaziale ingloba oggi diverse attività: dallo sviluppo dei lanciatori a quello di nuovi materiali, dai servizi offerti dai satelliti per l'osservazione della Terra alle missioni scientifiche e di esplorazione del cosmo. I dati raccolti dai satelliti per il telerilevamento, in particolare, sono un utile supporto per l'agricoltura di precisione, per la valutazione delle condizioni ambientali di mari ed oceani, per lo studio dei cambiamenti climatici, per il monitoraggio delle infrastrutture degli operatori dell'energia, e molto altro ancora.
In questo contesto, quindi, Bruxelles è a lavoro per lo sviluppo di tre diverse infrastrutture:
- un sistema di navigazione satellitare, che potrà essere operativo parallelamente all’attuale GPS e prende il nome di Galileo System (GNSS);
- un sistema di satelliti molto vicini alla Terra capaci di monitorare i territori, i mari, l’atmosfera e osservare i vari fenomeni legati al cambiamento climatico;
- un sistema di “secure connectivity” per contrastare le capacità dei cosiddetti quantum computer, che in futuro potrebbero essere in grado di decriptare dati sensibili
"È molto importante investire nello spazio, dato che possiamo sviluppare quelle specifiche tecnologie per poi utilizzarle nella vita quotidiana", ha affermato Grzegorz Wrochna, Presidente della Polish Space Agency. Un concetto che è stato ribadito anche negli interventi di Christian Hauglie-Hanssen, Direttore generale della Norwegian Space Agency, e Volodymyr Taftay, Presidente della State Space Agency of Ukraine.
La stretta correlazione tra gli sviluppi nel settore aerospaziale e la crescita in altri comparti fondamentali sulla Terra - dall’agricoltura ai trasporti - è uno dei motivi per il quale risulta irrinunciabile investire nello Spazio. Come ha spiegato Mauro Piermaria, Head of Innovation and Space Economy presso l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), "se si vogliono fare passi in avanti sulla Terra, bisogna avere i giusti assets nello Spazio".
Lo sviluppo del settore spaziale nazionale è fortemente influenzato dalla disponibilità e dall'allocazione di risorse pubbliche destinate a sostenere i programmi nazionali, dagli impegni in ambito europeo e dalla competitività della filiera industriale, ha spiegato Piermaria. Tuttavia, l'approccio all'ecosistema Spazio sta ampliando i propri orizzonti, rendendo più semplice l'accesso di investitori privati. Su questo punto, Piermaria ha sottolineato l’importanza dell’ASI quale supporto economico alle startup nella fase iniziale di avvio dell'attività, nonché step più complesso e rischioso dal punto di vista finanziario.
Da parte sua Alexander MacDonald, Chief Economist NASA, ha spiegato come il budget messo a disposizione dell'ente USA responsabile per le attività Spaziali e Aeronautiche non sia cresciuto particolarmente rispetto agli anni precedenti, ma che è in atto un cambiamento che riguarda più il modo e le capacità di utilizzo di queste risorse. Il settore aerospaziale - che ad oggi vive una sorta di 'era degli investimenti privati' - deve puntare sulla cooperazione internazionale per stabilire delle regole comuni e per valorizzare il valore economico potenziale.
"Cos’hanno in comune la missione lunare Artemis I e il nostro smartphone?", ha poi chiesto MacDonald mettendo in relazione due mondi apparentemente slegati tra loro. In realtà, ha spiegato, "tutto quello che serve per costruire una navicella spaziale è contenuto nel nostro smartphone". E' una catena del valore fortemente integrata che, partendo da ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti (Upstream) arriva fino alla produzione di prodotti e servizi innovativi abilitati (Downstream), come i servizi di monitoraggio ambientale, previsione meteo, etc.