Recovery Fund: Parlamento UE, anticipare il 20% dei fondi europei agli Stati membri
Raddoppiare la quota di risorse da anticipare agli Stati membri, dal 10% al 20%, ed estendere di un anno, dal 2023 al 2024 la durata del pacchetto per la ripresa dal Covid. Così il Parlamento europeo rilancia il Recovery fund, che rappresenta la fetta più cospicua di Next Generation EU. L'Eurogruppo, intanto, conta in un rapido accordo fra le istituzioni UE per erogare i primi fondi il prossimo anno.
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I principali gruppi politici in Parlamento – PPE, S&D, RE, Verdi – hanno raggiunto un’intesa sulla posizione dell'Eurocamera a proposito delle trattative sul bilancio europeo 2021-27 e sul Recovery fund.
Il documento dovrà essere oggetto di verifiche in commissione Affari economici e Bilanci il 9 novembre e poi passare in sessione plenaria pochi giorni dopo, prima di dare avvio ai negoziati con il Consiglio.
Intanto, l'esito del confronto tra i ministri dell'Economia e delle Finanze della zona euro si chiude con una nota di ottimismo: "l'Eurogruppo ritiene vitale che il sostegno fiscale in ciascuno Stato membro continui anche nel 2021, dato l'aumento del rischio di una ripresa ritardata, e si adegui alla situazione man mano che evolve" e confidano in un accordo che sblocchi al più presto le risorse di Next Generation EU, si legge nelle conclusioni della riunione.
Recovery Fund: Parlamento UE, più tempo e prefinanziamento al 20% per sostenere la ripresa
I principali punti oggetto dell’accordo del Parlamento sono il prolungamento da 3 a 4 anni del programma di assistenza del Fondo per la ripresa e la resilienza e l’aumento del prefinanziamento agli Stati membri dal 10% al 20%, così da "aiutare sempre di più e più velocemente" le economie dei 27.
Se da un lato la proposta di aumentare il cosiddetto "front-loading", il finanziamento anticipato, potrà trovare terreno fertile in Consiglio, dall'altro la questione dell’estensione di un altro anno all’assistenza quasi sicuramente non verrà accolta dai governi più attenti alla spesa, ovvero i cosiddetti paesi frugali.
Nel documento del PE viene inoltre eliminato l'articolo che prevede la possibilità di sospendere l'erogazione dei fondi ai paesi che non rispettano le regole del 'fiscal compact', ossia la condizionalità macroeconomica. Inoltre, per gli europdeputati, quando le istituzioni europee decideranno di ripristinare la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità, la Commissione UE "dovrà presentare, entro tre mesi, una proposta di emendamento che colleghi lo strumento per il recupero ad una sana governance economica".
Un nodo fondamentale nei negoziati con il Consiglio sarà poi la richiesta di aumentare la percentuale di risorse da dedicare agli investimenti 'green'. Il Parlamento, infatti, vorrebbe vincolare alla transizione ecologica almeno il 40% delle risorse di ogni piano nazionale, andando contro la posizione del Consiglio che si ferma al 30%.
Su questo tema si è espressa anche la commissaria UE all'Energia, Kadri Simson, secondo cui, nonostante sia giustificabile il desiderio di avere a disposizione un pool di fondi ancora maggiore, ora ciò che conta è "raggiungere un rapido accordo sul pacchetto di ripresa e che le risorse siano utilizzate nel migliore dei modi".
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Recovery plan coerenti con priorità UE e Semestre europeo
Gli eurodeputati hanno rimarcato l'importanza che i piani di risanamento degli Stati membri siano coerenti con le sei priorità UE previste dal regolamento sul Recovery fund, ovvero: transizione verde, digitalizzazione, competitività e coesione economica, coesione sociale, resilienza, giovani.
Focus particolare anche sul legame dei Recovery plan con le raccomandazioni del Semestre europeo. "I Paesi devono rispettare gli impegni. Se uno Stato membro dell’UE non raggiunge progressi sufficienti verso le pietre miliari concordate, la Commissione europea ha il potere di recuperare il prefinanziamento e di disimpegnare i fondi", ha spiegato Sigfried Muresan, vicepresidente del gruppo del Popolari europei (PPE).
Sul fronte del controllo della spesa, popolari, socialdemocratici, liberali e verdi propongono un ruolo di rilievo per l‘Ufficio anti-frode dell’UE (OLAF), per il procuratore dell’UE e per la Corte dei conti europea. A questo gli europarlamentari associano anche un chiaro meccanismo di condizionalità legata allo stato di diritto e trasparenza sui beneficiari.
Eurogruppo, assicurare l'esborso dei fondi nel 2021
Nonostante il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, abbia riconosciuto pubblicamente di "apprezzare l’iniziativa" dei gruppi parlamentari, l'invito alle istituzioni UE è a non tirare il negoziato sul Recovery fund troppo per le lunghe.
"Ritengo che il modo migliore di muoversi sia di trovare un accordo tra Parlamento e Consiglio, così da avviare il processo di ratifica dei Parlamenti nazionali, che è cruciale. Il modo di raggiungere l’obiettivo dietro il meccanismo per la ripresa è questo", ha affermato Gentiloni al termine della riunione dell’Eurogruppo.
Una dichiarazione risulta allineata alle conclusioni dell'Eurogruppo, nelle quali viene spiegato che: "Next Generation EU e Recovery fund devono essere concordati e attuati in via prioritaria, consentendo un rapido esborso di fondi nel 2021. Ciò è necessario per sostenere riforme e investimenti adeguati e quindi favorire una ripresa inclusiva. Siamo fiduciosi che il Consiglio e il Parlamento raggiungeranno un accordo entro la fine del 2020".
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