Terzo settore - nuovi decreti attuativi in arrivo per no profit
In preparazione nuovi decreti attuativi della riforma del Terzo Settore. Lo hanno annunciato il ministro Poletti e il sottosegretario Bobba, facendo il punto sullo stato di attuazione della legge 106-2016 e sulla crescita delle istituzioni no profit in Italia.
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I cinque principali decreti attuativi della legge delega per la riforma del Terzo Settore sono stati già approvati, ma nuovi provvedimenti sono in arrivo per completare il processo di riordino della normativa dedicata al mondo del no profit.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti ha illustrato in conferenza stampa, insieme al sottosegretario Luigi Bobba, lo stato dell'arte della riforma avviata nel 2016, in coincidenza con la presentazione dei dati del Censimento permanente ISTAT sul Terzo settore. Tra il 2001 e il 2015 le istituzioni no profit sono cresciute in Italia del 10% e hanno visto un aumento del 16% del numero di volontari e del 15% dei lavoratori dipendenti impiegati.
La riforma del Terzo settore
La legge 106 del 2016 per la riforma del Terzo settore ha assegnato al Governo il compito di rivedere la disciplina del titolo II del libro primo del Codice civile in materia di associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, quella in materia di impresa sociale e di servizio civile nazionale e di riordinare le altre disposizioni vigenti relative agli enti no profit, compresa la disciplina tributaria, mediante la redazione di un apposito Codice del Terzo settore.
A circa due anni dalla sua adozione, ha ricordato il sottosegretario Bobba, sono stati adottati i cinque principali decreti legislativi previsti dalla legge, in materia di Servizio Civile Universale (D.lgs 40/2017), di Cinque per mille (D.lgs 111/2017), di Impresa sociale (D.lgs 112/2017) e di emanazione del Codice del Terzo settore (D.lgs. 117/2017).
> Codice Terzo Settore – il dlgs 117-2017
In più, ha aggiunto Bobba, è stato sottoscritto il protocollo d'intesa tra Ministero, Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), Agenzia del Demanio e ANCI essenziale per l'operatività del Social bonus, il credito d'imposta pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro effettuate da persone fisiche e del 50% di quelle effettuate da enti o società in favore degli enti del Terzo settore che hanno presentato al Ministero un progetto per il recupero degli immobili pubblici inutilizzati e dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Il portale con la classificazione dei progetti di recupero cui possono essere destinate le erogazioni liberali agevolate dal Social bonus è in via di predisposizione, mentre altri provvedimenti sono stati adottati da settembre ad oggi, tra cui un atto di indirizzo per l'individuazione degli obiettivi generali, delle aree di intervento e delle linee di attività finanziabili a valere sul Fondo del Terzo settore e la disciplina dei criteri di selezione dei progetti.
Altri due decreti sono inoltre in fase di registrazione, ha proseguito il sottosegretario, uno per la nascita dell'organismo nazionale di controllo, cioè la Fondazione che guiderà il processo di riforma dei Centri di servizio per il volontariato, e uno per la nascita del Consiglio nazionale del Terzo settore.
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I prossimi decreti attuativi
Il confronto tra Ministero e operatori del settore, però, è ancora in corso. Anche perchè, ha precisato Bobba ci sono altri quattro provvedimenti in fase di elaborazione-
Il primo è un decreto interministeriale per l'individuazione dei criteri e dei limiti delle attività strumentali secondarie, diverse da quelle di interesse generale, esercitabili da parte degli enti del terzo settore.
Vi è poi un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definirà i termini di riparto del Cinque per mille, un atto normativo per l'attuazione del decreto legislativo sulla disciplina dell'impresa sociale e infine un decreto interministeriale che regolerà la fruizione del credito di imposta a favore delle fondazioni bancarie che finanziano il sistema dei Centri di servizio per il volontariato.
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ISTAT, no profit in espansione
L'insieme di questi provvedimenti dovrebbe dare ulteriore slancio a un settore che sta già sperimentando una fase di crescita. Dal "Censimento permanente istituzioni non profit", ha spiegato in conferenza stampa il capo dipartimento Produzione statistica dell'ISTAT, Roberto Monducci, al 31 dicembre 2017 le istituzioni no profit hanno raggiunto quota 336.275, in crescita del 10% rispetto al 2011, un totale di 789mila dipendenti (+15%) e di 5,5 milioni di volontari (+16%).
Nonostante a farla da padrone sia ancora il Nord Italia, con più della metà delle unità censite concentrate tra Lombardia e Veneto, cresce leggermente anche il numero di organismi no profit presenti nelle regioni del Centro Sud.
“Un segnale di grandissimo valore, soprattutto riguardo al concetto di comunità in cui viviamo”, ha commentato il ministro Poletti, ricordando che l'obiettivo della riforma è dare chiarezza a questo universo di organizzazioni, in termini di regole e di finanziamenti disponibili, perchè “la stabilità di contesto normativo, fiscale e di risorse aiuta a progettare il futuro".