Partecipate pubbliche – addio a una societa' su tre
Dalla ricognizione straordinaria delle partecipazioni delle PA emerge che una società su tre è stata interessata da interventi di dismissione.
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In base alla ricognizione straordinaria prevista dal Testo unico sulle partecipate (dlgs n. 175 del 2016), le Pubbliche amministrazioni italiane dismetteranno un terzo delle società in cui detengono partecipazioni dirette. A divulgare i dati il Dipartimento della Funzione pubblica e il Ministero dell'Economia, cui spetta ora il monitoraggio dei piani di dismissione e fusioni annunciati dalle PA.
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I numeri della ricognizione
Su circa 10.500 enti tenuti ad approvare la ricognizione straordinaria stabilita dal nuovo Testo Unico, l’83 per cento del totale ha provveduto alla trasmissione del piano tramite l'apposito applicativo Partecipazioni del Portale del Tesoro. Un risultato in linea con le aspettative del Governo, che giudica fisiologica la percentuale di inadempimento del 17 per cento.
Se si guarda alle caratteristiche dei Comuni inadempienti, tra l'altro, il 72 per cento ha una popolazione inferiore a 5mila abitanti e quindi presumibilmente il numero delle partecipazioni detenute non dovrebbe modificare il quadro complessivo della rilevazione.
Per quanto riguarda, invece, le 8.771 amministrazioni pubbliche che hanno contribuito alla ricognizione, l’89 per cento ha dichiarato di detenere partecipazioni.
I piani di dismissione delle PA
Complessivamente le partecipazioni societarie dichiarate sono 32.504 e fanno riferimento a 5.791 società, di cui 4.701 a partecipazione diretta delle amministrazioni. In base alle informazioni inviate, un terzo di queste 4.701 sarà oggetto di interventi di dismissione.
Nello specifico, su 2.558 società in cui gli enti possiedono, singolarmente o nel loro complesso, la maggioranza del capitale, 747 sono interessate da procedure di dismissione e 118 da procedure di fusione. Quanto alle 2.143 società in cui gli enti non detengono la maggioranza del capitale, in 785 casi gli enti intendono uscire dalla compagine azionaria.
I prossimi passi
Il compito della Struttura di monitoraggio del Ministero dell'Economia sarà ora quello di verificare la corrispondenza dei piani di razionalizzazione presentati dalle amministrazioni ai criteri indicati nel Testo Unico. Un lavoro che verrà svolto con il supporto di un software dedicato all’analisi dei provvedimenti adottati dalle PA e alla verifica della coerenza dei dati trasmessi rispetto ai vincoli, anche quantitativi, previsti dal dlgs n. 175 del 2016, in termini di fatturato, risultato economico, numero dei dipendenti e degli amministratori di ciascuna società partecipata.
Parallelamente, il Ministero monitorerà anche l’attuazione delle misure di razionalizzazione previste nei piani di revisione straordinaria, e quindi l'effettività dei processi di alienazione, fusione e messa in liquidazione delle partecipate.