Confindustria: le richieste degli industriali e gli impegni del Governo
Infrastrutture, sostegno alle imprese e occupazione per costruire oggi l'Italia che i nuovi nati abiteranno tra vent'anni. E' l'appello del presidente Boccia in occasione dell'Assemblea di Confindustria, cui ha risposto il vicepremier Di Maio con gli impegni del Governo.
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I desiderata dell'Associazione degli industriali sono stati raccolti in un video, trasmesso in apertura dell'Assemblea annuale di Confindustria, che racconta il 2019 come un anno chiave per il rilancio degli investimenti e la crescita dell'Italia.
Quello che il paese sarà tra vent'anni dipenderà dalle scelte che faremo oggi, sospesi tra il rischio di un destino declinante e la possibilità di guidare la ripresa dell'Europa, ha detto il numero uno di viale dell'Astronomia Vincenzo Boccia, immaginando per il futuro una serie di traguardi: l'Italia snodo dei grandi flussi commerciali tra Europa e Mediterraneo, caratterizzata dalla piena occupazione e dall'80% delle imprese internazionalizzate e digitali, pienamente votata al modello della sostenibilità e in cui tutti si sentono cittadini d'Europa di nazionalità italiana.
Per questo servono pragmatismo e visione prospettica, ha sottolineato Boccia, con una stoccata contro “la bulimia di consenso immediato” sui social e “il presentismo imperante” che impediscono alla politica di progettare e costruire il futuro.
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Le richieste di Confindustria
Più lavoro e crescita e meno debito pubblico sono i principali obiettivi che la politica economica dovrebbe perseguire secondo gli industriali, in un contesto caratterizzato dal rallentamento dell'economia europea e da turbolenze sul fronte internazionale - non solo in Usa e Cina, ma anche in paesi emergenti come Argentina e Turchia - che penalizzano le esportazioni italiane.
Per questo, ha detto Boccia, considerando che in un futuro non lontano nessun paese europeo farà parte delle più grandi economie del mondo e solo l'UE potrà continuare ad essere un gigante politico ed economico, alla vigilia delle elezioni europee l'Italia deve ribadire la propria appartenenza all'Unione e alla moneta unica.
L'Europa, ha sottolineato il presidente di Confindustria, resta la strada migliore per competere con giganti come Usa e Cina, con cui altrimenti non potremmo confrontarci, a condizione che sappia mettere al centro dell'azione politica l'attività di impresa e la piena occupazione, individuando prima obiettivi e risorse e poi intervenendo sugli obiettivi di bilancio. Il patto di stabilità di crescita, quindi, dovrebbe diventare un patto di crescita e stabilità.
Guardando alla futura composizione della Commissione europea, secondo Boccia, l'Italia dovrebbe competere per ottenere una delega qualificata in campo economico, come l'industria o il commercio. Sul tema immigrazione, invece, per gli industriali la soluzione non consiste in una improbabile chiusura delle frontiere, ma nella gestione condivisa a livello UE e in partenariati tra privati per lo sviluppo dell'Africa e per fare in modo che chi arriva possa in Europa contribuire alla crescita dei paesi dell'Unione.
Sul fronte nazionale, invece, secondo Boccia è urgente riaprire i cantieri e avviare una grande stagione di investimenti in infrastrutture, evitando di aumentare il deficit per la spesa corrente. E' poi necessario ridurre il carico fiscale sui lavoratori per stimolare la domanda interna e aumentare il potere di acquisto degli italiani, prevedere la detassazione e decontribuzione totale dei premi di risultato, eliminare il dumping contrattuale con una legge sulla rappresentanza per individuare con certezza il contratto collettivo da prendere a riferimento per la giusta retribuzione.
Tra le proposte di Confindustria anche un meccanismo automatico per recuperare le risorse non spese della Politica di Coesione, un maggiore contrasto all'evasione fiscale incentivando l'uso della moneta elettronica, una tassazione premiale per gli investimenti nell'economia circolare e in efficienza energetica e la conferma del credito di imposta per il Mezzogiorno come misura strutturale.
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Le intenzioni del Governo
Rassicurazioni di convergenza di intenti sono arrivate dal ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, che intervenendo all'Assemblea di Confindustria ha assicurato l'impegno del Governo per scongiurare un rallentamento della produzione industriale.
Di Maio ha condiviso l'importanza di non mettere in discussione l'appartenenza dell'Italia all'UE, sottolineando però i limiti dell'approccio europeo sui vincoli di bilancio, che ha proposto un'austerità fine a se stessa ipotecando le prospettive di crescita.
Da qui la volontà di essere presenti a Bruxelles su tutti i fronti di interesse, dalla definizione della prossima generazione di programmi finanziamento UE, primo tra tutti Horizon Europe, alla composizione del Collegio dei commissari, per cui Di Maio ha confermato di ambire a un settore che permetta di orientare la politica industriale comunitaria, come industria, mercato interno o commercio.
In ambito nazionale, intanto, il Governo è al lavoro su una serie di misure, ha ricordato il ministro. E' in corso una riflessione per rafforzare ulteriormente il piano Impresa 4.0, che continua a determinare una dinamica espansiva degli investimenti e che, secondo Di Maio, dovrebbe accompagnare le scelte imprenditoriali con continuità, passando da un approccio straordinario a un approccio strategico e strutturale.
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L'Esecutivo intende inoltre riformare la legge n. 181 del 1989 per le aree crisi, migliorare il funzionamento dei contratti di sviluppo e velocizzare il processo di costituzione delle ZES, le Zone economiche speciali.
Sul tema energia, invece, il Governo si è posto obiettivi ambiziosi in termini di decarbonizzazione. Ora, ha detto Di Maio, occorre un piano nazionale che preveda il contributo di tutti gli stakeholder del settore produttivo.
Tra le priorità del Governo anche il rafforzamento della vocazione delle imprese italiane all'internazionalizzazione. Da una parte, ha spiegato il ministro, occorre superare la concentrazione eccessiva sul mercato interno e aumentare la penetrazione in mercati con tassi di crescita ineguagliabili, come Cina e India; dall'altra, si punta a consolidare la capacità delle realtà già internazionalizzate e ad aumentare il numero delle aziende esportatrici, che oggi sono meno del 5% delle imprese attive.
Il valore dell'Italian sounding testimonia che esiste una forte domanda di made in Italy che non riusciamo a colmare, ha detto Di Maio. Per questo tra le misure del decreto Crescita c'è anche un nuovo credito di imposta a sostegno della partecipazione delle PMI alle fiere internazionali.
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