Fondi UE - bye bye SME Instrument, benvenuti investimenti equity
Quella che parte con il nuovo European Innovation Council potrebbe essere una rivoluzione copernicana nell’approccio ai fondi europei, con Bruxelles pronta a un intervento diretto in equity nelle aziende in fase startup o scale up. Ma per AIFI potrebbe non essere la soluzione migliore.
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La Commissione europea rifà il trucco allo European Innovation Council per il biennio 2019-2020, anticipando di fatto un’importante novità nell’approccio ai fondi europei nel prossimo settennato, in particolare nell’ambito del programma Horizon Europe.
Dallo SME Instrument agli investimenti in equity
Lo stanziamento è di tutto rispetto: 2 miliardi di euro a favore dell'EIC per il finanziamento di specifiche call.
Le novità, essenzialmente due. Innanzitutto, il nuovo Consiglio europeo per l’innovazione segna la fine - o quasi - dello SME Instrument, il programma dedicato alle piccole e medie imprese. Viene meno infatti la Fase 1 dello strumento, con ultima scadenza fissata al 5 settembre.
La seconda novità è legata alla Fase 2 dello SME Instrument, che verrà integrata attraverso un finanziamento in equity.
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Più nel dettaglio, l’EIC post 2020 finirà per "inglobare" in parte il programma dedicato alle PMI, e si avvarrà a sua volta di due nuovi strumenti: Pathfinder e Accelerator.
Il primo avrà il compito di sostenere le innovazioni ad alto rischio nella fase iniziale, rivolgendosi a ricercatori e innovatori che vogliono dimostrare la redditività commerciale del proprio progetto.
Ma il cuore del nuovo approccio di Bruxelles ai fondi UE dedicati alle imprese innovative sta in Accelerator, che sosterrà le startup, le PMI e le imprese a media capitalizzazione nella commercializzazione di idee innovative.
Nel regolamento di Horizon Europe la Commissione già menziona la possibilità di creare un fondo di investimento (Special Purpose Vehicle) volto a intervenire laddove il mercato non l’abbia fatto. Strada di fatto spianata dal nuovo EIC, che prevede la possibilità di presentare una domanda di finanziamento attraverso grant (secondo le attuali regole SME Instrument Fase 2) oppure una domanda combinata di grant ed equity.
AIFI: evitare sovrapposizioni con gli operatori di mercato
Ulteriori dettagli sulla parte di equity dell’Accelerator saranno comunicati dalla Commissione nelle prossime settimane.
“Stiamo studiando le novità introdotte dalla Commissione sull’approccio agli investimenti in equity che entreranno in vigore dal 2021”, che “dovranno essere analizzate nel dettaglio, dopo la pubblicazione delle linee guida sul funzionamento degli strumenti”, commenta Alessandra Bechi, vicedirettore di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt.
“I programmi disponibili fino ad oggi sono intervenuti nelle aree di gap di mercato, facilitando soprattutto il finanziamento delle idee, nelle aree innovative ad alto rischio, e la commercializzazione dei risultati della ricerca, dove c’è effettiva carenza di capitali privati. Nello spostamento del focus verso le startup, le scale up e perfino le imprese a media capitalizzazione risulta preferibile, sulla base anche di quanto emerge dalle esperienze internazionali più di successo, un meccanismo di investimento indiretto da parte del ‘soggetto facilitatore’, soprattutto se si interviene con equity, anche per evitare sovrapposizioni con gli operatori di mercato”, prosegue.
“Ovviamente si dovrà valutare l’impatto del nuovo approccio anche sulla base del volume di risorse messe a disposizione del sistema”, prosegue Bechi.
E conclude: “Più mirata ci sembra sia l’iniziativa, ancora in fase di avvio, di VentureEU, il programma di fondi di fondi pubblico-privati lanciato a livello comunitario per accelerare l’investimento in startup e scale up innovative, che mette a disposizione circa 400 milioni di risorse comunitarie come corner investment. I sei gestori selezionati dovranno raccogliere almeno il triplo di questo ammontare presso investitori privati. In questo modo, ci si attende un effetto moltiplicativo sulla dotazione di capitali a favore delle nuove imprese”.