Fondi UE: l'Italia a rischio disimpegno automatico
A lanciare il sasso nello stagno è un’indagine dell’Eurispes che riapre un dibattito più volte animato dall’eurodeputato Gianni Pittella.
L’Italia darebbe più di quanto riceve: il confronto tra il contributo al budget dell’Unione Europea e i finanziamenti da quest’ultima erogati per programmi di sviluppo economico, crescita occupazionale, sostegno all’imprenditoria, evidenzia come negli ultimi 12 anni l’Italia sia stata un contribuente netto, con un saldo negativo tra risorse messe a disposizione e risorse accreditate dall’Unione Europea: rispettivamente 135,3 e 105 miliardi di euro (-30,3 mld di euro).
A fronte di un incremento dei contributi al Bilancio dell’Unione Europea di oltre 10,6 miliardi di euro tra il biennio 1995-1996 e il biennio 2005-2006 (+61,4%), gli accrediti dell’Unione Europea all’Italia sono aumentati solamente di 6,7 miliardi di euro (+51,2%), con il conseguente peggioramento del saldo negativo, quasi raddoppiato in 12 anni (da -4,2 miliardi di euro del biennio 1995-1996 a -8,2 miliardi di euro del biennio 2005-2006).
L’analisi dei flussi finanziari tra Italia e Unione Europea nel 2007 conferma lo squilibrio tra contributi al Bilancio dell’Unione Europea (13,8 miliardi di euro, circa il 13% del Bilancio dell’UE) e le somme accreditate dall’Unione all’Italia (10,3 miliardi di euro), con un saldo negativo di circa 3,5 miliardi di euro.
Dei 10,3 miliardi di euro di somme accreditate dall’Unione Europea nel 2007, il 52,7% (circa 5,4 miliardi di euro) è finanziato dai fondi strutturali e destinato prevalentemente a Programmi Operativi Regionali (4,3 miliardi di euro). Di questi 4,3 miliardi di euro, il 45,5% (circa 2 miliardi di euro) è stato accreditato alle regioni del Sud del Paese, somma di cui hanno beneficiato soprattutto la Campania, la Puglia e la Calabria.
Le Isole hanno ricevuto accrediti per un importo superiore a un miliardo di euro (26,4% del totale dei finanziamenti accreditati nel 2007), dei quali il 71,4% alla Sicilia e il 28,6% alla Sardegna.
Complessivamente il Mezzogiorno ha ricevuto nel 2007 oltre 3 miliardi di euro di finanziamenti europei contro 870 milioni di euro del Nord Italia (dei quali il 59,3% destinati a Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna) e 355 milioni di euro del Centro (dei quali il 66,3% destinati a Toscana e Lazio).
Le Regioni del Meridione sono quindi le principali destinatarie dei finanziamenti erogati dall’Unione Europea, ma è proprio qui che si riscontrano i maggiori ritardi nell’utilizzo dei fondi europei, attribuibili all’inadeguatezza della macchina amministrativa rispetto alle complesse procedure Ue, alla difficoltà di dialogo tra le autonomie locali e alla ridotta consapevolezza dei cittadini circa l’esistenza di tali fondi.
Lo stato di realizzazione al 31 dicembre 2008 dei Programmi Operativi Regionali (POR) inseriti nell’Obiettivo 1 del Programma di finanziamento Europeo 2000/2006 evidenzia tale difficoltà. L’importo complessivo degli impegni italiani relativi all’obiettivo 1 (sviluppo e adeguamento strutturale delle Regioni che presentano ritardi nello sviluppo), obiettivo 2 (riconversione economica delle aree con problemi strutturali) e obiettivo 3 (adeguamento delle politiche nazionali e europee in materia di occupazione, istruzione, formazione) è di oltre 73 miliardi di euro, a fronte dei quali sono stati effettuati pagamenti per 58,7 miliardi di euro.
In particolare, gli impegni relativi all’obiettivo 1 raccolgono circa 55,2 miliardi di euro (75,5% del totale), dei quali 16,9 miliardi di euro per i Piano Operativi Nazionali (PON) e 38,2 miliardi di euro per i Piano Operativi Regionali (POR). Per la regola del disimpegno automatico - meccanismo attraverso cui la quota di impegno per cui non è stata presentata domanda di pagamento dopo due anni dalla scadenza viene automaticamente disimpegnata dalla Commissione le Regioni del Mezzogiorno - avrebbero perso circa 9,3 miliardi di euro dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea.
Alla luce delle difficoltà incontrate nella spesa dei fondi il nostro Paese ha chiesto alla Commissione Europea una proroga al termine per l'ammissibilità delle spese, fino a il 30 giugno 2009. Tuttavia, il rischio di disimpegno automatico dei finanziamenti destinati ai Programmi Operativi Regionali rimane elevato, dovendo le Regioni destinatarie dei fondi utilizzarne mensilmente non meno di 1,5 miliardi di euro.