Horizon Europe: Dg Ricerca si rinnova per migliorare gestione fondi UE
Tra aprile e maggio la Direzione generale Ricerca e innovazione della Commissione UE cambierà la sua organizzazione interna. L’obiettivo è rendere più efficiente la gestione dei fondi europei per le attività di R&I, in vista del lancio di Horizon Europe.
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Open science, open innovation e sviluppo sostenibile. Sono queste le tre priorità politiche alla base della riorganizzazione della Dg Ricerca e innovazione (RTD) proposta dal direttore generale Jean-Eric Paquet per migliorare il funzionamento dei fondi UE destinati al programma europeo per la ricerca e l’innovazione post 2020, Horizon Europe.
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Horizon Europe, il Nono programma quadro
Il Programma quadro per la ricerca e l'innovazione post 2020 si chiamerà Horizon Europe e avrà a disposizione un budget di 94,1 miliardi di euro a prezzi correnti, circa 20 miliardi di euro in più rispetto a Horizon 2020.
L’obiettivo generale di Horizon Europe è generare un impatto scientifico, economico e sociale attraverso gli investimenti dell’Unione nel campo della ricerca e dell’innovazione, al fine di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell’UE, promuovendo la competitività, anche nel suo settore industriale.
Il programma sarà strutturato in tre pilastri:
- Scienza aperta, che comprende il Consiglio europeo della ricerca (CER), le azioni Marie Skłodowska-Curie e le infrastrutture di ricerca;
- Sfide globali e competitività industriale, che comprende cinque poli tematici (Sanità, Società inclusiva e sicura, Digitale e industria, Clima, energia e mobilità, Prodotti alimentari e risorse naturali) e le azioni dirette non nucleari del Centro comune di ricerca (JRC);
- Innovazione aperta, che comprende il Consiglio europeo per l’innovazione (EIC), gli ecosistemi europei dell’innovazione e l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT).
Ai tre pilastri si aggiunge una sezione dedicata al consolidamento dello Spazio europeo della ricerca, con due componenti:
- condivisione dell’eccellenza;
- riforma e miglioramento del sistema europeo di ricerca e innovazione.
Tra le grandi novità di Horizon Europe c’è l’introduzione delle ‘missioni’, che andranno a sostituire le ‘sfide sociali’ di Horizon 2020. Le missioni sono programmate nell’ambito del pilastro “Sfide globali e competitività industriale”, ma possono beneficiare anche di azioni svolte nell’ambito di altre parti del programma.
Proposte per riorganizzare la Dg Ricerca e innovazione
Secondo quanto riportato da ScienceBusiness, la nuova organizzazione della Dg Ricerca e innovazione dovrebbe partire tra aprile e maggio, con un numero ridotto di ‘staff units’, che da 54 passerà a 50.
Per favorire la cooperazione con altri settori della Commissione UE, il personale della Dg RTD dovrebbe dedicare il 10% del proprio tempo alle ‘tematiche orizzontali’, ossia alla ricerca di possibili sinergie tra Horizon 2020 - e successivamente Horizon Europe - ed altri programmi europei.
In base al nuovo organigramma, presentato a gennaio da Paquet, 4 direttorati andrebbero ad affrontare tematiche legate a diversi settori:
- ricerca oceanica, terrestre e climatica
- ricerca su energia e trasporti
- life sciences e social sciences
- ricerca industriale e investimenti.
Altri due direttorati dovrebbero supervisionare la pianificazione e l’implementazione del programma UE per la ricerca, mentre la gestione del Consiglio europeo per l’innovazione dovrebbe essere affidata alla Task Force EIC.
Compare anche una nuova posizione, "chief negotiator for Horizon Europe association", con il compito di guidare i negoziati sulla partecipazione del Regno Unito a Horizon Europe, e la possibile collaborazione con altri paesi, come Canada e Giappone.
Al momento la Dg RTD non rilascia informazioni e dichiarazioni ufficiali sulla futura riorganizzazione interna e sull’impatto che avrà sull’uso dei finanziamenti UE per la ricerca e l’innovazione. Bisognerà quindi aspettare la primavera per avere un quadro effettivo sulla nuova organizzazione della Direzione generale.
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