Legge Bilancio 2019 – Resto al Sud apre a professionisti e under 46
Con l'entrata in vigore della legge di Bilancio 2019 si amplia la platea dei beneficiari della misura Resto al Sud per il sostegno alla nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno.
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Con alcune modifiche alla normativa della misura Resto al Sud, la legge di Bilancio 2019 (legge n. 145-2018) introduce novità di grande impatto per chi è interessato alle agevolazioni a sostegno dell'autoimprenditorialità nel Mezzogiorno. L'età massima dei beneficiari sale infatti da 35 a 45 anni, mentre tra le attività economiche finanziabili vengono ammesse anche quelle libero professionali, finora escluse insieme ad agricoltura e commercio.
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La legge di Bilancio 2019 potenzia Resto al Sud
Si allarga, quindi, la platea dei beneficiari del regime di aiuto, che conta ad oggi 4.900 domande presentate e dispone di risorse finanziarie pari a 1,25 miliardi di euro a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020.
Finora le agevolazioni sono state riservate ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni e residenti o disponibili a stabilirsi nelle Regioni del Mezzogiorno, cioè Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia, e a neo imprese già costituite negli stessi territori da giovani imprenditori dopo il 21 giugno 2017. Con l'entrata in vigore della legge di Bilancio 2019, tra i beneficiari rientrano i soggetti di età inferiore ai 46 anni e le agevolazioni diventano accessibili anche ai liberi professionisti, sempre residenti o pronti a trasferirsi nelle Regioni target dell'iniziativa.
Da una parte, con l'intervento sull'età anagrafica si punta a offrire un'opportunità a soggetti che hanno maturato competenze professionali significative nel corso della loro esperienza lavorativa in condizioni di precariato o di lavoro sommerso/irregolare, ma anche persone espulse dal mercato del lavoro a causa di crisi aziendali e di settore e con grandi difficoltà di ricollocamento.
D'altra parte, l’estensione alle libere professioni vuole rispondere alle difficoltà di accesso al mercato del lavoro sempre più diffuse nel Mezzogiorno anche per i giovani professionisti, soprattutto con riferimento alle professioni legate al settore edilizio.
Confermato l'impianto generale della misura: la manovra lascia intatta la copertura del 100% dei costi di avvio delle nuove iniziative imprenditoriali, per il 35% sotto forma di contributo a fondo perduto e per il 65% tramite finanziamento bancario assistito dal Fondo di garanzia per le PMI.
Nel corso dell’esame parlamentare, però, è stato previsto l’obbligo della costituzione, da parte dei soggetti che presentino le istanze, nelle forme giuridiche di impresa individuale o di società, incluse le cooperative, ad eccezione delle attività libero-professionali, per le quali è richiesto esclusivamente che i soggetti che presentano domanda non risultino, nei 12 mesi precedenti, titolari di partita IVA per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta.
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