Decreto-legge 225-2010: possibile ricorso alla fiducia per il milleproroghe
Il milleproroghe approderà nell’Aula del Senato il prossimo 10 febbraio e, sul percorso parlamentare della legge di conversione del dl, non è escluso il ricorso alla fiducia. Nel frattempo le Commissioni riunite, Affari costituzionali e Bilancio, sono impegnate a discuterlo fino al 9 febbraio. Tra i temi caldi c'è l'editoria: in gioco ci sono circa quattromila posti di lavoro e ben 92 testate cooperative, no-profit e di partito, molte delle quali rischiano la chiusura immediata.
La Federazione dei giornalisti italiani (Fnsi) ha ricordato in questi giorni l'importanza degli "emendamenti con i quali si ripristina la piena consistenza del fondo per i contributi all’editoria e quelli con i quali si chiede di ripristinare le tariffe agevolate per il no profit", esortando la Commissione ad "approvare la reintegrazione del Fondo per l’editoria alla consistenza che era stata votata con la legge di stabilità, correggendo l’inaccettabile scippo che è stato fatto nel decreto milleproroghe".
I giornalisti propongono quindi "che si sani definitivamente il problema delle tariffe agevolate per l’editoria non profit, che non può patire altri insopportabili dilazioni (la disponibilità dei 30 milioni necessari era stata assicurata dalministro Tremonti prima dell’estate) e incertezze interpretative, mettendo il Dipartimento per l’Editoria in condizione di intervenire prontamente”.
Una posizione sostenuta anche dal senatore del PD, Vincenzo Vita, firmatario di una serie di emendamenti al decreto. "Ripristinare i rimborsi all'emittenza locale per i costi di abbonamento alle agenzie rappresenterebbe la sutura di una ferita ingenerosamente aperta dal governo. L'emendamento sui rimborsi - spiega Vita - vale 10 milioni di euro: è una cifra bassissima in confronto ad altre, per cui speriamo che almeno questa nostra proposta abbia una buona sorte".
Passando a tutt'altro tema, dopo la bocciatura dei giorni scorsi degli emendamenti al milleproroghe proposti dai senatori della maggioranza che chiedevano la riapertura del condono edilizio, il senatore casertano Carlo Sarro (Pdl) ha riproposto gli stessi emendamenti riformulati in chiave di aiuto alle famiglie.
Il j'accuse proviene dai senatori del Pd, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: "Evidentemente si vuole sfidare oltre che il buonsenso anche la vergogna, perchè cercare di spacciare come un aiuto alle famiglie una forma così evidente di sostegno all'illegalità significa prendere in giro il Parlamento, l'opinione pubblica e la grande maggioranza dei cittadini campani onesti".
Chiamato in causa, Sarro ha replicato che ancora una volta si parla impropriamente di nuovo condono, di speculazione e di illegalità. Secondo il senatore del Pdl, 150 sindaci campani, anche di centrosinistra, hanno rivolto un appello al Senato perchè consideri attentamente le misure proposte.
Si torna poi a parlare del trasferimento di ulteriori uffici della Consob dalla capitale. Con il decreto Milleproroghe sono stati presentati alcuni emendamenti dei senatori Pdl Giuseppe Esposito e Cosimo Latronico che confermerebbero la volontà di una parte della maggioranza di spostare la sede della Commissione nazionale per le società e la borsa a Milano, dove peraltro già si trovano gli uffici secondari.
Critico il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti: "Inequivocabilmente possiamo affermare che questo è l'ennesimo colpo che si vuole assestare a Roma, ai cittadini e alle istituzioni che da sempre operano sul territorio. Mi appello perciò a tutte le forze politiche e a tutti i parlamentari del Lazio di fare fronte comune affinchè questi emendamenti non vengano approvati''.
L'altro leit motiv del milleproroghe concerne le parafarmacie. L'Agcm dice no a modifiche legislative che blocchino l'apertura delle parafarmacie. L'Antitrust ha inviato una segnalazione al Governo e al Parlamento, alla luce dell'emendamento n. 1.206 al milleproroghe. Secondo l'Autorità, se venisse votata la modifica proposta, non sarebbe più possibile aprire nuovi punti vendita ma, dietro autorizzazione dell'amministrazione competente, sarebbe consentito solo il trasferimento di quelli già esistenti in un'altra area dello stesso comune o di un comune differente, che ne sia priva.
Nella segnalazione, si ribadisce inoltre che il contingentamento del numero di esercizi farmaceutici sul territorio nazionale si traduce nella protezione di reddito delle farmacie già presenti il cui numero, in una larga parte dei comuni italiani, è peraltro inadeguato a soddisfare le esigenze dei cittadini.
Per l'Antitrust, se passasse l'emendamento presentato, si ridurrebbero le possibilità di scelta dei consumatori, con probabili effetti negativi sul livello dei prezzi e sulla qualità del servizio offerto, attenuando significativamente gli effetti concorrenziali che il libero sviluppo di questo nuovo canale distributivo sta esercitando.
Al contrario, il processo di liberalizzazione della distribuzione dei farmaci deve proseguire, non solo attraverso un ampliamento del numero degli esercizi, ma anche consentendo la vendita al di fuori della farmacia, e sempre alla presenza del farmacista, dei medicinali di fascia C, acquistabili solo con la ricetta medica.
Secondo l'Antitrust infatti l'apertura di oltre tremila parafarmacie in meno di quattro anni e il conseguente ampliamento delle possibilità di scelta del consumatore, nonché l'apertura di circa 500 punti vendita nella media e grande distribuzione, dove i prezzi sono in media più bassi del 25%, sono risultati sicuramente importanti sotto il profilo concorrenziale.
DECRETO-LEGGE 29 dicembre 2010, n. 225