Regole più semplici per le aziende in crisi che richiedono la CIGS
Con il decreto del Ministero del Lavoro appena pubblicato in Gazzetta ufficiale le imprese in difficoltà a causa dell'emergenza Covid-19 potranno richiedere la cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale (CIGS) anche in assenza del piano di risanamento.
La proroga della cassa integrazione nella Manovra 2021
Il decreto del Ministero del Lavoro, datato 15 dicembre 2020, riconosce infatti che la crisi economica connessa alla diffusione della pandemia da coronavirus sta generando ripercussioni economiche e sociali difficilmente stimabili, che non consentono l'individuazione di modalità di risoluzione delle crisi per le aziende messe in difficoltà dall’attuale scenario epidemiologico e che vorrebbero accedere alla CIGS.
Come funziona la Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS)
Il trattamento di integrazione salariale straordinaria è un'indennità erogata dall'INPS a sostegno dei lavoratori di aziende che devono affrontare situazioni di crisi, di riorganizzazione aziendale o contratti di solidarietà difensivi.
In base alla normativa CIGS (decreto legislativo n. 148/2015) sono ammesse, in presenza di una media di più di 15 dipendenti nel semestre precedente la presentazione della domanda, le imprese:
- industriali, comprese quelle edili e affini;
- artigiane, se procedono alla sospensione dei lavoratori in conseguenza di sospensioni o riduzioni dell'attività dell'impresa che esercita l'influsso gestionale prevalente;
- appaltatrici di servizi di mensa o ristorazione, che subiscano una riduzione di attività in dipendenza di situazioni di difficoltà dell'azienda appaltante, che abbiano comportato per quest'ultima il ricorso al trattamento ordinario o straordinario di integrazione salariale;
- appaltatrici di servizi di pulizia, anche se costituite in forma di cooperativa, che subiscano una riduzione di attività in conseguenza della riduzione delle attività dell'azienda appaltante, che abbia comportato per quest'ultima il ricorso al trattamento straordinario di integrazione salariale;
- dei settori ausiliari del servizio ferroviario, ovvero del comparto della produzione e della manutenzione del materiale rotabile;
- cooperative di trasformazione di prodotti agricoli e loro consorzi;
- di vigilanza.
Sono inoltre ammesse le imprese esercenti attività commerciali, comprese quelle della logistica, e le agenzie di viaggio e turismo, compresi gli operatori turistici, a condizione che abbiano occupato mediamente più di 50 dipendenti nel semestre precedente la presentazione della domanda.
Infine, possono richiedere la CIG altre categorie di datori di lavoro, a prescindere dal numero dei dipendenti occupati, quali imprese del trasporto aereo e di gestione aeroportuale e i partiti e movimenti politici.
La CIGS può essere riconosciuta a tutti i lavoratori, compresi quelli assunti con contratto di apprendistato, a condizione che abbiano maturato un'anzianità aziendale di almeno 90 giorni presso l'azienda destinataria. Sono esclusi i dirigenti e lavoratori a domicilio.
La durata del trattamento straordinario di integrazione salariale per ciascuna unità produttiva varia in base alla causale: 24 mesi per la riorganizzazione aziendale e i contratti di solidarietà difensivi; 12 mesi per la crisi aziendale.
Le imprese con un numero elevato di dipendenti in organico che attivano il contratto di espansione possono prevedere il ricorso al trattamento straordinario di integrazione salariale per i lavoratori che non possono accedere allo scivolo pensionistico.
A seguito della pandemia, alle imprese in CIGS è stato consentito di sospendere il programma in corso e di accedere alla CIG Covid-19, se rientrano in un settore per il quale sussista il diritto di accesso alla prestazione di cassa integrazione ordinaria.
Per approfondire: I chiarimenti dell'INPS sulla Cassa integrazione
Accesso alla CIGS anche senza piano di risanamento
Per accedere al trattamento di integrazione salariale normalmente l'impresa deve presentare un piano di risanamento che, individuate le cause della crisi aziendale, indichi anche la strada da percorrere per il suo superamento.
Data l’impossibilità, o comunque estrema difficoltà, per le aziende in crisi a causa della crisi collegata al coronavirus che vogliono attingere alla CIGS di predisporre dei piani di risanamento, in assenza dei presupposti per una concreta realizzazione, il decreto del Ministero del Lavoro del 15 dicembre 2020 stabilisce che, per le domande relative all’anno 2020 e, comunque, fino al termine dell’emergenza epidemiologica, ai fini dell’approvazione del programma di crisi aziendale conseguente all’evento imprevisto della pandemia, la fattispecie è valutata:
- anche in assenza del piano di risanamento,
- con sospensioni anche in deroga al limite dell'80% delle ore lavorabili nell'unità produttiva nell'arco di tempo di cui al programma autorizzato, di cui all’art. 22, comma 4, del decreto legislativo n. 148-2015, con riferimento ai periodi di vigenza dei provvedimenti emergenziali di limitazione all’attività produttiva.
Le novità sulla cassa integrazione straordinaria nella manovra 2021
Oltre al decreto pubblicato il 14 gennaio in Guri, anche l'ultima legge di Bilancio è intervenuta sulla CIGS prorogando per gli anni 2021-2022, la possibilità, per le imprese che cessano l’attività, di accedere, qualora ricorrano le condizioni previste dal decreto-legge n. 109-2018, ad un intervento di cassa integrazione guadagni straordinaria finalizzato alla gestione degli esuberi di personale, per un massimo di 12 mesi.
Per il finanziamento della misura la manovra stanzia 200 milioni di euro per l’anno 2021 e 50 milioni di euro per l’anno 2022, a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione, cui si aggiungono, rispettivamente, 130 milioni e 100 milioni di euro per la proroga per gli anni 2021 e 2022 della possibilità di accesso alla cassa integrazione straordinaria per le imprese con rilevanza economica strategica, anche a livello regionale, che abbiano esaurito la disponibilità di utilizzo della CIGS prevista dalla normativa vigente, in presenza di complessità dei processi di riorganizzazione o di risanamento aziendale o anche di gestione degli esuberi occupazionali.
Infine, la legge di Bilancio 2021 proroga il contratto di espansione a tutto il 2021, allargandone la platea di beneficiari: il numero minimo di dipendenti richiesto per accedervi scende da 1000 a 500 e si riduce ulteriormente, a 250 dipendenti, per le aziende che associno alle nuove assunzioni lo scivolo pensionistico scivolo per i lavoratori prossimi a maturare i requisiti.
Legge di Bilancio 2021: come cambia il contratto di espansione
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