Codice Appalti - PPP, progettazione, Anac: cosa cambia con il correttivo
Tutte le novità del primo decreto correttivo al Codice appalti approvato dal Consiglio dei ministri
> Codice appalti - Correttivo approda in Cdm, le modifiche in arrivo
> Codice appalti - CdM approva decreto correttivo
Dal partenariato pubblico privato all’in house. Passando per l’appalto integrato e le norme sulla progettazione, non c’è passaggio della prima versione del Codice appalti che non sia stato emendato. Il Governo ha cercato, allora, di fare un netto passo indietro rispetto al testo approvato un anno fa: evidentemente, il mercato ha sofferto troppo il cambio di regole in questi dodici mesi e, adesso, era necessario correre ai ripari per evitare problemi a imprese e stazioni appaltanti.
Modifiche a 131 articoli
Complessivamente, allora, la versione finale del decreto comprende 131 articoli che vanno a modificare nel merito ben più di metà del vecchio Codice, con novità su tutti i punti strategici. L’impostazione generale è stata di ascoltare le richieste del mercato: i pareri di Parlamento e Consiglio di Stato sono stati quasi sempre rispettati e, a conti fatti, hanno accolto molte sollecitazioni in arrivo dalla filiera.
Massimo ribasso
Detto questo, cambiano le regole sul massimo ribasso. Sarà possibile utilizzare il criterio del prezzo più basso per gli appalti fino a due milioni di euro, usando però il metodo antiturbativa, che implica l’esclusione automatica delle offerte non in linea con la media dei ribassi. Dribblando le norme sull’offerta economicamente più vantaggiosa, sarà possibile completare in maniera semplificate e più rapida i bandi di gara.
> Appalti - Anac chiede la riforma del rating di impresa
Appalto integrato
L’altra grande novità riguarda l’appalto integrato. Nella prima versione del decreto al mercato era stato imposto il divieto di affidare contemporaneamente la progettazione e l’esecuzione delle opere: questa impostazione così rigida è saltata. Sarà possibile usare l’appalto integrato per i casi di opere ad alto contenuto tecnologico, ma soprattutto si potranno ripescare i progetti definitivi approvati dalle stazioni appaltanti prima del 19 aprile scorso.
La qualificazione delle imprese
Arrivano misure di favore per calcolare i requisiti delle imprese per il conseguimento delle attestazioni Soa, che servono ad accedere alle gare di lavori pubblici. E, seguendo la stessa linea, vengono ammorbiditi i requisiti delle stazioni appaltanti, necessari a qualificarsi con il nuovo sistema selezione delle Pa, essenziale per pubblicare i bandi.
Cosa cambia per il PPP
Sul tema del partenariato pubblico privato arrivano diversi interventi molto importanti. Soprattutto, sale dal 30 al 49% la percentuale massima di finanziamento pubblico nelle operazioni di PPP. Si tratta di una scelta che, in sostanza, riequilibra a favore del privato questo tipo di rapporti, riducendo il rischio del contratto.
Appalti in house
Non ci sono, invece, cambiamenti sul delicato tema dell’in house. Le concessionarie avevano chiesto un ammorbidimento delle norme che impongono di mandare in gara l’80% degli appalti maturati nell’ambito della loro concessione: questa percentuale resta e non ci saranno le deroghe richieste dai sindacati in materia di manutenzioni.
Progettazione
Una novità fondamentale arriva, poi, sul fronte della progettazione. Diventa, cioè, obbligatorio utilizzare i parametri di calcolo per definire i compensi alla base delle gare di progettazione. In questo modo, vengono eliminate le molte distorsioni oggi presenti sul mercato di questi bandi. Si tratta di una richiesta che accoglie le sollecitazioni dei professionisti.
Rating di impresa
Infine, novità importanti per l’Anac. Il rating di impresa, che serve a valutare il curriculum di un’azienda in maniera dinamica e concreta, viene confermato ma diventa volontario. Allo stesso tempo, l’Autorità incassa maggiori competenze sulla sua organizzazione interna: un modo per rimediare alla carenza di personale che la attanaglia da tempo.
Altro tagliando in arrivo
Questo correttivo, comunque, non sarà l'ultimo. Bisogna ricordare, infatti, che il Governo e il Parlamento hanno già concordato sulla necesità di riaprire la delega e di consentire, per altri due anni, modifiche organiche al testo. C'è da aspettarsi, allora, che entro dodici mesi arrivi un altro tagliando.
> Codice appalti - progettazione elettronica, primi obblighi nel 2019