Anac - Nel 2017 parte la vigilanza sulle partecipate della PA
La vigilanza dell’Anac sulle società in house della pubblica amministrazione comincia a prendere forma.
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L’Anticorruzione, infatti, ha appena pubblicato la bozza di linea guida per la definizione di un albo, in partenza nel 2017, nel quale tutte le aziende controllate da soggetti pubblici dovranno iscriversi per ottenere affidamenti diretti, in deroga alle procedure di mercato. La novità è prevista dal Codice appalti ed è la conseguenza di una decisione molto importante, inserita nella riforma: affidare la vigilanza su queste società all’Autorità guidata da Raffaele Cantone. Per evitare gli scandali che hanno caratterizzato molte di loro negli scorsi anni.
Un esecito di 10mila partecipate
Tanto per fare un esempio, infatti, tra le in house rientrano tutte le società controllate dal Comune di Roma, come Atac o Ama. Allo stesso tempo, però, senza demonizzare il fenomeno, ci sono migliaia di soggetti in tutto il paese, controllati dai ministeri (come Sogesid o Invitalia), o dai Comuni. Basta pensare che, secondo i dati dell’Istat, le partecipate sono oltre 10mila.
Gli strumenti dell'Anac
Quindi, l’Anac agirà con i suoi strumenti di vigilanza, per evitare che il mercato degli appalti pubblici sia in qualche modo limitato e per fare in modo che il collegamento tra pubblico e privato non si trasformi in un’occasione di limitazione della concorrenza.
Cosa contiene l'elenco
Lo snodo del sistema, come detto, sarà il nuovo albo, che dovrà contenere tutti gli elementi identificativi delle amministrazioni controllanti e delle società: quindi, i rapporti che esistono tra i diversi soggetti dovranno diventare pienamente trasparenti.
Focus sui fatturati
Un focus specifico sarà acceso sui fatturati delle società: in pratica, bisognerà evidenziare in maniera precisa dove vanno a finire i proventi del lavoro delle imprese. In particolare, andrà indicata in maniera esplicita la presenza di una clausola che imponga di girare al soggetto controllante una quota pari almeno all’80% degli incassi.
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Il controllo analogo
Nel testo si parla anche del controllo analogo. Si tratta, in altre parole, del potere di indirizzo esercitato dalla Pa nei confronti della società in house. E’ importante perché, in base alle regole europee, gli affidamenti diretti, in deroga ai principi di apertura del mercato, sono consentiti solo quando esiste questo tipo di controllo. Sarà l’Anac a controllare anche il rispetto di questo requisito.
Le modalità di verifica
Un punto decisivo riguarda i tempi di verifica. Le società si iscriveranno all’elenco e l’Anac avrà un tempo di 90 giorni per controllare i loro requisiti. Una volta effettuata l’iscrizione, eventuali affidamenti senza gara non dovranno essere verificati prima dell’Autorità: questa potrà intervenire dopo l’assegnazione dell’appalto, ed eventualmente stopparlo.
A iscrizione avvenuta, l’Anac potrà invece intervenire per cancellare una società che abbia perso i requisiti necessari per legge. In questo caso ci sarà una conseguenza molto grave: non sarà più possibile assegnare appalti in house, in deroga alla concorrenza. E, in aggiunta, “i contratti già aggiudicati dovranno essere revocati e affidati con le procedure di evidenza pubblica previste dal codice”.
Elenco nel 2017
Il documento sarà in consultazione fino al prossimo 20 dicembre. Chiusa questa fase, a gennaio l’Anac raccoglierà i pareri e metterà insieme la linea guida definitiva. A quel punto potrà partire l’elenco delle società in house, presumibilmente nel corso del 2017.