Human Technopole – finanziamenti per polo ricerca in area Expo
80 milioni di euro si aggiungono ai 50 già stanziati per la realizzazione del polo tecnologico nell'area Expo a Milano
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Sette centri e tre facilities condivise per una grande piattaforma di sviluppo della ricerca nell'area che ha ospitato l'Esposizione Universale di Milano. Con la firma del decreto del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che stanzia 80 milioni di euro, il progetto 'Human Technopole - Italia 2040' entra nella fase operativa.
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Annunciato già a febbraio come eredità ideale di Expo Milano, 'Human Technopole - Italia 2040' prevede un'infrastruttura centrale nell'area dell'Esposizione che dovrebbe ospitare circa 1500 unità fra ricercatori, tecnici e amministrativi. Il progetto è stato valutato dal MIUR e poi aggiornato sulla base delle osservazioni di un panel internazionale di esperti, per arrivare ad agosto al via libera al Piano scientifico e finanziario da parte del Ministero dell'Economia.
Dopo i 50 milioni stanziati dal Governo per entrare come socio nella società che gestisce l'area, Arexpo, gli ulteriori 80 milioni messi a disposizione del progetto segnano il passaggio alla fase operativa, con l'insediamento del Comitato di coordinamento entro ottobre 2016 e la definizione dell'entità giuridica del tecnopolo entro dicembre.
All'inizio del prossimo anno si procederà all'avvio del bando per lavori e della call internazionale per la selezione del direttore scientifico e dei direttori dei vari centri di Human Technopole.
La fase di startup, sotto la gestione dell'Istituto italiano di tecnologia, dovrebbe concludersi dopo due anni, per passare alla piena autonomia operativa nel febbraio 2019. A livello finanziario, a regime si stima un costo annuo di 140 milioni, mentre nel 2017 si parte con gli 80 milioni già stanziati e per il 2018 si prevedono spese per 124 milioni di euro.
La struttura di Human Technopole
Nello specifico lo Human Technopole sarà organizzato in 7 Centri:
- Medical Genomics, dedicato alla genomica di base, con particolare attenzione alle malattie oncologie e auto-immuni, invecchiamento e infiammazione, che saranno affrontate studiando strategie terapeutiche adatte ai diversi profili genetici dei pazienti e avviando test pre-clinici in collaborazione con alcuni istituti ospedalieri milanesi;
- Neurogenomics, dedicato alle malattie neurodegenerative, quali Alzheimer, Parkinson e Sclerosi Laterale Amiotrofica, con studi sui legami tra patologie, stile di vita, alimentazione e storia familiare e sviluppo di nuove tecnologie per l'analisi del cervello;
- Agri-Food and Nutrition Genomics, che punterà a individuare la nutrizione più adatta a prevenire l'insorgenza di malattie degenerative;
- Data Science, che contribuirà, tra le altre cose, a integrare le informazioni in possesso del centro di Nutrition Genomics con informazioni di tipo epidemiologico e valutazioni etico-sociali;
- Computational Life sciences, per lo sviluppo di modelli multiscala di nuova generazione e di tecnologie per l'analisi dei big data, ma anche per simulare in ambiente virtuale l'interazione tra nuove molecole e strutture biologiche in modo da scoprire nuovi farmaci;
- Analysis, Decision and Society, che fornirà gli strumenti matematici, statistici e computazionali per gestire i risultati delle diverse aree di ricerca e coniugare l'analisi dei dati genomici, medici e nutrizionali con le informazioni di tipo sanitario ed economico-sociale.
- Nano Science and Technology, per lo studio di materiali e dispositivi nanotecnologici capaci di migliorare il monitoraggio dello stato dei pazienti e dei cibi (packaging alimentare attivo).
Ai Centri si aggiungono 3 facilities condivise:
- Central Genomics,
- Imaging,
- Data Storage and High Performance Computing,
e i laboratori negli istituti di ricerca partner, in particolare l'Istituto italiano di tecnologia, le Università pubbliche di Milano, il CNR e l'Istituto superiore di Sanità, sotto forma di Outstation.
L'obiettivo del Governo è affiancare al tecnopolo anche le sedi dei centri di ricerca di alcune multinazionali, con cui sono in via di definizione accordi, e il Campus dell’Università Statale di Milano, il cui rettore Gianluca Vago ha però manifestato dubbi sul trasferimento delle facoltà scientifiche nell'area. A meno che non vi siano garanzie sui fondi disponibili per l'operazione già in legge di Stabilità.
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