Dal G8 al G20: il libro dei desideri per superare la crisi
Le ultime previsioni annunciano un calo record nel mese di marzo per gli indici della Commissione Europea che misurano la fiducia e il clima imprenditoriale europei, precipitati al livello più basso dal gennaio 1985. Secondo queste stime, purtroppo, l’Italia avrebbe conquistato il palmarès del pessimismo.
In questi giorni, a Roma, i riflettori sono puntati sul mercato del lavoro, in occasione di quello che è stato definito il vertice sociale del G8. La doccia fredda è arrivata con una notizia shock: nel 2010 il tasso di disoccupazione nell'area Ocse potrebbe avvicinarsi al 10% nella maggior parte dei Paesi, praticamente senza eccezione. Ad essere colpite saranno milioni di famiglie e di comunità. “La nostra priorità – ha affermato Vladimír Špidla, Commissario europeo per gli affari sociali e l’occupazione - è quella di salvaguardare, ove possibile, i livelli occupazionali e di mantenere e migliorare le competenze dei lavoratori affinché possano trovare nuovi posti di lavoro. Coordinando la nostra azione a livello mondiale possiamo assicurare che la dimensione umana sia al centro delle discussioni volte al miglioramento della governance internazionale”.
Dello stesso parere Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, mentre annunciava il moloc dei 25 milioni di disoccupati: “Stimolare la domanda di lavoro, cercando di evitare i licenziamenti effettuati dalle imprese colpite dalla stretta del credito. Assicurare gli ammortizzatori sociali adeguati per chi ha perso il posto di lavoro, in modo particolare in assenza dell’indennità di disoccupazione”.
Come prossimo passo, ci si attende che il G20 che si svolgerà il prossimo 2 aprile a Londra possa rilanciare senza indugi l’economia globale e possa esercitare con efficacia le sue capacità di decision-making, diversamente da quanto è accaduto in passato. Dopo gli "auto da fè" degli ultimi mesi, sarebbe il momento propizio per passare all’azione.
Queste le priorità del summit inglese:
- la messa a punto di misure antiprotezionistiche,
- la riforma del sistema regolatorio,
- il pugno di ferro contro i paradisi fiscali,
- la riforma del Fondo Monetario Internazionale (caldeggiata anche dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi),
- un ruolo di primo piano per le economie emergenti e
- un nuovo stimolo all’economia mondiale.
Sulla base delle wishlist e dei profili-paese stilati dal Financial Times, il nostro Paese deve compiere grandi sforzi per dare delle risposte a breve termine alla crisi e per ripristinare un clima di sicurezza e di fiducia. Inoltre, il governo italiano dovrà costruire un largo consenso sulla necessità di riformare e rafforzare l’architettura finanziaria globale. Infine deve far sì che il G8 e il G20 remino nella stessa direzione per costruire - o eventualmente ristabilire - i principi comuni e gli standard del sistema finanziario.
(Alessandra Flora)