Bankitalia: la nuova parola d'ordine e' trasparenza
- una semplificazione della documentazione che gli intermediari devono predisporre e la previsione di schemi standard per i prodotti “di massa”, come i conti correnti e i mutui offerti ai consumatori;
- l’utilizzo di indicatori sintetici di costo che vengono introdotti anche per gli affidamenti e i conti correnti destinati alla clientela al dettaglio, oltre che per i mutui e il credito al consumo come attualmente previsto;
- l’invio ai correntisti di un riepilogo di tutte le spese sostenute nel corso dell’anno, in modo da consentire di raffrontare i costi effettivamente sostenuti con quelli di analoghi prodotti presenti sul mercato;
- principi per la redazione e presentazione dei documenti che richiedono agli intermediari di prestare particolare attenzione al linguaggio, semplice e chiaro, da utilizzare nelle comunicazioni con il cliente.
- Agli operatori si chiede di adottare, sul piano organizzativo, procedure per garantire che sia prestata attenzione al cliente in ogni fase dell’attività, dall’ideazione del prodotto, alla vendita, fino alla gestione di eventuali reclami.
- Una tutela efficace della clientela richiede infine strumenti di definizione delle liti facilmente accessibili ed economici.
In questi giorni gli istituti di credito sono stati bersaglio di critiche delle parti sociali. In particolare di Emma Marcegaglia, numero uno di Confindustria: “Quando le banche otterranno i Tremonti Bond, quando ci sarà il fondo di garanzia per le Pmi, le banche non avranno più alibi per non erogare credito alle imprese. A quel punto le nostre richieste saranno ancora più forti, perché le banche facciano il loro mestiere fino in fondo. Le situazioni di restrizione del credito che ora sono in essere su tutto il territorio dovranno cessare - ha aggiunto - altrimenti l'asfissia finanziaria sarà chiara e tale che avremo una serie di aziende, anche sane, che non riusciranno a stare sul mercato”.
Per monitorare il fenomeno del credit cruch, dannoso tanto per le famiglie quanto per le imprese, il governo ha deciso di istituire entro la fine di marzo 2009 gli osservatori sul credito, con il compito di risolvere le controversie a livello locale. E' noto a tutti, infatti, lo scenario drammatico della diminuzione dei mutui accesi dalle famiglie per l'acquisto per l'abitazione e del calo dei consumi di beni durevoli. D'altro canto, il ristagno del credito, dovuto principalmente all'inaridimento delle provviste dall'estero e al calo delle esportazioni, ha reso le banche molto più caute nell'erogazione dei prestiti alle imprese. Ciononostante la situazione italiana sarebbe meno grave rispetto alla media dell'area euro e agli Stati Uniti, anche a causa della presenza minore di asset tossici che negli altri paesi e ad un debito delle banche italiane inferiore a quello degli istituiti esteri.
I nuovi organismi saranno attivi presso le prefetture dei capoluoghi di Regione e nelle province autonome di Trento e di Bolzano e per il loro monitoraggio potranno utilizzare le strutture pubbliche, quelle delle prefetture e del ministero dell’Economia, la Banca d'Italia, l'Inps, l'Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza;
Sarà una direttiva congiunta Tesoro-Viminale a stabilire le modalità con cui opereranno le Prefetture e l'Osservatorio nazionale.
Sulla decelerazione del credito e sull'opportunità della nuova iniziativa del governo, a margine dell’ultima, pessimista, audizione presso la Commissione Finanze di Montecitorio, Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, ha affermato che l'attività degli osservatori del credito presso le prefetture, per l'analisti delle condizioni del credito a livello locale, non dovrà tuttavia sconfinare in un ruolo di pressione sulle banche che spinga ad allentare il rispetto di criteri di sana e prudente gestione nella selezione della clientela.
(Alessandra Flora)