Banda ultralarga: le forme di intervento pubblico per investimenti infrastrutturali

Author: SimonQ錫濛譙 / photo on flickr Nell'ambito del Piano nazionale per la banda ultralarga sono previsti quattro modelli di intervento pubblico per stimolare lo sviluppo delle infrastrutture per la comunicazione elettronica nelle aree in cui le condizioni di mercato non garantiscono il ritorno degli investimenti.

Articolazione in Cluster

A livello generale il Piano punta a raggiungere entro il 2018 il 40% della popolazione a 100 Mbps e il 75% della popolazione a 30 Mbps.

Le aree di intervento sul territorio nazionale sono catalogate in quattro Cluster:

  • Cluster A: include le 15 città principali (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Verona, Messina, Padova e Trieste) e le maggiori aree industriali del Paese e ha il miglior rapporto costi-benefici per gli operatori interessati a investire per portare la velocità di collegamento da 30 a 100 Mbps;
  • Cluster B: include 1.120 comuni in cui gli operatori hanno realizzato o realizzeranno reti con collegamenti ad almeno 30 Mbps, ma in cui il contesto non garantisce ritorni accettabili a condizioni di solo mercato;
  • Cluster C: include circa 2.650 comuni e alcune aree rurali non coperte da reti a più di 30 Mbps attualmente a fallimento di mercato, in cui gli operatori possono essere stimolati a investire in reti con più di 100 Mbps soltanto in presenza dell'intervento pubblico;
  • Cluster D: include i restanti 4.300 comuni circa, prevalentemente localizzati al Sud, aree tipicamente a fallimento di mercato per le quali è necessario l’intervento statale per garantire alla popolazione residente un servizio di connettività a più di 30 Mbps.

Quattro modelli di intervento infrastrutturale

Per incentivare gli investimenti nel Cluster A il Piano prevede l’utilizzo di strumenti finanziari per l’accesso al debito, a condizioni agevolate e a basso rischio, e/o misure di defiscalizzazione degli investimenti. Lo Sblocca Italia (decreto-legge n. 133-2014) ha infatti previsto un credito d'imposta IRES e IRAP, entro il limite massimo del 50% dell’investimento, per interventi infrastrutturali volti alla realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga.

Per gli altri Cluster, invece, il documento individua quattro modelli di intervento pubblico per la costruzione delle reti a banda ultralarga:

  • modello I - Intervento diretto, che sarà adottato nelle aree appartenenti al Cluster D;
  • modello II - Partnership pubblico-privato (PPP), che può essere utilizzato nelle aree appartenenti ai Cluster B e C,
  • modello III - Intervento a incentivo, anche in questo caso utilizzabile nelle aree appartenenti ai Cluster B e C,
  • modello IV - Intervento ad aggregazione della domanda, utilizzabile nelle aree appartenenti ai Cluster B, C e D .

Intervento diretto

Nel caso dell'intervento diretto, le amministrazioni interessate affidano i lavori relativi alla parte passiva della rete di accesso (cavidotti multi-operatori, posa di cavi in rete di accesso primaria e secondaria, ecc.) mediante gara.

A lavori ultimati, le infrastrutture restano di proprietà pubblica, ma si individua, sempre mediante gara a evidenza pubblica, un concessionario che, per un periodo di tempo limitato, si impegna a offrire l’accesso passivo e a cedere i diritti di uso delle infrastrutture realizzate agli operatori che poi collegano i clienti finali al servizio di connettività di nuova generazione.

Il concessionario deve assicurare la massima apertura al mercato a condizioni eque e non discriminatorie per tutti gli operatori e la manutenzione dell’infrastruttura.

Partnership pubblico-privato (PPP)

In questo modello si ha un accordo di partenariato tra un soggetto pubblico e uno o più soggetti privati, individuati mediante una gara a evidenza pubblica, che co-investono per la realizzazione delle infrastrutture di accesso.

Le amministrazioni pubbliche interessate selezionano i partner privati in base al business plan, all'ammontare del cofinanziamento, all’esperienza di gestione di reti infrastrutturali wholesale, all’organizzazione societaria, all’offerta tecnica di gestione del progetto, alle modalità di offerta dei servizi wholesale e ai piani di qualità.

Al termine dei lavori la proprietà dell’infrastruttura viene conferita a un’entità giuridica separata, società o consorzio, mentre la concessione viene affidata a uno o più soggetti privati, sulla base dei requisiti previsti nei bandi di gara.

Intervento a incentivo

Nelle stesse aree interessate dai PPP è possibile procedere con un intervento a incentivo, cioè assegnando, mediante bando, a uno o più operatori privati un contributo pubblico per la realizzazione di collegamenti NGA.

In questo caso la proprietà è del beneficiario, che deve garantire le condizioni di massima apertura sulle infrastrutture realizzate con gli incentivi pubblici, mentre l’amministrazione si occupa del monitoraggio della redditività dell’investimento.

Intervento ad aggregazione della domanda

L'ultimo modello si applica quando si ritiene che l’aggregazione della domanda all’interno di sotto-aree circoscritte, abbinata a interventi diretti (Modello I), PPP (Modello II) o a incentivo (Modello III), sia la risposta più efficace alle necessità di infrastrutturazione del territorio.

In questo caso a promuovere gli investimenti può essere un soggetto pubblico, un privato o un PPP, che diventa proprietario dell’infrastruttura, mentre agli enti locali del territorio interessato spetta orientare le varie fasi dell'iniziativa e verificarne la coerenza con il Piano nazionale banda ultralarga.

Le fasi realizzative di questo modello sono cinque:

  • nella prima fase il promotore, che può essere un soggetto pubblico, privato o un PPP, effettua un’analisi dell’area o sotto-area per definire, attraverso un business plan, le condizioni di sostenibilità economico-finanziaria dell’intervento in funzione dell’aggregazione raggiungibile;
  • il soggetto promotore avvia un’attività di raccolta di preadesioni da parte di imprese e pubbliche amministrazioni dell’area o sotto-area;
  • se raggiunge una soglia di adesioni preliminari sufficiente a garantire la sostenibilità dell’iniziativa, il promotore viene autorizzato dall’ente locale preposto a procedere secondo le regole del modello prescelto tra quello diretto, a incentivo e PPP;
  • una volta definite le procedure per la costruzione e manutenzione della rete, se i soggetti che hanno presentato le preadesioni sottoscrivono un numero di contratti per servizi di connettività ritenuto sufficiente alla sostenibilità economico-finanziaria dell’intervento, si provvede all’assegnazione dei lavori per la sua realizzazione;
  • al termine dei lavori, in base al modello d’intervento prescelto, vengono espletate le procedure per definire la gestione dell’infrastruttura. Dopo l'entrata in esercizio della rete, il soggetto promotore può:
    - restare proprietario dell’infrastruttura;
    -
    esercitare l’opzione di vendita e cedere l’infrastruttura al soggetto aggiudicatario della gestione del servizio;
    -
    vendere l’infrastruttura attraverso una procedura a evidenza pubblica.

Claw-back

In generale, per tutti i modelli considerati, è previsto un sistema di controllo da parte dell'amministrazione pubblica competente, che verifica e quantifica eventuali extra-profitti e garantisce il rimborso della sovra-compensazione (claw-back) qualora i ricavi derivanti dall’attività superino la soglia definita nel bando di gara.

Links
Piano nazionale bando ultralarga

Photo credit: SimonQ錫濛譙 / Foter / CC BY-NC-ND

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