Spazio, cosa prevede la prima legge italiana sulla space economy
In arrivo un piano nazionale per l’economia dello spazio che definirà gli investimenti pubblici e privati nel settore, insieme ad un fondo ad hoc per finanziare prodotti e servizi innovativi legati alla filiera strategica. Sono questi alcuni dei tasselli fondamentali stabiliti dalla prima legge quadro italiana sullo spazio e sulla space economy, approvata dal Consiglio dei Ministri.
Economia dello spazio in Italia, nuovi investimenti e legge sullo Spazio
Ad una settimana dalla definizione delle regole per il finanziamento dei progetti di ricerca e sviluppo nel settore aerospaziale, la space economy torna nuovamente protagonista dell’agenda nazionale con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dell’atteso disegno di legge in materia di economia dello spazio.
Il provvedimento, frutto di mesi di lavoro e di concertazione con i principali esponenti pubblici e privati del comparto, è stato fortemente voluto ed elaborato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che fa capo al ministro con delega allo Spazio Adolfo Urso. Come spiega una nota del MIMIT, "la legge pone l'Italia all'avanguardia tra i grandi player globali e anticipa le intenzioni dell'Unione europea in merito a un regolamento per il settore".
Da decenni, infatti, l’ecosistema Spazio vive un profondo cambiamento, dovuto al crescente partecipazione da parte del mondo accademico, dell’industria e delle aziende private in un campo da sempre battuto esclusivamente da stakeholders pubblici. Il DDL Spazio, quindi, risponde alla necessità di regolamentare il settore, stabilendo norme importanti per lo svolgimento delle attività spaziali e per consentire uno sviluppo del comparto industriale, delle attività di ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica.
Collegato alla legge di Bilancio, il testo delinea sia aspetti più strategici che tematiche strettamente legate alla space economy. Ecco i principali contenuti del disegno di legge che introduce disposizioni in materia di economia dello spazio.
Space economy: cosa c'è nel DDL Spazio?
Analizzando i contenuti del provvedimento, viene introdotta nell'ordinamento la definizione di 'attività spaziale', che - in base al comunicato stampa del CdM - ricomprende "il lancio, la gestione in orbita e il rientro di oggetti spaziali ed ogni altra attività realizzata nello spazio extra-atmosferico, ivi compreso l'uso delle risorse naturali". Parallelamente, il DDL detta una complessiva regolamentazione dell'eterogenea e vasta attività imprenditoriale privata connessa all'esplorazione dello spazio, anche con espresso riferimento agli accordi internazionali sottoscritti e ratificati dall'Italia in materia.
In sintesi, il disegno di legge intende disciplinare:
- il regime autorizzatorio cui le attività spaziali private sono sottoposte;
- i requisiti di capacità tecnica e professionale che gli operatori devono possedere;
- la valutazione preventiva del rischio connesso all'attività autorizzata;
- il regime di assicurazione obbligatorio e la materia della responsabilità per danni causati dalle attività spaziali;
- misure di sostegno della space economy;
- gli appalti pubblici relativi al settore delle attività spaziali e delle tecnologie aerospaziali (mediante la previsione di un regime speciale).
Le nuove regole prevedono che tutte le attività spaziali - sia quelle condotte da operatori di qualsiasi nazionalità nel territorio italiano, che quelle fatte da operatori nazionali all'estero - debbano essere preventivamente autorizzate dall'Autorità responsabile (Presidente del Consiglio dei ministri o l'Autorità delegata alle politiche spaziali o aerospaziali), previa istruttoria dell'Agenzia spaziale italiana (ASI) e del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT), salvo che nel caso in cui l'attività sia munita di autorizzazione rilasciata da altro Stato e riconosciuta in Italia.
Le misure per l'economia dello spazio
Piano nazionale per l'economia dello spazio
Una delle misure più interessanti nel pacchetto economico del DDL è l'introduzione di un Piano Nazionale per l’economia dello spazio. Questo Piano, con un orizzonte di almeno cinque anni, include l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati.
Nel dettaglio, il Piano verrà aggiornato con cadenza biennale e contiene:
- analisi, valutazione e quantificazione dei fabbisogni delle capacità produttive;
- analisi delle esigenze istituzionali relative ai servizi basati sull'uso di tecnologie spaziali suscettibile di una valorizzazione commerciale;
- programmazione, valutazione preliminare, controllo e monitoraggio, delle iniziative di partenariato pubblico-privato;
- definizione delle sinergie attivabili tra i diversi strumenti di finanziamento e di intervento;
- allocazione alle varie iniziative previste delle risorse disponibili;
- identificazione delle possibili ulteriori risorse da destinare alle iniziative;
- monitoraggio e verifica delle iniziative finanziate e dei relativi impatti.
Fondo per la Space Economy
A supporto del settore, viene istituito un Fondo per la Space Economy con carattere pluriennale, che mira a promuoverne le attività, favorendo la crescita del mercato di prodotti e servizi innovativi basati sull’uso di tecnologie spaziali e sull’utilizzo commerciale delle infrastrutture, comprese quelle realizzate nell’ambito del PNRR e quelle a cui l’Italia partecipa in ambito di collaborazioni internazionali.
Il Fondo, si legge nel comunicato stampa del CdM, verrà "alimentato in parte con risorse pubbliche e in parte attraverso le contribuzioni corrisposte in sede di autorizzazione all'esercizio di attività spaziali e le sanzioni irrogate nei confronti degli operatori che non forniscono informazioni o non consentono ispezioni e dei soggetti che svolgono attività spaziali senza autorizzazione".
Ancora incerta la dotazione complessiva a disposizione. Secondo quanto dichiarato dal ministro Urso durante il CdM del 20 giugno "viene istituito un fondo finanziato in Manovra e di carattere pluriennale, che per il momento ammonta a 150 milioni di euro. Ma da qui al 2026 le risorse che sono state collocate dal Governo nella vasta area del comparto spaziale ammontano a 7,3 miliardi di euro".
Startup e PMI, norme speciali in materia di contratti pubblici
Per agevolare l’accesso delle PMI e delle startup ai contratti pubblici, sono previste norme speciali in materia di appalti e per promuovere le attività e tecnologie aerospaziali.
"L’attenzione particolare che si pone alle PMI, con l’incremento delle misure di supporto, permetterà di attribuire maggior valore al Made in Italy spaziale per affrontare le sfide in campo internazionale così da consolidare il ruolo di leadership nel settore", ha affermato il presidente dell'ASI, Teodoro Valente.
Le regole per i privati nello spazio
Il DDL regolamenta l’accesso allo spazio da parte dei privati, offrendo grandi opportunità in un comparto che rappresenta il futuro dell’industria e una delle principali traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale. In tale contesto, viene prevista la necessità di un’autorizzazione sia per gli operatori stranieri che intendono condurre attività spaziali dal territorio italiano, sia per quelli nazionali che operano da un territorio estero. Sono esenti dall’obbligo le attività spaziali già autorizzate da un altro Stato, se riconosciute in Italia in base a trattati internazionali.
L’ASI è incaricata della vigilanza sugli operatori: in caso di non rispetto delle disposizioni di legge o degli impegni presi, l’autorizzazione sarà revocata. Inoltre, per gli operatori spaziali e i proprietari che non forniscano le informazioni o i documenti richiesti o che non adottino le misure necessarie a consentire le ispezioni, sono sottoposti a sanzione amministrativa pecuniaria da 150mila a 500mila euro.
L'Agenzia si occuperà anche dell’immatricolazione nel Registro nazionale degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico per i quali l’Italia è Stato di lancio. Si prevede, inoltre, un registro complementare per iscrivere gli oggetti spaziali non immatricolati in Italia di cui un operatore di nazionalità italiana acquisisca la gestione o proprietà in orbita o su un corpo celeste.
Dai contratti assicurativi alle comunicazioni satellitari
Il provvedimento disciplina le eventualità degli incidenti nello spazio. Gli operatori autorizzati devono stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti dall’attività spaziale con un massimale pari a 100 milioni di euro per episodio e, nel caso di sinistri, sono chiamati a rispondere in solido. E' prevista anche la possibilità di massimali più bassi per ipotesi di rischio ridotto.
Il DDL Spazio spiana la strada alle costellazioni satellitari internet, con l'obiettivo di colmare il divario digitale del paese. Sono previste, infatti, iniziative per l’uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite e una riserva trasmissiva nazionale, fissando i principi sul diritto di sfruttamento da parte dei privati che utilizzano infrastrutture spaziali finanziate con fondi statali ed europei.
Infine, la nuova normativa stabilisce che lo Stato promuova lo sviluppo dell'attività spaziale quale fattore promettente di crescita economica, favorendo, in particolare, la ricerca, la produzione e il commercio in orbita terrestre bassa, precisando che l'accesso ai dati, ai servizi e alle risorse delle infrastrutture spaziali nazionale è garantito in modo equo e non discriminatorio.
La leadership dell'Italia in Europa
Con l'approvazione da parte del CdM al disegno di legge sulla space economy, l’Italia conferma il proprio ruolo di primo piano nel comparto: nel dicembre 2022 il nostro Paese ha allocato 3,1 miliardi di euro alla riunione del Consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea a livello ministeriale, ponendosi al secondo posto insieme alla Francia e solo dopo la Germania per quanto concerne i programmi obbligatori, e al primo posto per i programmi opzionali.
In aggiunta, a livello nazionale, l'Italia ha stanziato 2,3 miliardi nel budget dell'ASI e avviato un processo di investimento per attuare i programmi spaziali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In totale, grazie agli investimenti pari a circa 7,3 miliardi di euro previsti dall'Italia per i programmi spaziali fino al 2026, l'intera industria spaziale italiana è destinata a registrare una crescita significativa.