Statuto delle imprese: verso l’approvazione alla Camera
Semplificazione: sembra questa la parola magica dell’autunno 2010. Nonostante l’esito ancora incerto della legislatura, le attenzioni del Governo e del Parlamento si stanno finalmente focalizzando sulle esigenze del sistema imprenditoriale italiano. Abbattere del 25% gli oneri della macchina burocratica che gravano sulle pmi: questo l'obiettivo di un tavolo tecnico sulla semplificazione amministrativa che si è insediato in questi giorni a Palazzo Vidoni, sede del Ministero per la Pubblica Amministrazione, presieduto da Renato Brunetta.
Vi partecipano i rappresentanti di Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria. Il primo incontro, che si è svolto il 27 settembre a Roma, si è incentrato sull’avvio del programma per la riduzione degli oneri, in linea con l'obiettivo comunitario di semplificazione per le Pmi previsto dallo Small Business Act. A coordinare la task force del Dipartimento della Funzione Pubblica è Silvia Paparo, dirigente dell’Ufficio per l'attività normativa ed amministrativa di semplificazione delle norme e delle procedure. Riflettori puntati sulle novità previste dalla manovra economica, che introduce per la prima volta in Italia il principio della proporzionalità nelle procedure amministrative per eliminare e snellire le procedure inutili o eccessive.
Sul fronte parlamentare, dopo un periodo di impasse a Monte Citorio, l’iter della proposta di legge "Norme per la tutela della libertà d'impresa, Statuto delle imprese" (atto camera n° 2754), che punta a introdurre lo Statuto delle imprese, ha finalmente subito un'accelerazione. Lo scorso 22 settembre sono ripartiti l’esame e la proposta di emendamenti al testo unificato approvato a luglio.
Obiettivo numero uno della norma in discussione presso la X Commissione (Attività Produttive) è quello di "definire lo statuto giuridico delle imprese e dell'imprenditore" per assicurare "lo sviluppo della persona attraverso il valore del lavoro". Per garantire questo traguardo si punta a risolvere la questione annosa dei crediti nei confronti della la pubblica amministrazione, consentendo alle società di compensare i crediti con i propri debiti maturati verso la PA. Con un emendamento è stato fissato a un anno il limite massimo della durata dei contenziosi in questo campo.
Fondamentale l’articolo 13 relativo alle politiche pubbliche per la competitività che, tra le altre cose, garantisce alle micro, piccole e medie imprese una riserva minima del 50 per cento degli incentivi per l'internazionalizzazione e l'innovazione, individuati con apposito decreto emanato dal Ministro dello sviluppo e favorisce la trasparenza nei rapporti fra banche e pmi, assicurando condizioni di accesso al credito informato, corretto e non vessatorio.
Le acque cominciano a muoversi anche a Bruxelles. A ottobre, durante la seduta plenaria, l’Europarlamento sarà chiamato ad approvare la direttiva per limitare i ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni nei confronti dei loro fornitori di beni e servizi. L’Imco, cioè il Comitato per il mercato interno e i consumatori presso il Parlamento, ha raggiunto infatti un accordo pressoché storico con la presidenza dell’UE su questa proposta legislativa. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per applicare la direttiva nei loro ordinamenti nazionali. Il provvedimento prevede che le pubbliche amministrazioni debbano pagare i loro fornitori in un lasso di tempo che va dai trenta fino ad un massimo di sessanta giorni, eccezion fatta per alcuni comparti come la sanità. Scaduto questo termine, scatterà una penale dell'8%. Secondo il commissario europeo Antonio Tajani, grazie all'applicazione di questa direttiva potranno essere rimessi in circolazione circa 180 miliardi di euro.
Proprio lo scorso 28 settembre, nella capitale belga, Tajani ha presieduto la prima riunione dello Sme Finance Forum per facilitare l'afflusso del credito alle pmi. L’iniziativa vuole instaurare un dialogo permanente con tutte le parti interessate: istituzioni politiche, economiche, operatori del settore, ma anche le banche, così come le imprese del venture capitale e quelle che offrono garanzie. Tra i temi permanenti del dal Forum, che si riunirà ogni quattro mesi, i problemi delle garanzie, del venture capital, così come gli aspetti regolamentari e il partenariato con la Banca europea degli investimenti. Spunta all’orizzonte la figura del “Mediatore del credito” che possa intervenire per sbloccare i finanziamenti richiesti alle banche dalle Pmi.