State of the Union – le ultime proposte della Commissione Juncker
L'ultimo discorso sullo Stato dell'Unione di Juncker arriva a dieci anni dal fallimento Lehman Brothers. La crisi è alle spalle, dichiara il presidente della Commissione UE, ma c'è ancora lavoro da fare per rendere l'Europa un attore globale in grado di influenzare il corso degli eventi a livello mondiale.
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Il momento del bilancio definitivo dell'operato della Commissione europea guidata da Jean Claude Juncker non è ancora arrivato e l'imminenza delle elezioni europee impone di continuare ad agire per convincere i cittadini dell'Unione a credere nel progetto UE. L'ultimo discorso sullo Stato dell'Unione di Juncker di fronte al Parlamento europeo riunito in plenaria guarda quindi alle cose da fare in questi ultimi mesi di lavoro e traccia un quadro di proposte per rendere l'UE sempre di più un attore globale.
Su un solo aspetto il numero uno della Commissione rivendica i risultati raggiunti, ed è quello dell'economia. Dieci anni dopo Lehman Brothers, l'Europa ha voltato pagina rispetto alla crisi e sta sperimentando una fase di crescita e di ripresa dell'occupazione, ha detto Juncker, pur ammettendo che la disoccupazione giovanile, al 14,8%, è ancora troppo alta. Gli investimenti sono in ripresa, anche grazie al contributo del Piano Juncker, mentre la Grecia, dopo anni dolorosi, è riuscita a completare il suo programma e a rimettersi in piedi compiendo sforzi che gli altri europei continuano a sottovalutare, ha sottolineato.
L'UE come player globale
Dagli accordi commerciali al partenariato con l'Africa, la priorità per il numero uno della Commissione è agire insieme per contare di più a livello mondiale.
L'UE è una potenza commerciale che vanta accordi con 70 paesi e rappresenta nel suo complesso il 40% del Pil mondiale, ha detto Juncker, sottolineando l'importanza di parlare con una sola voce nei negoziati con gli altri paesi.
Unità che il presidente della Commissione sollecita anche sul tema dell'allargamento dei confini dell'Unione: bisogna chiarire definitivamente l'atteggiamento dell'UE nei confronti dell'adesione dei paesi dei Balcani occidentali, altrimenti altri assumeranno il compito di dar forma ai nostri vicini, ha avvertito.
In generale, per Juncker l'Europa deve rendersi conto meglio della sua potenza politica, economica e talvolta militare, per diventare un global player, attore globale, e non solo un global payer, pagatore globale. Il riferimento è anche alla proposta del Fondo europeo per la difesa presentata dalla Commissione e in generale al progetto di una Unione europea della difesa.
Non si tratta però di militarizzare l'Unione europea, nè di utilizzare la sovranità europea contro gli altri, ha assicurato Juncker. L'obiettivo è diventare più responsabili e indipendenti nella gestione delle minacce interne ed esterne, rimanendo una realtà aperta e multilaterale.
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Le nuove proposte
Tutte le proposte annunciate dalla Commissione europea nel 2014 sono state presentate; la metà sono state già approvate da Parlamento e Consiglio, il 20% risulta ancora per strada, il 30% in stallo. Su queste bisogna accelerare, ha detto Juncker.
Allo stesso modo bisogna accelerare sul fronte Brexit e la proposta di Theresa May di sviluppare un nuovo partenariato per il futuro è un buon punto di partenza per un accordo, ha detto Juncker. Va chiarito, però, che chi esce dall'Unione non può rimanere nella posizione privilegiata di uno Stato membro, né continuare a far parte del mercato unico o soltanto di alcune sue aree a scelta, ha aggiunto.
Di fronte al banco di prova delle elezioni europee del 2019, però, il presidente dell'Esecutivo UE ha messo sul tavolo anche una serie di nuove proposte, dal contrasto al proselitismo dei terroristi sul web all'eliminazione del cambio dell'ora, dal rafforzamento della Procura europea alla vigilanza antiriciclaggio rafforzata per il settore bancario e finanziario.
Juncker ha parlato anche della necessità di sviluppare ulteriormente il ruolo internazionale dell'euro: la moneta unica è la seconda valuta mondiale dopo il dollaro, è ridicolo che l'UE regoli l'80% dei conti relativi all'importazione di energia in dollari, quando dagli USA importiamo soltanto il 2% dell'energia, ha detto, annunciando una proposta entro fine anno che renda l'euro strumento attivo della nuova sovranità europea.
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Vie di migrazione legali
Tra i nodi più caldi per gli elettori europei resta il tema dell'immigrazione.
La Commissione non può essere accusata per tutti gli errori fatti: le proposte su profughi e immigrazione sono state fatte, devono essere approvate e attuate, ha detto Juncker, ricordando che dal 2015 i contributi dell'Unione europea hanno salvato 690mila persone in mare e tocca agli Stati membri trovare l'equilibrio tra sovranità nazionale e solidarietà.
Da parte sua, Juncker ha presentato una proposta per il rafforzamento della Guardia costiera di confine europea, con l'incremento dei funzionari fino a 10mila unità, una per la creazione di un'Agenzia europea per l'asilo che aiuti gli Stati membri a gestire le richieste e un'altra per accelerare il ritorno dei migranti entrati illegalmente. Servono però soluzioni sostenibili e durature, non risposte ad hoc per ogni nuova imbarcazione. E la risposta migliore, per Juncker, sarebbe quella di aprire delle vie di migrazione legale verso l'Europa.
Un nuovo partenariato con l'Africa
Il rapporto UE-Africa non va però inquadrato solo nella prospettiva della gestione dei flussi migratori e dell'aiuto allo sviluppo, ha spiegato Juncker. L'Africa non ha bisogno di carità, ma di un partenariato equilibrato, ha aggiunto.
Da qui la proposta di una nuova alleanza tra UE e Africa per promuovere investimenti strategici, anche attraendo capitali privati, e per creare fino a 10 milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni. Tra le azioni previste, interventi per favorire gli investimenti nell'istruzione e nelle competenze e per rafforzare il contesto imprenditoriale, ma anche, nel più lungo termine, concludere un accordo intercontinentale di libero scambio tra l'UE e l'Africa.
A questi obiettivi potrà contribuire anche una maggiore collaborazione tra la Banca europea per gli investimenti (BEI), in qualità di banca dell'UE, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e gli operatori dello sviluppo nazionali e regionali, che a partire dalle rispettive esperienze e competenze potrebbero diventare più efficaci lavorando in maniera coordinata.
Intanto, ha ricordato il numero uno della Commissione, i fondi di investimento avviati due anni fa mobiliteranno oltre 44 miliardi nel settore pubblico e privato e i progetti già previsti mobiliteranno 24 miliardi di euro. Grazie al sostegno nell'ambito del Quandro finanziario 2014-2020, inoltre, 35mila studenti e docenti universitari provenienti dall'Africa beneficeranno del programma Erasmus+, 30 milioni di persone ed imprese beneficeranno dell'accesso all'energia elettrica e 24 milioni di persone potranno accedere a strade praticabili.
Gli impegni futuri dipenderanno dall'accordo sul prossimo QFP. Serve un compromesso di principio sul bilancio UE post 2020 prima delle elezioni europee, ha avvertito Juncker, se vogliamo garantire risorse per i giovani, per i ricercatori e per le imprese dell'UE e per gli investimenti esterni dell'Unione.
> Vigilanza antiriciclaggio rafforzata per la stabilità del settore bancario e finanziario
> Migrazione e riforma delle frontiere
> Eliminazione del cambio stagionale dell'ora
> Sostegno agli investimenti extra UE
> Politica estera e di sicurezza comune
© European Union, 2018/Photo: Etienne Ansotte