Export: due nuovi accordi ICE per e-commerce in Corea e Cina
Durante l’estate si è ampliata ulteriormente la famiglia degli accordi ICE con i principali marketplace del mondo. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati quelli con il coreano Gmarket e con il cinese JD.
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Per far ripartire l’export - e con esso l’intera economia - l'obiettivo dell’ICE è quello di agganciare i mega trend della domanda in atto nel mondo, a cominciare da quello che riguarda l’e-commerce.
Secondo la ricerca ICE-Prometeia, infatti, la ripresa degli scambi mondiali nel 2021 sarà guidata dall’aggregato degli Emergenti Asia (Cina in testa), complice anche il maggiore utilizzo dell’e-commerce in questi paesi che potrebbe diventare strutturale, agendo da volano per gli scambi, soprattutto nell’ambito dei beni di consumo.
Secondo le stime più recenti dell’UNCTAD, il valore dell’e-commerce ha raggiunto 25,6 trilioni di dollari a livello globale nel 2018 e risulta in crescita dell’8% rispetto al 2017.
Una prateria di opportunità da cogliere, che adesso dovrebbero diventare più vicine grazie all’incremento degli accordi dell’ICE con i principali marketplace asiatici.
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L’accordo ICE- Gmarket
Da metà luglio, ad esempio, è attivo l’accordo con Ebay Korea (Gmarket), la piattaforma digitale utilizzata ogni giorno da oltre 32 milioni di utenti in Corea.
Grazie all’intesa, le 150 imprese che saranno selezionate, potranno accedere al marketplace in maniera vantaggiosa. I prodotti ammessi spaziano dall’alimentare alla moda e pelletteria, dalla gioielleria al design, dall’occhialeria ai prodotti di bellezza.
Fra i principali vantaggi per le aziende italiane, ci sono:
- La creazione di un profilo e della vetrina virtuale sul marketplace Padiglione italiano, con una gestione di minimo 10 prodotti;
- Uno storytelling con la supervisione di un professionista del settore madrelingua coreana;
- Un servizio di mediazione culturale, che assicuri l’aderenza del prodotto e del suo prezzo, al modello culturale, alla stagionalità, ai trend di consumo e ai canoni estetici del consumatore coreano;
- Investimento in campagne di digital advertising per la promozione del Made In Italy in base al target di riferimento;
- Assistenza alla vendita prima, durante e dopo l’acquisto,;
- Gestione del pagamento;
- Gestione cross border della logistica dei prodotti, dal centro di smistamento (hub logistico situato a Francoforte, Germania), fino al consumatore finale in Corea;
- Gestione della fatturazione, degli incassi e dei resi in Corea e versamento dei ricavi in Italia.
La partecipazione all'iniziativa prevede un investimento iniziale agevolato, per il primo anno, di 6.600 euro, di cui 3.000 a carico dell’Agenzia ICE e i rimanenti 3.600 a carico dell’azienda partecipante.
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Accordo ICE - JD
L’altro accordo firmato di recente dall’ICE è quello con JD, il secondo più grande e-tailer B2C cinese, che ha portato alla creazione di un Padiglione nazionale “Italy National Pavilion” sulle piattaforme JD per il crossborder e general trade.
L’adesione al progetto è limitata a un massimo di 200 imprese che, grazie all’intesa dell’ICE, potranno accedere al marketplace e a tutti i servizi necessari per vendere cross-border al consumatore cinese, a condizioni vantaggiose.
La partecipazione all'iniziativa prevede un investimento iniziale, per il primo anno, di 17.000 euro, di cui 6.000 euro a carico dell’ICE e circa 11.000 investite dalle aziende partecipanti, tramite un contratto specifico con Wisepartners, il partner certificato di JD che erogherà i servizi alle imprese italiane.
Wisepartners, infatti, fornirà a ciascuna azienda una serie di servizi che vanno dalla creazione di una “brand page” e della vetrina virtuale sui marketplace “Italy National Pavilion” (general trade) e “Italy Overseas National Pavilion” (cross-border), con una gestione di massimo 40 prodotti, al servizio di mediazione culturale, per assicurare l’aderenza del prodotto e del suo prezzo, al modello culturale, alla stagionalità e ai canoni estetici cinesi. Sono previsti inoltre investimenti in campagne di digital advertising per la promozione del Made in Italy; assistenza alla vendita prima, durante e dopo l’acquisto e gestione delle transazioni finanziarie.
Rispetto ad altri accordi, però, in questo caso le aziende aderenti dovranno garantire anche una commissione sul venduto, variabile tra il 12% ed il 15% sulla base della categoria di prodotto.
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