Rinnovabili: FER 2 entro fine novembre
Atteso per febbraio e rimandato di mese in mese a causa dell’emergenza Covid, il decreto FER 2, che disciplinerà gli incentivi alle rinnovabili innovative, dovrebbe vedere la luce entro il mese di novembre. Attese nelle prossime settimane i pareri della Conferenza unificata e dell’ARERA, oltre a una consultazione pubblica.
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Il decreto FER 2 nasce con l’obiettivo di completare il quadro del precedente decreto rinnovabili, o DM FER1, definendo regole e incentivi per le cosiddette rinnovabili innovative, le tecnologie più costose dei tradizionali eolico e fotovoltaico, in cui dovrebbero rientrare biogas, solare termodinamico e geotermia.
Il decreto, malgrado gli annunci che si sono susseguiti nel corso dell’anno, non ha ancora visto la luce.
Patuanelli: decreto FER 2 entro novembre
Nel corso di un'audizione al Senato sul Recovery Plan, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha fatto sapere che il FER 2 verrà pubblicato entro fine novembre.
Nei giorno scorsi sul tema era intervenuta anche la sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessandra Todde rispondendo ad una doppia interrogazione in commissione Attività produttive alla Camera.
“Si conta già nelle prossime settimane, di procedere all’acquisizione dei pareri della Conferenza unificata e dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), nonché ad una consultazione pubblica. Successivamente, lo schema di decreto sarà notificato alla Commissione europea per la verifica di compatibilità con le regole sugli aiuti di Stato”, spiega.
Il ruolo della geotermia nel decreto FER 2
Al centro del decreto rinnovabili 2 dovrebbe esserci la geotermia a zero emissioni.
“Nel frattempo – spiega Todde – sono pervenute richieste specifiche degli operatori della geotermia che rimettono in discussione alcune soluzioni tecnologiche già definite nel 2019, proponendo altre soluzioni tecnologiche, sempre con l’obiettivo di migliorare l’impatto ambientale degli impianti esistenti, e sono in corso le dovute valutazioni”.
E aggiunge: “Un ulteriore aspetto che va considerato e che incide sulla reale possibilità di sviluppo di tale tecnologia è dato dalle procedure autorizzative, che sono particolarmente complesse e spesso caratterizzate da difficoltà di accettazione da parte dei territori, oltre che dai tempi lunghi di sviluppo dell’investimento”.
Le richieste delle associazioni del settore
A settembre, quando il decreto FER 2 sembrava prossimo alla pubblicazione, EBS (l’Associazione dei Produttori di Energia da Biomasse Solide) e UGI (l’Unione Geotermica Italiana) hanno scritto al ministro Patuanelli chiedendo l’inserimento nel decreto FER 2 dei settori di produzione di energia da geotermia e da biomasse, e il riconoscimento di una forma di sostegno alla generazione energetica, aggiuntiva ai ricavi di vendita dell’energia sul libero mercato.
Nel frattempo, c’è chi si concentra sul primo decreto rinnovabili. Italia Solare, l’associazione che rappresenta l'intera filiera dell'industria fotovoltaica nazionale, chiede al MISE di prorogare il primo decreto rinnovabili fino al 2025 incluso e di incrementare ad almeno 50 euro/MWh il premio per gli impianti fotovoltaici che vengono installati in sostituzione di coperture di amianto.
Un’ulteriore proposta di modifica, sollecitata dall’associazione, è l’inclusione in registri e aste degli impianti originatisi da potenziamento di impianti esistenti a condizioni specifiche e differenziate e di incentivare con modalità di favore gli impianti abbinati ad accumulo.
Parallelamente, si legge nella nota di Italia Solare, è necessario prevedere “un premio anche per gli accumuli, la cui diffusione merita un significativo supporto, in ragione dell’importanza strategica che riveste al fine di sviluppare quella programmabilità tanto necessaria al settore delle rinnovabili. Negli accumuli si raccomanda di includere sia gli accumulatori stazionari sia le tecnologie a idrogeno”.
Un’ulteriore proposta di modifica sollecitata dall’associazione è l’inclusione in registri e aste degli impianti originatisi da potenziamento di impianti esistenti a condizioni specifiche e differenziate e di incentivare con modalità di favore gli impianti abbinati ad accumulo.