Ristrutturazioni - Pd al lavoro, come cambiera' l'ecobonus
La maggioranza lavora a una revisione degli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni edilizie. Che potrebbero confluire nella prossima legge di Stabilità.
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La revisione delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie è al centro di una proposta di legge che il Partito democratico ha presentato giovedì in commissione Finanze alla Camera, con prima firmataria Sara Moretto. L’idea alla base del testo è utilizzare un nuovo grimaldello per allargare la platea dei potenziali beneficiari: le detrazioni fiscali saranno cedute alle banche, in modo da ottenere un anticipo immediato su quello che, altrimenti, sarebbe stato incassato in dieci anni.
Incentivi in frenata
L’iniziativa parte dalla constatazione che, almeno in parte, gli incentivi fiscali su ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche stanno perdendo la loro spinta. Stando ai calcoli di Cna, il dato sulle ristrutturazioni registra un calo dal 2013 (30,3 miliardi di euro) al 2015 (27,4 miliardi). Sono quasi tre miliardi in meno. Bisogna, allora, allargare la platea dei soggetti che beneficiano dello sconto, includendo anche i cosiddetti “incapienti”: coloro che, rientrando nella “no tax area”, non possono incassare un’eventuale detrazione.
Anticipare il bonus
L’idea, allora, è di offrire la possibilità di anticipare, presso banche e intermediari finanziari, le agevolazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie, senza l’obbligo di attendere i dieci anni di recupero rateale in dichiarazione dei redditi. In questo modo, anziché incassare il bonus nel tempo, la famiglia può utilizzarlo da subito e non pagare una quota di quello che dovrebbe all’impresa che effettua i lavori di ristrutturazione.
Moretto: contrasto al sommerso
“Oggi - spiega Sara Moretto - lo strumento delle detrazioni fiscali sconta il limite della durata nel tempo della loro effettiva fruizione ed esclude totalmente le fasce incapienti, ovvero i soggetti a più basso reddito. Non va sottovalutato inoltre l'effetto di porre un freno al ricorso al lavoro nero che ancora oggi offre la percezione di una convenienza più immediata, preferibile al rimborso decennale. Rimane infatti ancora attrattivo, per alcuni, lo sconto immediato in cambio di una parziale non fatturazione dei lavori. La proposta mette in campo un’opportunità che intende superare questi limiti”.
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La procedura
Nella pratica, il cittadino in primo luogo individua l’istituto cui destinare il credito. Immediatamente dopo trasmette il modello di opzione all’Agenzia delle Entrate, indicando la banca cessionaria che ha sottoscritto il modello. Da quel momento pagherà esclusivamente la parte di fattura non inclusa nel beneficio. Il resto sarà versato dalla banca all’impresa.
L'effetto concreto
Stando agli esempi di Cna, per ogni mille euro di spesa per le ristrutturazioni, considerate le normali condizioni di sconto bancario (un tasso medio intorno al 3%, registrato a maggio 2016), solo 580 euro saranno a carico della famiglia o dell’impresa, mentre la restante parte di spesa sarà sostenuta dalla banca. Allo stesso modo, mille euro di spesa per la riqualificazione energetica dell’edificio si traducono in 450 euro a carico della famiglia o dell’impresa e 550 euro erogati dalla banca.
Cinque miliardi di investimenti extra
Gli effetti potenziali di questa novità sono notevoli. Le stime ipotizzano un incremento di cinque miliardi di spese per lavori edili e un aumento di circa 24mila dipendenti nel primo anno di applicazione. Inoltre, dal lato dei beneficiari, sarebbe possibile includere tre milioni di pensionati (il 20% del totale) e di dipendenti incapienti (25%). Il costo della misura è di 100 milioni di euro per le casse dello Stato, a fronte di 450 milioni di maggiori entrate.
Vaccarino: iter parlamentare rapido
“Ci aspettiamo un iter parlamentare favorevole e veloce - conclude il presidente di Cna Daniele Vaccarino -. Bisogna mettere in campo strumenti e soluzioni che consentano all’edilizia di uscire definitivamente da una crisi dolorosissima. Questa proposta rappresenta una leva potente per rimettere in moto il mercato, aprendo le porte a lavori che calzano perfettamente alla taglia delle micro e delle piccole imprese”. Per il momento il testo sarà incardinato in commissione Finanze a Montecitorio, ma l’idea dei firmatari è lavorare perché la proposta possa essere inclusa nella prossima legge di Stabilità.