Bruxelles punta sul reddito minimo per affrontare la crisi energetica
Mentre in Italia la vittoria del centrodestra alle elezioni del 25 settembre mette in discussione il futuro del reddito di cittadinanza, da Bruxelles arriva la raccomandazione agli Stati membri a prevedere regimi di reddito minimo moderni per contrastare la povertà in Europa, soprattutto in vista dell'aggravarsi delle spinte inflazionistiche previsto in autunno.
Nel decreto Aiuti una nuova stretta al Reddito di cittadinanza
L'invito della Commissione, in forma di proposta di raccomandazione del Consiglio, riguarda la modernizzazione dei regimi di reddito minimo vigenti nei paesi dell'Unione, che dovrebbero essere ripensati e potenziati per contribuire efficacemente alla lotta alla povertà e all'integrazione nel mercato del lavoro.
Strumenti finanziari, integrati da prestazioni e servizi, che secondo Bruxelles risultano particolarmente importanti in periodi di recessione economica “perché contribuiscono ad ammortizzare il calo del reddito delle famiglie per le persone più bisognose, contribuendo in tal modo a una crescita sostenibile e inclusiva” e potrebbero rivelarsi decisivi nei prossimi mesi, quando l'aumento dei prezzi, soprattutto dell'energia, rischia di diventare insostenibile per i gruppi più vulnerabili.
"In un momento in cui molte persone faticano a raggiungere fine mese, quest'autunno sarà importante che gli Stati membri modernizzino le proprie reti di sicurezza sociale con un approccio di inclusione attiva per aiutare le persone più bisognose. È così che possiamo combattere la povertà e l'esclusione sociale e aiutare un maggior numero di persone a trovare lavoro in questo periodo difficile”, ha commentato il vicepresidente esecutivo per Un'economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis.
“In un contesto di aumento del costo della vita e di incertezza dobbiamo garantire che le nostre reti di sicurezza siano all'altezza del compito. Dovremmo prestare particolare attenzione al reinserimento dei giovani nel mondo del lavoro anche attraverso il sostegno al reddito, in modo che non restino intrappolati in un circolo vizioso di esclusione”, ha aggiunto il commissario per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit.
Reddito minimo contro la povertà e per l'inclusione sociale e lavorativa
Nel 2021 in Europa più di una persona su cinque risultava a rischio di povertà e di esclusione sociale. I target UE al 2030 puntano a un taglio del numero delle persone a rischio povertà di almeno 15 milioni di unità e a garantire un lavoro almeno al 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni.
Si tratta di target che difficilmente potranno essere raggiunti con gli attuali regimi di reddito minimo esistenti in tutti gli Stati membri, giudicati inadeguati allo scopo dalla Commissione UE. Secondo i dati divulgati dall'Esecutivo comunitario, infatti, circa il 20% delle persone senza occupazione a rischio di povertà non ha diritto a ricevere alcun sostegno al reddito e si stima che tra il 30% e il 50% della popolazione ammissibile non ricorra al sostegno al reddito minimo.
L'idea da cui muove la proposta di raccomandazione presentata il 28 settembre dalla Commissione è invece quella di puntare sui regimi di reddito minimo, soprattutto in momenti di crisi come il contesto attuale, e farne dei “trampolini di lancio per migliorare l'inclusione e le prospettive occupazionali”. Non strumenti passivi, quindi, ma interventi che permettano di “trovare un equilibrio tra la riduzione della povertà, l'incentivazione del lavoro e il mantenimento di spese di bilancio sostenibili” e che contribuiscano anche “alla piena realizzazione del potenziale delle transizioni verde e digitale, sostenendo le transizioni nel mercato del lavoro e una partecipazione attiva delle persone svantaggiate”.
Per approfondire: Via libera del Parlamento UE all'accordo sulla direttiva salario minimo
Cosa propone la Commissione UE sul reddito minimo
La proposta di raccomandazione fornisce ai 27 una serie di orientamenti per aumentare l'efficacia dei regimi esistenti.
Anzitutto, occorre migliorare l'adeguatezza del sostegno al reddito, che significa:
- fissare il livello del sostegno al reddito mediante una metodologia trasparente e solida
- pur salvaguardando gli incentivi al lavoro, garantire che il sostegno al reddito risponda gradualmente una serie di criteri di adeguatezza
- riesaminare annualmente e, se necessario, adeguare il livello del sostegno al reddito.
In secondo luogo, occorre migliorare la copertura del reddito minimo e il ricorso allo stesso, attraverso:
- criteri di ammissibilità trasparenti e non discriminatori (Ad esempio, per promuovere la parità di genere e l'indipendenza economica, in particolare delle donne e dei giovani adulti, gli Stati membri dovrebbero fare in modo che il sostegno al reddito sia erogato per persona, anziché per nucleo familiare, senza necessariamente aumentare il livello complessivo delle prestazioni per famiglia. Sono inoltre necessarie ulteriori misure per garantire il ricorso al reddito minimo da parte delle famiglie monoparentali, formate in prevalenza da donne)
- procedure di presentazione della domanda accessibili, semplificate e corredate di informazioni di facile comprensione
- tempi di decisione sulla domanda di reddito minimo chiari, possibilmente entro 30 giorni dalla presentazione della domanda, con possibilità di riesame della decisione
- maggiore flessibilità per quanto riguarda l'ammissibilità, per rispondere alle crisi socioeconomiche.
Ulteriore ambito di intervento è quello dell'accesso a mercati del lavoro inclusivi, in particolare secondo la Commissione:
- le misure di attivazione dovrebbero fornire incentivi sufficienti a (ri)entrare nel mercato del lavoro, con particolare attenzione al sostegno ai giovani adulti
- i regimi di reddito minimo dovrebbero aiutare le persone a trovare un lavoro e a mantenerlo, ad esempio attraverso un'istruzione e una formazione inclusive nonché un sostegno (post-collocamento) e di tutoraggio
- dovrebbe essere possibile combinare il sostegno al reddito con il reddito da lavoro per periodi più brevi, ad esempio durante il periodo di prova o i tirocini.
- Anche l'accesso ai servizi abilitanti ed essenziali dovrebbe essere migliorato, cioè:
- i beneficiari dovrebbero avere un accesso effettivo a servizi abilitanti di qualità quali l'assistenza (sanitaria), la formazione e l'istruzione. Coloro che ne hanno bisogno dovrebbero disporre di servizi di inclusione sociale come la consulenza e il coaching
- i beneficiari dovrebbero avere un accesso continuo ed effettivo ai servizi essenziali, come l'energia.
Infine, per funzionare il reddito minimo deve essere associato a un sostegno personalizzato, il che significa che:
- gli Stati membri dovrebbero svolgere una valutazione individuale e multidimensionale delle esigenze per individuare gli ostacoli all'inclusione sociale e/o all'occupazione incontrati dai beneficiari e il sostegno necessario per affrontarli
- su tale base, entro tre mesi dall'accesso al reddito minimo i beneficiari dovrebbero ricevere un piano di inclusione che definisca obiettivi comuni, un calendario e un pacchetto di sostegno su misura per raggiungere tali obiettivi
- occorre aumentare l'efficacia della governance delle reti di sicurezza sociale a livello di UE, nazionale, regionale e locale nonché quella dei meccanismi di monitoraggio e comunicazione.
La proposta di raccomandazione dovrà essere discussa e adottata dagli Stati membri in sede di Consiglio, mentre alla Commissione spetterà monitorarne l'attuazione nel contesto del Semestre europeo.
In aggiunta alla raccomandazione, la Commissione ha presentato anche una comunicazione dal titolo "Valutare meglio l'impatto distributivo delle riforme degli Stati membri", che fornisce orientamenti per indirizzare meglio le politiche in modo trasparente, assicurandosi che non accentuino le disuguaglianze esistenti e tenendo conto dell'impatto sulle diverse aree geografiche e sui diversi gruppi di popolazione, come le donne, i minori e le famiglie a basso reddito.