Patti per il Sud – rischio frammentazione, migliorare fase attuativa
Confindustria, Cgil, Cisl e Uil fanno il punto sui Patti per il Sud: da migliorare programmazione e attuazione.
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Bene il metodo, che rappresenta una novità rispetto al passato, ma sull’attuazione dei Patti per il Sud ci sono ampi margini di miglioramento.
Nel corso di una tavola rotonda presso la Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si confrontano con il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti sull’attuazione dei Patti. E concordano su un punto: seppur innovativa, la metodologia adottata da Governo, Regioni e Città Metropolitane per la definizione dei Patti per il Sud dev’essere migliorata e perfezionata, tanto nella fase di programmazione quanto in quella di attuazione.
Imprese e sindacati: evitare frammentazione
Nel documento sottoposto all’attenzione del ministro, frutto di un confronto in sede nazionale e nei territori, l’associazione degli industriali e i sindacati premettono che, pur apprezzando l'impegno nella costruzione di un piano finanziario integrato che consente di disporre, per ciascuna Regione, di tutti i progetti in un unico documento, è necessario fornire linee strategiche comuni più chiare. Ciò permetterebbe di affermare una visione di sviluppo sovra-regionale che guardi al Mezzogiorno nel suo complesso e non spezzetti l'azione in un numero eccessivamente ampio di piccoli progetti non collegati.
Dove si concentrano le risorse. Infrastrutture, ambiente e sviluppo economico e produttivo, sono le tre aree in cui si concentra gran parte delle risorse complessive impegnate dai Patti per il Sud.
La forte concentrazione di interventi e risorse in campo ambientale (10,7 miliardi) sembra rispondere all’esigenza di fare fronte alle numerose emergenze (rifiuti, acqua, bonifiche, dissesto idrogeologico) che hanno generato diverse procedure di infrazione comunitarie nei confronti delle regioni meridionali.
Per quanto riguarda le scelte infrastrutturali (anche in questo caso 10,7 miliardi di euro) emerge una priorità assegnata alle infrastrutture stradali, che da sole assorbono oltre metà delle risorse: minore attenzione viene assegnata ad investimenti nelle infrastrutture ferroviarie, che pure presentano nelle Regioni interessate indici di dotazione inferiori a quelli delle altre aree del Paese, e ad altre infrastrutture che parimenti appaiono di particolare interesse per il Mezzogiorno, come quelle portuali ed aeroportuali. Scelte che delineano una visione d’insieme che rischia di cogliere solo parzialmente le esigenze di sviluppo produttivo e di mobilità nei territori.
Per quanto riguarda la priorità “Sviluppo economico e produttivo” (7,4 miliardi), si registra una forte concentrazione in due Regioni (Campania e Puglia) e una minore attenzione nelle altre, in particolare con riferimento a strumenti di incentivazione alle imprese: limitata considerazione ricevono i temi dell’accesso al credito e delle garanzie a sostegno degli investimenti, diffusa ma di scarsa consistenza risulta l’allocazione in favore di strumenti per la soluzione di crisi industriali.
Poca attenzione a Industria 4.0, S3 e turismo
Il documento sottolinea quindi la ridotta attenzione al sostegno alla ricerca e all’innovazione, temi assolutamente rilevanti alla luce delle priorità che a livello nazionale si vanno perseguendo con il Piano Industria 4.0 e con la Strategia di Specializzazione Intelligente. Esigua appare anche la scelta allocativa rivolta al turismo, alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali, alla legalità e, più in generale, a tutte le priorità di natura sociale.
Nel complesso delle allocazioni dei Patti attuativi del Masterplan per il Mezzogiorno, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil parlano di una distribuzione non equilibrata tra interventi di infrastrutturazione fisica e misure a sostegno degli investimenti imprenditoriali, ancor più marcata per le allocazioni relative al Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), sebbene la Legge di stabilità del 2015 avesse esplicitamente fissato la necessità di collegamento delle nuove risorse FSC con la Strategia di Specializzazione Intelligente e, dunque, con il sostegno alle attività produttive.
Non si tengono poi in adeguata considerazione tematiche come l’occupazione, la formazione e la qualificazione del capitale umano, anch’esse essenziali per accompagnare la trasformazione del sistema produttivo nella direzione della nuova economia basata sulla conoscenza. Per tale motivo, l’associazione degli industriali e i sindacati ritengono importante perfezionare e rafforzare strumenti, pur non esaustivi, come il credito di imposta per gli investimenti e il bonus occupazione per il Mezzogiorno, di recente oggetto di attenzione da parte delle istituzioni.
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Le proposte
Il documento suggerisce quindi di favorire una rapida ed efficace attuazione degli interventi selezionati e di migliorare la qualità dei progetti ancora da individuare, garantendo la necessaria flessibilità di programmazione (in particolare a valere sulle risorse FSC), per consentire rafforzamenti mirati, integrazioni e rimodulazioni eventualmente necessarie.
Necessario inoltre un monitoraggio “rafforzato” degli interventi selezionati, mediante un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze economiche e sociali, per favorirne una gestione “proattiva” e arricchita dalla conoscenza diretta dei processi socio-economici del territorio.
Industriali e sindacati sottolineano poi l’esigenza di definire una governance multilivello inclusiva degli interessi socioeconomici, capace di contribuire al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia degli interventi. Propongono, pertanto, di istituire un Tavolo permanente tra Autorità politica e Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, con il compito di accompagnare, a livello nazionale e regionale, l’attuazione di ciascun Patto, condividere le modalità di monitoraggio, valutare le opportunità e le necessità di aggiustamento programmatico e progettuale.
Centrale la fase esecutiva degli interventi per l’efficace attuazione della strategia definita con il Masterplan e con i singoli Patti: sul punto, sottolineano tuttavia l’assenza di misure volte al rafforzamento della capacità amministrativa all’interno dei Patti per il Sud ad oggi sottoscritti e la conseguente esigenza di promuovere una rapida implementazione del PON Governance, le cui risorse assumono di conseguenza importanza ancora maggiore. Alla luce dell’ampio spazio assegnato agli interventi di dotazione fisica in ambito locale, Confindustria e sindacati sottolineano inoltre la necessità di sostenere la capacità amministrativa degli Enti Locali, anche favorendo esperienze di aggregazione funzionale di uffici di Comuni diversi e la dotazione/riqualificazione delle professionalità necessarie.
De Vincenti: le risorse ci sono, spenderle presto e bene
“Le risorse per il Sud ci sono e i Patti regionali del Masterplan vanno avanti entro un disegno coerente nazionale”, dichiara il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti nel corso della tavola rotonda.
“Non ho la sensazione che i Patti non siano partiti realmente. Sono andato nelle Regioni per verificare lo stato di attuazione e ho constatato che ci sono già cantieri aperti e in generale un'accelerazione dei bandi. E nei mesi scorsi sono stati messi a punto i progetti esecutivi. Stiamo parlando di 82 miliardi di euro del bilancio nazionale italiano - ha aggiunto il ministro De Vincenti - e di 42 miliardi di fondi europei. In totale più di 120 miliardi di cui due terzi provengono dal governo nazionale, è un fatto molto significativo. Le risorse ci sono, le amministrazioni devono spenderle presto e bene”.
> Valutazioni di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sui Patti attuativi del Masterplan