Materie prime critiche: in GURI il decreto per le concessioni minerarie

Miniera - Foto di Łukasz Tekieli da PixabayE' stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto per le concessioni minerarie (DL 84-2024) che introduce disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico. Obiettivo: assicurare una catena di approvvigionamento delle materie prime critiche sicura e di rapida attuazione e promuoverne il riciclo, coerentemente con il Regolamento UE 2024/1252 e con il capitolo REPowerEU del PNRR, che prevede un investimento ad hoc per l’urban mining e le critical raw materials.

Cosa prevede il capitolo REPowerEU, la settima Mission del PNRR

Attraverso il DL 84-2024 l'Italia si adegua, dunque, alle disposizioni del Critical Raw Materials Act, il Regolamento (UE) 2024/1252, che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.

Il DL materie prime critiche interviene in diversi ambiti: governance, semplificazione della ricerca di materie prime critiche, aliquote di produzione in favore dello Stato, recupero di risorse da rifiuti estrattivi, individuazione e finanziamento di progetti strategici.

Per approfondire: Cosa prevede il Critical Raw Materials Act

Il DL sulle materie prime critiche: la Governance

Il primo ambito di intervento del decreto-legge n. 84 del 25 giugno 2024 riguarda la governance relativa alle materie prime strategiche, che si struttura attorno ad una serie di organismi: 

  • il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) dedicato alle domande di concessioni; 
  • un Comitato tecnico per le materie prime critiche e strategiche, istituito presso il MIMIT con compiti di monitoraggio; 
  • l’ISPRA - Servizio Geologico d'Italia, chiamata ad elaborare un Programma nazionale di esplorazione mineraria; 
  • e infine tre punti unici nazionali di contatto per il rilascio di autorizzazioni e di altri titoli propedeutici all’attivazione di progetti in materia.

Più nello specifico al CITE - integrato dal Ministro della difesa e dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare - spetta il compito di pronunciarsi sulla sussistenza di eventuali motivi ostativi alla realizzazione in Italia di un progetto di estrazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime strategiche presentato alla Commissione europea. Tale pronuncia dovrà avvenire entro 60 giorni dalla trasmissione del progetto da parte della Commissione. Una volta approvati, tali progetti sono dichiarati di pubblico interesse nazionale e le opere e gli interventi necessari alla loro realizzazione sono di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti. 

Al Comitato tecnico per le materie prime critiche e strategiche, istituito presso il MIMIT, sono affidati invece compiti di monitoraggio economico, tecnico e strategico delle catene di approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche e delle esigenze di approvvigionamento delle imprese, anche al fine di prevenire, segnalare e gestire eventuali crisi di approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche. Esso inoltre coordina e monitora il livello delle eventuali scorte disponibili per ciascuna materia prima strategica a livello aggregato e del relativo livello di sicurezza. Al Comitato spetta anche il compito di predisporre, ogni tre anni, un Piano nazionale delle materie prime critiche in cui sono indicate le azioni da intraprendere e le fonti di finanziamento disponibili, per assicurare l'approvvigionamento sicuro di tali materie.

Il DL 84-2024 istituisce anche tre Punti unici nazionali di contatto, presso i Ministeri competenti, per il rilascio delle autorizzazioni all’estrazione, al riciclaggio o alla trasformazione di materie prime critiche strategiche. In particolare, il primo Punto unico nazionale di contatto è istituito presso il Ministero dell’Ambiente (MASE) e si occupa del rilascio di ogni titolo abilitativo alla realizzazione di progetti strategici di estrazione di materie prime critiche strategiche. Il secondo Punto unico nazionale di contatto è istituito sempre presso il MASE ed è destinato a rilasciare l’autorizzazione alla realizzazione di progetti di riciclaggio di materie prime critiche strategiche. Infine come terzo Punto unico nazionale di contatto è identificata l’Unità di missione attrazione e sblocco investimenti (prevista dall’articolo 30 del DL 50/2022) chiamata ad occuparsi dei progetti strategici di trasformazione delle materie prime critiche strategiche.

A questi organismi si aggiunge poi l’ISPRA (Servizio geologico d’Italia) a cui spetta, tra le altre cose, l’elaborazione del Programma nazionale di esplorazione, che sarà sottoposto a riesame almeno ogni cinque anni. Tale Programma include: la mappatura dei minerali su scala idonea; campagne geochimiche, anche per stabilire la composizione chimica di terreni, sedimenti e rocce; indagini geognostiche, incluse le indagini geofisiche; l’elaborazione dei dati raccolti attraverso l’esplorazione generale, anche mediante lo sviluppo di mappe predittive. La Carta mineraria aggiornata, sulla base delle risultanze del Programma, sarà pubblicata sul sito internet di ISPRA entro il 24 maggio 2025.

Infine il decreto prevede anche la creazione del “Registro nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche”, con finalità di monitoraggio delle catene del valore strategiche, misurazione del fabbisogno nazionale e conduzione di prove di stress. Più nello specifico il Registro individuerà le imprese che operano in settori strategici e che utilizzano materie prime strategiche per: fabbricare batterie per lo stoccaggio di energia e la mobilità elettrica; componenti e apparecchiature relative alla produzione e all’utilizzo dell’idrogeno; componenti e apparecchiature per le reti elettriche; componenti e apparecchiature relative alla produzione di energia rinnovabile; aeromobili; motori di trazione; pompe di calore; componenti e apparecchiature connesse alla trasmissione e allo stoccaggio di dati, dispositivi elettronici mobili; componenti e apparecchiature connesse alla fabbricazione additiva; componenti e apparecchiature connesse alla robotica; droni; lanciatori di razzi, satelliti o semiconduttori.

DL 84/2024: la ricerca e il riciclo di materie prime critiche

Il DL 84/2024 si occupa evidentemente sia delle attività di ricerca ed esplorazione di nuovi giacimenti, sia del recupero di risorse minerarie dai rifiuti estrattivi.

Nel primo caso, l’articolo 7 del DL 84/2024 stabilisce che nei casi in cui la ricerca di materie prime critiche non ecceda il periodo di due anni e sia effettuata con una serie di modalità ben specificate (e cioè, la rielaborazione e l’analisi dei dati esistenti; la preparazione di carte geologiche di dettaglio anche a mezzo di rilevamenti satellitari; l’effettuazione di analisi geochimiche di superficie attraverso la raccolta di campioni rappresentativi dalle rocce affioranti; il prelievo di campioni in tunnel o cave preesistenti; l’analisi mineralogiche e petrografiche su campioni selezionati per la definizione delle associazioni mineralogiche e delle loro relazioni; le prospezioni geofisiche mediante tecniche non invasive di analisi; il campionamento dei sedimenti dei corsi d’acqua; i rilievi geofisici con droni), è esclusa la sussistenza di potenziali effetti significativi sull’ambiente e, pertanto, non è richiesta la procedura di verifica di assoggettabilità, né la valutazione di incidenza.

Sempre in relazione a giacimenti e miniere, il decreto stabilisce anche che, per le concessioni minerarie relative a progetti strategici, il titolare della concessione corrisponda annualmente il valore di un’aliquota del prodotto (pari ad una percentuale compresa tra il 5% e il 7%). Tali somme sono versate allo Stato, per essere poi riassegnate al Fondo nazionale del made in Italy al fine di sostenere investimenti nella filiera delle materie prime critiche strategiche. A ciò si aggiunge ovviamente il versamento dei canoni demaniali alle regioni. Tali disposizioni non si applicano, però, alle concessioni già rilasciate al momento della data di entrata in vigore del DL 84/2024, né ai rinnovi di dette concessioni ove previste dall’originario titolo.

Come già accanto, un ulteriore ambito di intervento è il riciclo dei rifiuti estrattivi, tramite un Piano di recupero di materie prime dai rifiuti di estrazione storici. Il decreto prevede che l'estrazione di sostanze minerali nelle strutture di deposito di rifiuti estrattivi, chiuse o abbandonate, per le quali non è più vigente il titolo minerario, possa essere concessa solo a seguito dell'elaborazione, da parte dell'aspirante concessionario, di uno specifico "Piano di recupero" che dimostri la sostenibilità economica ed ambientale dell'intero ciclo di vita. In caso di siti contaminati già oggetto di procedimento di bonifica, il Piano deve essere valutato in coerenza con il progetto di bonifica, mentre in relazione alle strutture di deposito censite come potenzialmente contaminate, il Piano deve indicare gli interventi necessari a contenere l'eventuale diffusione di sostanze inquinanti.

Il DL 84-2024 e il Fondo nazionale per il Made in Italy

Last but not least, il decreto 84-2024 modifica anche alcune parti del Fondo nazionale del made in Italy. In breve, il decreto il DL ne modifica il raggio d'azione, introducendo anche estrazione e trasformazione delle materie prime critiche e valorizzazione delle infrastrutture ad esse strumentali. 

Inoltre, in base al decreto, le risorse del Fondo potranno essere progressivamente incrementate anche con risorse provenienti da pubbliche amministrazioni ed essere impiegate anche per investimenti in strumenti di rischio emessi da società di capitali aventi sede legale in Italia e non operanti nel settore bancario, finanziario o assicurativo sia in asset immobiliari, anche pubblici, strumentali all'operatività delle imprese delle filiere strategiche e in strumenti di rischio emessi da società di capitali collegati a tali asset.

Le materie prime critiche nel capitolo REPowerEU

L’attenzione crescente verso le critical raw materials aveva già spinto il Governo ad inserire nel capitolo REPowerEU del PNRR, diventato la settima Mission del Piano, anche un investimento ad hoc per l’approvvigionamento sostenibile, circolare e sicuro delle materie prime critiche. Investimento da 50 milioni di euro che non fa capo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, e che si articola in 4 principali filoni di intervento:

  • Progettazione ecocompatibile;
  • Progetti di ricerca e sviluppo incentrati sulla progettazione ecocompatibile e sul miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclaggio dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, comprese le pale delle turbine eoliche e i pannelli fotovoltaici;
  • Estrazione mineraria urbana o urban mining;
  • Creazione o attrezzatura di un polo tecnologico per l'estrazione mineraria urbana e la progettazione ecocompatibile.

Per approfondire: Materie prime critiche nel PNRR, cosa prevede il REPowerEU

Consulta il DL 84/2024, GURI n. 147 del 25.06.2024

Foto di Łukasz Tekieli da Pixabay

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.