Giorgetti: il conto da pagare del superbonus pesa sulle future leggi di bilancio

Foto di Ylanite Koppens da PixabaySecondo Giorgetti, la libertà di manovra economica del Governo Meloni nei prossimi anni è limitata dagli effetti di lungo periodo del superbonus. Oltre 100 miliardi di euro di agevolazioni, infatti, saranno beneficiati dagli italiani sotto forma di compensazione in dichiarazione dei redditi. Ciò si traduce in un mancato gettito fiscale che, a sua volta, si converte nella necessità per lo Stato di trovare i soldi altrove, ricorrendo al debito pubblico. Contraria invece l’analisi dell’ex premier Conte che sottolinea gli effetti complessivamente positivi del superbonus sul PIL.

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La questione è certamente spinosa e caratterizzata da una estrema politicizzazione del dibattito che si preannuncia sempre più acceso con l'avvicinarsi della Finanziaria. Da un lato, infatti, il Governo Meloni dovrà affrontare una legge di bilancio che si preannuncia particolarmente povera a causa di un mix di fattori derivanti sia dalla scarsa crescita economica, sia dalla necessità di tenere sotto controllo il debito pubblico, gonfiato anche dal superbonus.

Dall’altra le opposizioni - con in testa il M5S, padre del superbonus - difendono il 110%, rimarcando l’effetto complessivamente positivo che l’incentivo ha avuto sulla crescita del PIL in questi anni e che compensa adeguatamente la spesa sostenuta dallo Stato.

Su tutto grava la difficoltà di avere “un’analisi solida e complessiva dell’impatto dell’incentivo per l’economia italiana”, scriveva l’Ufficio di bilancio parlamentare (UPB) in un Report di marzo 2023, che “è comunque difficile utilizzando solo strumenti macroeconomici, anche perché riguarda un periodo caratterizzato da shock eccezionali (la pandemia e la guerra in Ucraina) e che hanno colpito i vari paesi in modo asimmetrico. Evidenze più robuste potrebbero essere tratte dall’analisi di dati microeconomici, integrati per le famiglie beneficiarie e le imprese che hanno realizzato i lavori, al momento non disponibili”.

Ecco dunque cosa hanno detto al Forum Ambrosetti 2023 a Cernobbio, il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, e il leader del M5S ed ex-premier, Giuseppe Conte.

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Cernobbio 2023: Giorgetti e il mal di pancia sul superbonus

All’interno di un discorso di circa un quarto d’ora sulla complessiva politica economica del governo in vista della prossima legge di bilancio, il titolare del MEF ha spiegato l’ipoteca rappresentata dal superbonus per i prossimi anni, che da un lato ha “effetti negativi sui conti pubblici", mentre dall’altro “ingessa la politica economica lasciando margini esigui per altri interventi” ha detto Giorgetti. 

A questi si aggiunge poi “quell“effetto pernicioso e distorsivo di spaziamento che ha sulla realizzazione degli interventi del PNRR” che in questi mesi è stato caratterizzato da una serie di bandi di gara andati deserti per la mancanza di disponibilità delle imprese di costruzioni “impegnate nel più redditizio e lucroso superbonus”, ha sottolineato il ministro.

I numeri illustrati da Giorgetti sono senza dubbio degni di nota. “Dei 100 miliardi di euro di superbonus, questo governo ne ha pagati 20, ma altri 80 ne restano da pagare”. Una cena, insomma, dove altri hanno già mangiato, lasciando però il conto da pagare all’attuale governo, ha chiosato Giorgetti. “Cosa che va nel Patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026” ha sottolineato il ministro, e che di fatto lascia poco spazio per sostenere altre politiche.

Guarda l'intervento di Giancarlo Giorgetti a Cernobbio

 

Cernobbio 2023: Conte difende il superbonus e l’effetto positivo sul PIL

Di segno completamente contrario l'interpretazione sugli effetti del superbonus offerta dall’ex premier, Giuseppe Conte, sempre dal palco del Forum Ambrosetti 2023. 

Parafrasando Draghi che aveva parlato di un “debito buono” quando diretto a supportare crescita e investimenti, Conte inserisce il debito del superbonus in questa categoria, portando una serie di numeri a supporto.

Citando anche gli interventi su Transizione 4.0 l’ex premier parla infatti di “un risultato che nel 2021-2022 è stato di 11% di PIL”, aggiungendo che, secondo i dati dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, “il 40% è dovuto proprio a questo meccanismo (del superbonus e della cessione del credito, ndr) di quell’11% di PIL”.

Il premier parla poi di ritorno all'economia del superbonus. “A fine ottobre 2022 Nomisma ha certificato che su 60,5 miliardi investiti sul superbonus, il ritorno economico è stato di 195 miliardi,. Ciò significa 1 euro che diventano 3 per valore economico”, ha infatti spiegato Conte, aggiungendo anche i dati su occupazione (1 milione in più di nuovi occupati), di benefici per le famiglie (con un risparmio annuo in bolletta di 964 euro) e di benefici per l’ambiente con il taglio delle emissioni di tonnellate di Co2.

Guarda l'intervento di Giuseppe Conte a Cernobbio

Foto di Ylanite Koppens da Pixabay

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