Bilancio UE post 2020 - maratona negoziale verso Consiglio europeo di giugno
La presidenza rumena annuncia una maratona per arrivare al Consiglio europeo di giugno con un nuovo schema negoziale sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Risorse proprie, convergenza esterna, macrocondizionalità economica, migrazione, sono tra i temi caldi per l'Italia.
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Nella riunione del 13 e 14 dicembre i leader dell'UE avevano accolto con favore i lavori preparatori sul Quadro finanziario pluriennale post 2020 svolti durante la presidenza austriaca e invitato la nuova presidenza rumena a elaborare un orientamento per la fase successiva dei negoziati, con l'obiettivo di arrivare a un accordo sul prossimo bilancio UE in sede di Consiglio europeo nell'autunno del 2019.
Oggi la presidenza rumena ha presentato al Consiglio Affari generali un programma di lavoro serrato, tra riunioni tecniche e discussioni a livello politico, per mettere a punto una versione rivista dello schema negoziale in tempo per il Consiglio europeo di giugno.
Una scadenza cui il commissario al Bilancio Günther Oettinger vorrebbe arrivare avendo centrato almeno tre sfide, ha spiegato durante la riunione del Consiglio: raggiungere quanti più possibili accordi settoriali con il Parlamento UE, come già avvenuto con il programma Europa digitale; ridurre le opzioni della scatola negoziale presentate dalla presidenza austriaca; discutere del finanziamento del bilancio UE alla luce della condizionalità e dello strumento per l'area euro.
Probabilmente il bilancio UE non avrà un ruolo da leone nella campagna elettorale per le europee, ma è importante attirare l'attenzione degli elettori sui progressi fatti - oltre che su Digital Europe - su Fondo europeo per la difesa, Horizon Europe, Connecting Europe Facility, Invest EU, Life, che sono avanzati perfettamente in sede di trilogo, ha detto Oettinger durante il dibattito.
Raggiungere un accordo su questi programmi entro aprile, sfruttando gli ultimi mesi di operatività del Parlamento europeo, sarebbe un segnale importante della capacità dell'Europa di agire, visto che i programmi più pesanti, cioè la PAC e la Coesione, ci faranno ancora attendere, ha aggiunto.
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Le priorità dell'Italia
Risorse proprie, convergenza esterna, macrocondizionalità economica, migrazione. Sono alcune delle questioni chiave nell'ambito del dibattito sul Quadro finanziario pluriennale post 2020, portate all'attenzione del Consiglio dal ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi.
Il più importante - ha detto il ministro - è il negoziato sulle risorse proprie, che è in questa fase il meno avanzato ed è indispensabile affinchè il QFP si doti di risorse adeguate alle sue ambizioni. Il sistema attuale che prevede trasferimenti nazionali degli Stati membri verrà sicuramente mantenuto, ma si potrebbe discutere la possibilità di emettere titoli di debito europei che possano finanziare gli investimenti sui mercati, ha sottolineato.
Il secondo punto riguarda una serie di questioni orizzontali ancora da approfondire. Tra questi l'obiettivo della semplificazione, che “è condivisibile, ma occorre vedere cosa e come si semplifica”; il meccanismo della convergenza esterna, cioè il progressivo riallineamento del valore degli aiuti verso la media UE, che l'Italia vorrebbe sopprimere; la condizionalità macroeconomica, già bocciata dal Parlamento europeo e secondo Moavero inappropriata perchè andrebbe a colpire proprio i paesi UE che più hanno bisogno di interventi di riequilibrio.
Ci sono poi una serie approfondimenti di carattere tematico da affrontare, a cominciare dal consolidamento dei fondi per Politica Agricola Comune, Politica di Coesione e ricerca e innovazione, ma anche la necessità di mettere insieme i diversi fondi per la questione migrazione, che secondo Moavero andrebbe affrontata non solo sul fronte degli arrivi ma a partire dalla politica di cooperazione e sviluppo.
Infine, lo strumento di bilancio per la zona euro, necessario per promuovere la convergenza, la competitività e la stabilità nei Paesi che condividono la moneta unica e che non hanno più a disposizione a livello nazionale gli strumenti di aggiustamento della politica monetaria e del tasso di cambio.
"Ne parliamo da anni e conosciamo bene l'idea, ma ci sono ancora due domande senza risposta", ha detto Moavero: "la prima, come alimentiamo questo bilancio, sapendo che se agiremo con risorse proprie analoghe a quelle del bilancio generale dell'Unione avremo solo un doppione che ha poco senso di esistere; la seconda, cosa facciamo con queste risorse, dal contrasto agli shock asimmetrici, agli investimenti per prevenire e superare situazioni di crisi".
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