Immigrazione e imprenditoria: arriva Start it up
Extracomunitario? Imprenditore extraordinario. Così recita lo slogan del progetto Start it up - Nuove imprese di cittadini stranieri, promosso dal Ministero del lavoro e Unioncamere, iniziativa che vuole dare un’opportunità concreta a 400 immigrati che aspirano a diventare imprenditori, facilitando così l’integrazione economica e culturale. 800 mila euro gli stanziamenti disponibili, provenienti dal Fondo delle politiche Migratorie.
Il progetto si rivolge agli immigrati con regolare permesso di soggiorno con validità di 6 mesi, che hanno in testa una buona idea imprenditoriale ma non sanno come realizzarla. In una prima fase, l’idea viene valutata attraverso un processo selettivo.
Si passa poi all'orientamento, uno degli ostacoli maggiori per chi si accinge a dare vita a una nuova impresa. La Camera di commercio si occuperà di dare suggerimenti e informazioni utili, dalle varie forme giuridiche d’impresa alle pratiche burocratiche e amministrative necessarie fino agli eventuali finanziamenti disponibili.
A questo punto entra in gioco la formazione, con un corso preparatorio per accrescere le competenze personali e prepararsi ad avere a che fare con potenziali clienti e concorrenti.
Infine, il business plan: i responsabili del progetto aiuteranno gli immigrati nella stesura del testo di presentazione del prodotto o servizio che essi intendono offrire, a pianificare il marketing e gestire gli investimenti.
L’iniziativa partirà da quest’anno in forma sperimentale in dieci Camere di commercio, quelle relative alle zone in cui è più alta la presenza di immigrati sul territorio: Ancona, Bari, Bergamo, Catania, Milano, Roma, Torino, Udine, Verona, Vicenza,
“La grande vivacità e la crescita dell’imprenditoria straniera, nonostante questa fase di crisi particolarmente dura”, ha affermato il Direttore Generale dell’Immigrazione presso il Ministero del Lavoro Natale Forlani , “rappresenta un fondamentale sostegno per l’economia del paese ed è un importante indicatore per misurare la qualità dell'integrazione e della mobilità sociale dei cittadini dei paesi terzi”.