Dall'IA ai semiconduttori, il ruolo della digitalizzazione nel Rapporto Draghi
La competitività dell'UE dipenderà sempre più dalla digitalizzazione di tutti i settori e dal rafforzamento delle competenze nelle tecnologie avanzate. Non sorprende, quindi, che l'ex presidente del Consiglio Mario Draghi l'abbia considerata come uno dei temi cardine nel suo rapporto "The future of European competitiveness", in cui analizza sfide e prospettive future che dovrebbero guidare la transizione digitale in Europa.
Il Rapporto Draghi sulla competitività: sostegno all’innovazione e alle riforme
Sin dalle prime pagine, il Rapporto Draghi evidenzia un notevole "divario di produttività" tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti nel campo del Digitale, sottolineando un certo "ritardo" che l'Europa ha accumulato soprattutto riguardo le tecnologie digitali innovative che guideranno la crescita in futuro come ad esempio l'intelligenza artificiale (soprattutto l'IA generativa), il cloud (dai 'providers' ai 'services') e il computing (sia quello 'high-performance' che 'quantum').
La relazione, quindi, analizza le cause del gap di digitalizzazione e propone una strategia complessiva affinché l'Unione possa essere in grado di sfruttare l’opportunità di capitalizzare le future ondate di innovazione digitale. A questo quadro, inoltre, si aggiungono dei focus tematici in merito a tre specifiche linee di intervento.
Transizione digitale in UE, gli ostacoli e la strategia nel Rapporto Draghi
Tra i principali problemi alla base della posizione di svantaggio dell’Europa nel campo delle tecnologie digitali c’è "una struttura industriale statica" che negli anni ha investito gli investimenti in ricerca e innovazione "su tecnologie mature e in settori in cui i tassi di crescita della produttività delle grandi aziende stanno rallentando."
La relazione pone l'accento anche sulle criticità dei programmi di finanziamento europeo dedicati al tema ricerca e innovazione, come ad esempio l'eccessiva complessità di Horizon Europe e la scarsità di risorse a disposizione dello strumento Pathfinder dell’European Innovation Council (EIC). A questi ostacoli, inoltre, si aggiungono elementi come l'eccessiva frammentazione del Mercato unico che impedisce una crescita esponenziale alle imprese innovative, e gli ostacoli normativi che rendono onerosa la scalabilità delle giovani aziende nel settore tecnologico.
In virtù di questi limiti, la relazione delinea un piano per affrontare il deficit su innovazione e transizione digitale. In primis, l'Unione dovrebbe "migliorare le condizioni per l’innovazione rivoluzionaria affrontando le debolezze dei suoi programmi comuni di R&I", allocando budget più sostanziosi e investendo maggiormente in innovazioni dirompenti.
Inoltre, l’UE dovrebbe investire maggiormente nell’EuroHPC JU (European High-Performance Computing Joint Undertaking). In particolare, si dovrebbe "sviluppare questa iniziativa aumentando in modo significativo la capacità di calcolo dedicata all’addestramento e allo sviluppo algoritmico dei modelli di IA nei centri HPC" e, allo stesso tempo, finanziarne "l'espansione con ulteriori capacità cloud e di archiviazione per supportare l’addestramento dell’IA in più sedi".
Cooperazione e condivisione dovrebbero essere le parole chiave nel campo dell'IA. Nello specifico, gli Stati membri dovrebbero:
- "sviluppare un 'modello federato di IA' basato sulla cooperazione tra infrastrutture pubbliche e private per fornire capacità di addestramento dell’IA e servizi cloud per aumentare la scala competitiva dell’UE";
- "promuovere il coordinamento intersettoriale e la condivisione dei dati per accelerare l’integrazione dell’IA nell’industria europea".
A proposito di cloud, l’UE dovrebbe orientarsi verso un’industria domestica competitiva, in grado di soddisfare la domanda di soluzioni 'sovereign cloud'. Per raggiungere questo obiettivo, la relazione raccomanda "l’adozione di politiche di sicurezza dei dati a livello europeo per la collaborazione tra fornitori di cloud dell’UE e extra-UE, consentendo l’accesso alle più recenti tecnologie cloud degli hyperscaler statunitensi e preservando al contempo la crittografia, la sicurezza e i servizi 'ring-fenced' per i fornitori UE di fiducia. Al di fuori dei segmenti di mercato 'sovrani', si raccomanda di negoziare un 'mercato digitale transatlantico' a bassa barriera, che garantisca la sicurezza della catena di approvvigionamento e le opportunità commerciali per le aziende tecnologiche dell’UE e degli USA a condizioni eque e paritarie".
Infine, il piano si focalizza sulle modalità con cui facilitare il consolidamento del settore delle telecomunicazioni per ottenere tassi di investimento più elevati nella connettività, creando "un vero Mercato unico, senza sacrificare il benessere dei consumatori e la qualità del servizio". Per raggiungere questo obiettivo, la relazione "raccomanda di definire i mercati delle telecomunicazioni a livello dell’UE (anziché a livello degli Stati membri) e di aumentare il peso degli impegni in materia di innovazione e investimenti nelle norme dell’UE per l’autorizzazione delle fusioni". Inoltre, "si propone di armonizzare le norme e i processi di concessione delle licenze a livello europeo e di definire le caratteristiche di progettazione delle aste a livello europeo per contribuire a creare dimensioni di scala".
Competitività e digitale, le tre aree chiave per le tecnologie avanzate
Oltre ad attrarre investimenti e creare nuovi posti di lavoro, la digitalizzazione nell'UE avrà importanti impatti trasversali a più settori industriali sia in termini di competitività dei costi (efficienza e guadagni di produttività), sia in fatto di innovazione e qualità dei prodotti/servizi. Ad esempio, l'implementazione dell'intelligenza artificiale sarà essenziale "per aumentare la capacità delle amministrazioni pubbliche di fornire beni pubblici europei nel campo della salute, della giustizia, dell'istruzione, del welfare, della mobilità e della protezione ambientale", ma anche utile per "aiutare a massimizzare il supporto alle imprese".
Tuttavia, cogliere i benefici della digitalizzazione e delle tecnologie avanzate per la competitività dell'UE necessita di due elementi: da un lato servono infrastrutture all'avanguardia (comprese reti a banda larga ad alta velocità ubiquitarie e capacità di cloud computing), dall'altro il rafforzamento delle competenze digitali di dipendenti e cittadini.
In questo contesto, quindi, la strategia di competitività dell'Europa per il prossimo decennio dovrà supportare politiche e interventi in materia di digitalizzazione e le tecnologie avanzate in tre aree prioritarie:
- Reti a banda larga ad alta velocità/capacità e relative attrezzature e software (ad esempio reti fisse, wireless e satellitari/ibride) per abilitare la connettività e distribuire servizi digitali sicuri, ubiqui e sostenibili essenziali per i cittadini e le imprese dell'UE;
- Supercalcolo e IA, come ad esempio infrastrutture, piattaforme e tecnologie avanzate necessarie per sviluppare autonomamente i servizi digitali, consentendo alle aziende di innovare, aumentare la loro produttività e scalbilità, in particolare per quanto riguarda il cloud, il calcolo ad alte prestazioni e il quantum, nonché l'intelligenza artificiale e le sue applicazioni industriali.
- Semiconduttori, un motore chiave e un abilitante per la catena del valore dell'elettronica, nonché un elemento strategico della sicurezza e della forza industriale dell'Europa trasversale a vari settori strategici.
Consolidare il settore delle Telecomunicazioni
L'obiettivo dei Ventisette deve essere quello di offrire servizi di comunicazione all'avanguardia ai suoi cittadini e alle sue imprese, offerti da aziende europee forti e di successo, che non dipendano eccessivamente da fornitori di attrezzature e software critici provenienti da fuori dell'UE. Pertanto, la strategia di sviluppo europea dovrebbe mirare a:
- incrementare la diffusione di servizi a banda larga mobili e fissi competitivi, ad alta velocità, a bassa latenza e ubiqui, nonché la capacità satellitare autonoma entro il 2030. Questi servizi dovrebbero essere forniti in tutta Europa senza soluzione di continuità, a uno standard paragonabile alle migliori esperienze a livello globale.
- aumentare gli investimenti privati nelle reti digitali (5G standalone e fibra), supportando la consolidazione degli operatori e delle infrastrutture, e sostenendo la leadership in aree strategiche (ad es. O-RAN, edge computing, standardizzazione del network API, IoT e altri M2M business services);
- rafforzare la sicurezza e l'autonomia strategica aperta delle reti di comunicazione digitale dell'UE supportando i fornitori di attrezzature e software per le comunicazioni localizzati in UE.
Per eaggiungere questi obiettivi, l'UE dovrebbe adottare "una legge sulle telecomunicazioni che stabilisca un nuovo orientamento strategico sui servizi di telecomunicazione, con l'obiettivo di sviluppare reti digitali all'avanguardia per i cittadini e le imprese, finanziate da capitali privati, con una forte sicurezza e autonomia nelle catene di approvvigionamento."
A tal proposito, il Rapporto Draghi nella sua analisi tematica individua le seguenti sette proposte concrete.
Rapporto Draghi, necessarie più risorse e coordinamento per difesa e spazio
Aumentare gli investimenti in IA e tecnologie Cloud
L'Unione europea deve ambire ad una posizione di primo piano nello sviluppo dell'IA per i suoi settori di forza, riconquistando il controllo sui dati e sui servizi cloud sensibili e sviluppando un solido volano finanziario e dei talenti per sostenere l'innovazione nel computing e nell'IA. In questo caso, l'UE dovrebbe mirare a:
- garantire una posizione forte nei prossimi cinque anni nel settore dell'intelligenza artificiale incorporata in settori industriali chiave, quali la produzione avanzata e la robotica industriale, i prodotti chimici, le telecomunicazioni e la biotecnologia, sulla base di un insieme di Large Language Models and Vertical Models;
- ampliare la capacità e il potenziale informatico della rete di supercomputer in Europa per favorire la attività di ricerca e quelle imprenditoriali;
- implementare i sistemi di controllo e sicurezza, le capacità di crittografia dei dati all'interno delle aziende e delle istituzioni dell'UE, e facilitare il consolidamento dei fornitori cloud dell'UE;
- sviluppare l'eccellenza della ricerca nel quantum computing e abbinare le installazioni HPC dell'UE ai laboratori di test quantistici.
Per raggiungere questi obiettivi, l'UE dovrebbe adottare "un nuovo 'EU Cloud and AI Development Act', volto a migliorare le capacità e le infrastrutture europee di HPC, AI e quantum, armonizzando i requisiti dell'architettura cloud e i processi di approvvigionamento, nonché il coordinamento delle iniziative prioritarie per aumentare la partecipazione e i finanziamenti privati". A tal proposito, quindi, si evidenziano le seguenti sette 'proposals'.
Rafforzare l'innovazione nei Semiconduttori
L'UE deve ridurre i rischi derivanti dalle sue dipendenze strategiche e migliorare le sue capacità nel settore dei semiconduttori, concentrandosi sui segmenti della catena di approvvigionamento in cui ha o può sviluppare un vantaggio competitivo. In tal senso, il focus dovrebbe essere su:
- incrementare le attività di R&S in segmenti di prodotto selezionati, sia tradizionali che innovativi, come i nodi più grandi (sensori, power controls, ecc.), dove l'UE è già presente;
- sviluppare una posizione sovrana nei processi di progettazione e produzione, incentivando il trasferimento tecnologico solo per le tecnologie di produzione più recenti;
- rafforzare le aziende europee di eccellenza dimostrata in attrezzature e materiali per semiconduttori, difendendo le loro ambizioni di esportazione ed espandendo i loro mercati di riferimento.
Per raggiungere questi obiettivi, l'EU Chips Act dovrebbe essere rivisto e ampliato per aumentare i finanziamenti, la coordinazione e la velocità della cooperazione pubblico-privata a livello continentale, oltre a massimizzare gli sforzi congiunti per rafforzare l'innovazione nei semiconduttori e la presenza nei segmenti di chip più avanzati. In particolare, la relazione evidenzia le seguenti sei proposte di intervento.