UE: squilibri macroeconomici eccessivi in Italia
I conti pubblici italiani e degli Stati membri dell’Unione europea passano sotto la lente di ingrandimento della Commissione UE. Al centro dei richiami di Bruxelles anche l’Italia per gli eccessivi squilibri economici registrati.
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Nonostante l’economia europea nel complesso sia in espansione e la prospettiva economica favorevole si accompagna a un miglioramento del mercato del lavoro e della situazione sociale, purtroppo il recupero non avvantaggia allo stesso modo tutti i membri della società e le debolezze strutturali frenano la crescita e la convergenza in alcuni Stati membri.
Nel mirino di Bruxelles l’Italia, insieme a Cipro e alla Grecia, quali esempi di sistemi con squilibri macroeconomici eccessivi. In questi paesi, infatti, il rapporto debito-Pil sale ancora, sebbene i piani del Governo siano diventati più compatibili con la riduzione del debito.
Per Cipro e Grecia i fattori di squilibrio sono rispettivamente il disavanzo delle partite correnti in aumento e la permanenza di vulnerabilità molto significative relative a debito pubblico, crediti deteriorati e settore esterno.
Le analisi approfondite sul 2020 hanno rilevato che altri nove Stati membri presentano squilibri macroeconomici che tuttavia la Commissione non definisce ancora "eccessivi": Germania, Irlanda, Spagna, Olanda, Francia, Croazia, Portogallo, Romania e Svezia. Uno Stato membro, la Bulgaria, esce quest'anno dalla lista per aver fatto progressi sufficienti in termini di risultati economici.
Questo, in sintesi, è il quadro emerso dal rapporto specifico pubblicato dalla Commissione UE relativamente pacchetto d'inverno del semestre europeo.
Italia: richiamo su pensioni, concorrenza e debito
L’Unione europea boccia il Belpaese in fatto di pensioni e concorrenza. "Nessun progresso sull'attuazione delle riforme delle pensioni passate, per ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia sulla spesa pubblica e creare spazio per altra spesa sociale e pro-crescita. Nessun progresso nemmeno sulla rimozione degli ostacoli alla concorrenza nel commercio al dettaglio e nei servizi”, ha spiegato la Commissione UE nel report.
L’Italia viene, invece, promossa per i suoi progressi sostanziali nella lotta contro l'evasione fiscale, specialmente riguardo all'omessa fatturazione, in particolare attraverso l'uso obbligatorio dei pagamenti elettronici e l'introduzione di soglie giuridicamente obbligatorie più basse per i pagamenti in contanti. Si osserva anche qualche passo avanti nell'assicurare che le politiche attive del lavoro e le politiche sociali siano efficacemente integrate e riguardino in particolare i giovani e i gruppi vulnerabili.
Per un futuro migliore, l'Italia dovrebbe indirizzare i suoi sforzi verso la riconversione 'verde' dell'area di Taranto e le zone carbonifere del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, i 364 milioni che, dal 2021, saranno messi a disposizione dal nuovo Fondo europeo per la transizione equa.
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Binomio conti pubblici e coronavirus
La Commissione UE, non ha semplicemente valutato i conti pubblici italiani, ma ha li ha posti in relazione con l’attuale emergenza Coronavirus e il suo possibile impatto economico globale.
Per il momento il timore di ripercussioni in tal senso sembra alto. "L'economia italiana, che ha avuto un brutto quarto trimestre del 2019, avrà i suoi andamenti molto condizionati dall'evoluzione della vicenda del Coronavirus", ha detto il commissario per gli affari economici Paolo Gentiloni, durante la presentazione dei Country Report della Commissione UE a Bruxelles.
Sempre a proposito del Coronavirus e delle tensioni tra Governo e alcune Regioni sulla gestione della stessa, Gentiloni ha ribadito l’importanza della collaborazione, quale fattore indispensabile per la risoluzione della criticità: “La Commissione europea sostiene e apprezza il lavoro delle istituzioni italiane e delle autorità sanitarie italiane. Di fronte all'impatto economico del Coronavirus sarà necessario coordinarsi tra i diversi Paesi Ue per adottare delle misure anti-cicliche, che favoriscano l'espansione ed evitino rischi di recessione".
In definitiva, emergono toni rassicuranti in merito alle sinergie con le autorità europee per il superamento dell’ostacolo: "Nel nostro attuale Patto di stabilità e crescita sono previste clausole di flessibilità per circostanze eccezionali, quindi la richiesta italiana di flessibilità sarà oggetto di discussione nei prossimi mesi".
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