Coniugare produttività e sostenibilità: idee e modelli di business per le cooperative
Un ecodistretto cooperativo, una piattaforma web per la commercializzazione di beni e servizi e un toolkit per modelli di governance centrati sul coinvolgimento dei lavoratori: sono gli ultimi studi di fattibilità realizzati grazie ai finanziamenti del Ministero dello Sviluppo economico gestiti da Invitalia per lo sviluppo del movimento cooperativo.
In arrivo i nuovi finanziamenti a tasso zero per le cooperative
Gli studi di fattibilità, presentati nel corso di un evento digitale, sono stati aggiudicati nell'ambito della quarta tornata di bandi di gara pubblicati da Invitalia per conto del MISE e avevano come tema la responsabilità sociale d’impresa e lo sviluppo di nuovi modelli di governance, trasparenza della filiera e coinvolgimento della cittadinanza.
In tutto, questi bandi e le precedenti tre edizioni - sui temi Economia circolare, Filiere e Digitalizzazione - hanno permesso di finanziare, con un totale di 1,3 milioni di euro, venti studi per accompagnare la crescita e il consolidamento sul mercato delle cooperative. Modelli progettuali, e non progetti specifici, che possono essere replicati da altre realtà e territori, ha spiegato Maria Benedetta Francesconi, della direzione generale per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese del MISE. E che hanno spesso al centro le tematiche green e digital, ha sottolineato Paolo Praticò, responsabile area Grandi investimenti di Invitalia, cioè le priorità chiave del pacchetto Next Generation EU e del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il Programma MISE per lo sviluppo delle cooperative
Partito alla fine del 2015 con il lancio delle prime otto gare da parte di Invitalia, il Programma di promozione e sviluppo del movimento cooperativo finanzia studi di fattibilità per accompagnare le cooperative in percorsi di innovazione e di crescita, indicando gli ambiti produttivi con le maggiore potenzialità.
L’obiettivo delle gare è ottenere modelli innovativi di nascita e sviluppo di imprese cooperative, anche attraverso l’ingresso in nuovi spazi di mercato e nuove forme di creazione di valore, grazie ad azioni di sistema e di integrazione tra cooperative in sistemi e filiere produttive.
Gli ultimi tre bandi di gara, scaduti a gennaio 2019, finanziavano la realizzazione di:
- uno studio di fattibilità nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa finalizzato all’identificazione di nuovi modelli organizzativi e di governance cooperativa, come contributo al raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030,
- uno studio di fattibilità finalizzato alla tracciabilità, alla trasparenza e alla distribuzione di valore nell’ambito di una filiera cooperativa,
- uno studio diretto all'identificazione e all'utilizzo di metodologie di coinvolgimento attivo della cittadinanza al fine di disegnare e realizzare modelli di rigenerazione urbana inclusivi e sostenibili attraverso la partecipazione degli attori socio-economici di una comunità cittadina.
Un ecodistretto cooperativo per l’urbanizzazione inclusiva e sostenibile
Una vecchia cascina in un parco agricolo è diventata, nello studio di fattibilità della Cooperativa LAMA, il punto di partenza per lo sviluppo di un ecodistretto cooperativo alla periferia sud di Milano. Un modello di rigenerazione urbana a matrice cooperativa che attraverso un mix di housing sociale e altri prodotti immobiliari permette di progettare unità abitative e commerciali con un impatto positivo, in termini ambientali e sociali, in un'area altrimenti abbandonata.
A caratterizzare l'ecodistretto, ha spiegato il presidente di LAMA, Andrea Rapisardi, è una metodologia di coprogettazione che valorizza la prospettiva valoriale delle cooperative - con l'innovazione messa a servizio della comunità e non fine a se stessa - e il ruolo dell'attore pubblico che può mettere in campo asset immobiliari o capacità progettuale e diventare sostanziale nella riuscita del modello.
Decisivo in questi progetti mission oriented è poi valorizzare, oltre allo scambio mutualistico con i soci, il dialogo con la comunità e il protagonismo degli abitanti per creare un impatto sociale positivo sui territori.
Blockchain per la tracciabilità e la distribuzione sul web
Ambiente virtuale, ma ricaduta molto concreta, per lo studio di fattibilità presentato da Valentina Fabbri, presidente della cooperativa PROGRAMMA INTEGRA. A partire dall'esperienza della cooperativa sociale, che si occupa di percorsi di inclusione di persone vulnerabili ma ha trovato sostenibilità economica attraverso lo sviluppo di servizi e prodotti da commercializzare sul mercato, lo studio ha proposto la creazione di una piattaforma, basata su tecnologia blockchain, per la messa a fattore comune dei servizi e dei beni delle cooperative del territorio laziale.
Un modello che ha stimolato Confcooperative Lazio a sviluppare la piattaforma www.insieme.coop con oltre 120 cooperative iscritte che condividono beni e servizi sul web e che dovrebbe presto essere replicata in Basilicata, Emilia-Romagna e Lombardia.
In prospettiva la piattaforma non si limiterà a fare incontrare, attraverso la geolocalizzazione, fornitori e acquirenti, ma permetterà di effettuare internamente anche le transanzioni finanziarie e potrà essere gestita da un soggetto terzo che ricaverebbe una percentuale dalle operazioni.
Un toolkit per una governance partecipativa
Già in fase disseminazione il prontuario realizzato dalla cooperativa CAUTO, che partendo da una ricognizione dei progetti portati avanti negli ultimi anni ha sviluppato un toolkit con strumenti e metodi utili in tema di coinvolgimento dei lavoratori.
Quattro le dimensioni fondamentali individuate, ha spiegato il direttore generale Michele Pasinetti: una struttura di governo chiara e trasparente; la disponibilità di strumenti giuridici adeguati, come deleghe, contratti di rete e partnership; la presenza di competenze solide e trasversali e l'attenzione a individuare gli agenti di cambiamento interni all'organizzazione a prescindere dal ruolo; la capacità di ponderare l'investimento economico.
Abbiamo già iniziato un percorso di formazione teorica e di consulenza pratica con altre realtà cooperative e stiamo avviando interlocuzioni per allargare l'uso di questi strumenti anche alle imprese profit, ha detto Pasinetti. La partecipazione dei lavoratori non è utile solo come leva motivazionale, ma permette anche di rendere i processi decisionali più efficaci.
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