Space Finance: venture capital, debito e basket bond per le imprese dello spazio
L’intero ecosistema della finanza può favorire lo sviluppo armonico del settore spaziale. Come? Se n’è discusso nel corso di un incontro organizzato da Febaf e Fondazione E. Amaldi.
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A pochi giorni dal lancio di Primo Space, il fondo di venture capital tecnologico italiano specializzato negli investimenti in campo spaziale, e dalla nascita del primo osservatorio sulla Space Finance, cofondato da Fondazione E. Amaldi e Università Luiss Guido Carli, gli esperti del settore fanno il punto sui diversi strumenti finanziari a disposizione degli imprenditori del settore spaziale.
Gli investimenti pubblici e privati nel settore spaziale
La crisi pandemica spinge i grandi fondi di investimento a diversificare ulteriormente il proprio portafoglio. In questo contesto un settore come quello spaziale, da sempre sinonimo di forte sviluppo tecnologico, potrebbe trarne giovamento. Ma affinché gli investimenti nel settore siano efficaci, è necessario una collaborazione tra pubblico e privato: “gli investimenti nello spazio sono tipicamente caratterizzati da un orizzonte molto lungo e un alto livello di incertezza, quindi si rende necessaria una compartecipazione pubblica”, sottolinea Giorgio Di Giorgio, prorettore della Luiss e direttore del Centro Arcelli per gli Studi Monetari E Finanziari (CASMEF).
“I fondi pubblici sono indispensabili per il finanziamento della ricerca di base e per la diffusione pubblica di prodotti innovativi ottenuti a latere, oltre che per coprire i rischi connessi agli investimenti”, prosegue. Ma è importante che alla partecipazione pubblica si affianchi “un maggior coinvolgimento della finanza privata”, e a tal fine è necessaria una considerevole solidità patrimoniale, oltre a fonti addizionali disponibili da fondi privati.
“Un nuovo importante ruolo è rappresentato poi dalle garanzie, che possono essere di grande interesse per gli investimenti nello spazio”, conclude.
L’imprenditore spaziale dev’essere pioniere nell’approccio agli strumenti finanziari
La nascita a fine luglio di Primo Space - il primo fondo di venture capital tecnologico italiano specializzato negli investimenti in campo spaziale - “attiva un cambiamento di paradigma”, nota Lorenzo Scatena, segretario generale della Fondazione E. Amaldi.
Se negli ultimi cinquant’anni un asset strategico come lo spazio ha fatto perno sul sistema dei grant, dei sussidi, ora è il momento di cambiare prospettiva.
Al di là della retorica, esempi come Space X devono far riflettere su “come il business model dello spazio può essere cambiato”, prosegue Scatena. Per colmare i limiti dei grant, quindi, “l’imprenditore spaziale dovrebbe poter guardare a strumenti di finanziamento della propria attività che vadano oltre la sovvenzione pubblica”.
Gli strumenti principali sono l’equity - che implica una condivisione della governance dell’impresa con uno o più soggetti, oltre allo studio dei paradigmi internazionali - e gli strumenti di debito, non più solo bancario. “L’imprenditore spaziale dev’essere quindi pionieristico nell’approcciare nuovi strumenti finanziari”.
Non solo equity: strumenti di debito e basket bond per lo spazio
A fornire una panoramica dettagliata delle caratteristiche dei diversi strumenti finanziari a disposizione per il settore è Raul Ricozzi, partner dello studio legale internazionale Orrick, Herrington & Sutcliffe.
Lo strumento principe in Italia per gli investimenti in startup e imprese innovative, come quelle spaziali, è senz’altro la partecipazione in equity, che comporta alcuni diritti per i soggetti che vi partecipano.
Man mano che l’azienda cresce, quindi, è necessario trovare strumenti più flessibili.
Poco gettonata è la strada del debito, che ha caratteristiche normative particolarmente stringenti. Un dato che contrappone nettamente Italia e Stati Uniti: il rapporto della partecipazione bancaria al debito rispetto al mercato in generale è inverso, in Italia è quasi la totalità, negli USA meno di un terzo.
Il legislatore già da 8 anni ha cercato di trovare alternative alla banca, sia tramite l’allargamento a soggetti diversi (società di cartolarizzazione, assicurazioni, fondi di credito) sia tramite le emissioni obbligazionarie (come, ad esempio, i minibond).
Strumenti sono ancora poco utilizzati per investire sulle startup italiane, poiché molte di esse non hanno la dimensione adatta. Più l’azienda è giovane e più questi strumenti si presentano con caratteristiche ibride: all'obbligazione viene affiancato uno strumento di equity.
Uno strumento recente e particolarmente interessante è rappresentato dal basket bond.
Si tratta di uno strumento che prevede l’emissione di titoli garantiti dalle obbligazioni emesse da società ELITE con identiche caratteristiche in termini di durata e tasso, ma con ammontare differente: le obbligazioni sono sottoscritte da uno Special Purpose Vehicle (SPV) che emette un'unica tipologia di titoli di ammontare pari alla somma dei singoli strumenti. I titoli beneficiano inoltre di una garanzia fornita in forma mutualistica dalle stesse società emittenti. Gli emittenti utilizzeranno i proventi dell'emissione per sostenere investimenti volti alla crescita della propria attività.
Ciò consente di realizzare uno strumento con volumi importanti tali da attirare investitori istituzionali.
L'intero ecosistema della finanza può favorire lo sviluppo del settore spaziale
“La crisi pandemica è stato anche un forte acceleratore della digitalizzazione, ed ha evidenziato l’importanza del settore spaziale: l’industria dello spazio non si è fermata e si è rivelata fondamentale, ha mostrato resilienza, adattamento, anche con lo sviluppo di applicazioni sanitarie”, sottolinea Paolo Garonna, segretario generale di Febaf chiudendo i lavori.
Allo stesso tempo, aggiunge, “la crisi ha messo in rilievo il concetto di New Space Economy, in cui la finanza privata gioca un ruolo fondamentale, perché quel che conta è l’investimento, l’innovazione e il contributo alla modernizzazione”.
Venture capital, equity, basket bond sono gli strumenti di riferimento, conclude, ma “c’è bisogno dell’intero ecosistema della finanza per favorire lo sviluppo armonico per questo settore” ed è allo stesso tempo “fondamentale investire in competenze pluridisciplinari”.