Formazione continua - Isfol, cresce peso Fondi interprofessionali
31 mila piani formativi approvati nel 2014, per un totale 2,6 milioni di allievi
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Aumentano i beneficiari della formazione continua, soprattutto al Centro Nord, con priorità per i corsi in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e per l'aggiornamento delle competenze. E' quanto emerge dal "XVI Rapporto sulla Formazione Continua in Italia", elaborato dall'Isfol per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
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Corsi e allievi in aumento
In base al rapporto, nel 2014 la quota di popolazione adulta compresa nella fascia 25-64 anni che ha partecipato ad attività educative e formative ha raggiunto l’8% del totale, pari a 2,6 milioni di persone, al di sotto della media Ue del 10,7%, ma in aumento dell'1,8% rispetto all’anno precedente.
I piani formativi approvati nel corso dell'anno sono stati circa 31mila, 2 mila in più rispetto all’anno precedente, con un coinvolgimento di oltre 59 mila imprese. Tra i partecipanti alle attività formative prevalgono le donne sugli uomini, i laureati sulle persone in con titoli di studio inferiori, i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni rispetto alle altre fasce di età, gli occupati sui disoccupati e gli inattivi.
I Fondi interprofessionali
Il rapporto registra anche un consolidamento del ruolo dei Fondi interprofessionali per il finanziamento della formazione continua. In questo caso i dati si riferiscono a ottobre 2015 e rendono conto di circa 930 mila imprese aderenti, di cui il 41,6% sopra i 500 dipendenti, per un totale di circa 9,6 milioni di lavoratori, 400 milioni di euro gestiti, con un valore medio contributivo per lavoratore di circa 65 euro. Le adesioni sono cresciute ovunque, soprattutto tra le piccole e microimprese, anche se in questo caso l'incremento maggiore si è avuto nelle Regioni meridionali.
Formazione obbligatoria, in particolare di materia di salute e sicurezza sul lavoro, e aggiornamento delle competenze sono stati i temi di maggiore interesse, mentre la formazione in aula è stata utilizzata nel 76,4% dei piani, anche se è cresciuto il peso del training on the job e della formazione a distanza (5,5%).
La formazione continua aumenta la competitività
Quanto all'impatto di questi investimenti, il rapporto rileva una riduzione del Pil meno accentuata nei Paesi Ue con i tassi più elevati di coinvolgimento dei lavoratori in attività di formazione continua.
Nel caso dell'Italia, ha commentato il sottosegretario al Ministero del Lavoro Luigi Bobba a margine della presentazione del rapporto Isfol, l'aumento del numero delle imprese aderenti ai Fondi interprofessionali è un segnale positivo, ma l'attività è ancora inferiore di 4 punti alla media europea e l'auspicio è che la formazione continua venga utilizzata sempre più come leva per la competitività delle imprese.
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