Crowdfunding - come funziona PostepayCrowd
Cresce il fenomeno dell’equity crowdfunding in Italia: basti pensare che solo nei primi mesi del 2018 la raccolta ha superato tutto il 2017. E Poste Italiane si allinea al trend con PostepayCrowd, iniziativa che supporta le idee vincenti attraverso il crowdfunding.
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Forse non si può parlare di boom, ma certo i dati del terzo report italiano sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano fotografano una forte spinta del fenomeno nel Paese, con 249 milioni di euro raccolti in 5 anni con l’equity crowdfunding.
Non è un caso dunque che Poste Italiane abbia deciso di agganciare questa tendenza e lanciare una propria iniziativa di crowdfunding.
PostepayCrowd: cos'è e come funziona
L’obiettivo della società è avvicinarsi ancora di più al target 2.0, la “maker generation”, con un progetto italiano di crowdfunding.
PostepayCrowd è rivolta a startup e PMI, e più in generale a tutti i progettisti in open innovation e digital trasformation, fintech e sistemi di pagamento. Attraverso la piattaforma di crowdfunding Eppela, il progetto può essere sottoposto ad una valutazione per essere inserito tra quelli da co-finanziare.
Gli innovatori possono caricare la propria idea di progetto definendola in modo dettagliato (titolo, immagine, descrizione, video e racconto autobiografico). Vanno quindi stabiliti un budget ed un preciso arco di tempo per raccoglierlo (da 15 giorni fino ad un massimo di 40) e devono essere indicate le ricompense da corrispondere a coloro che sosterranno una donazione al progetto.
Ogni mese sono pubblicati nuovi progetti; coloro che raggiungeranno l'obiettivo del 50% della raccolta tramite le donazioni dai propri sostenitori, saranno cofinanziati per il residuo 50% (fino all'importo di 5mila euro per iniziativa).
Inoltre i 10 progetti fintech considerati più innovativi riceveranno ulteriori 15mila euro in attività di comunicazione.
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Crowdinvesting: 2018 anno di grande crescita
Non è ancora finito, ma il 2018 si può già definire un anno mirabile per il crowdinvesting made in Italy: nei primi sei mesi, infatti, il volume complessivo di raccolta supera quello relativo a tutto il 2017.
Andando più nello specifico dei dati diffusi dal terzo report italiano dell’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, al 30 giugno 2018 l’equity crowdfunding ha raggiunto complessivamente un valore di 33,3 milioni di euro, con una raccolta di 20,9 milioni di euro solo nell’ultimo anno, oltre il triplo rispetto al 2017.
Dal gennaio l’equity crowdfunding vede l’importante novità dell’apertura del mercato a tutte le PMI, non solo le startup e PMI innovative.
L’Osservatorio ha censito 231 campagne di raccolta, di cui 122 negli ultimi 12 mesi, organizzate da 214 imprese con un tasso di successo in miglioramento pari al 67%.
Le piattaforme più attive rispetto al numero di campagne proposte sono state Crowdfundme, Mamacrowd e Opstart.
Il valore medio del target di raccolta per ogni emittente è di 218.368 euro, mediamente viene offerto in cambio il 13,5% del capitale. Fra le imprese emittenti continuano a prevalere le startup innovative, l’84,6% del totale, ma aumenta l’incidenza delle PMI innovative (8,4%) e compaiono per il primo anno le PMI (5,1%).
In media ogni campagna riceve il sostegno di 65,9 investitori. L’investitore tipico è maschio, vive in Lombardia, ha da 36 a 49 anni e spesso investe in più operazioni.
“L’industria dell’equity crowdfunding in Italia è cresciuta sensibilmente nell’ultimo anno, grazie soprattutto a un ristretto numero di piattaforme che hanno saputo catalizzare l’attenzione sia di chi cerca capitale, sia di chi lo offre”, commenta Giancarlo Giudici, direttore dell’Osservatorio. “Nei fatti, il mercato si è consolidato, lasciando poco spazio a nuovi entranti che partono da zero. A meno di improvvise turbolenze sui mercati, prevediamo nei prossimi 12 mesi le prime exit e l’arrivo sul mercato di PMI ‘mature’ che sperimenteranno l’equity crowdfunding come anticamera alla quotazione in Borsa”.