Banda larga: l’Agcom detta le regole per Internet veloce
Via libera a Internet super veloce. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha sbloccato la banda larghissima in Italia, che permetterebbe di accelerare la navigazione Web, portandola fino a 100 Megabit. L’Agcom ha chiesto a Telecom Italia di presentare entro due mesi un’offerta che permetta anche agli altri operatori del settore di sfruttare la rete in fibra ottica che sta costruendo, rispettando alcune regole.
Sono tre i vincoli imposti dall’Autorità: end to end, virtual unbundling (Vula) e bitstream.
Innanzitutto, l’accesso end to end, che consentirà agli operatori di acquistare da Telecom la parte di rete necessaria per arrivare all’utente. Vula e bitstream rappresentano invece connessioni virtuali fra Telecom e gli altri operatori.
Impossibile realizzare l’unbundling fisico, ovvero la possibilità per gli operatori alternativi di noleggiare linee in rame da Telecom per realizzare un collegamento fisico ai cavi. Operazione impossibile, anche se fortemente voluta dai concorrenti della dominante Telecom: la rete in fibra ottica costruita dal colosso italiano delle telecomunicazioni, infatti, non consentirebbe un’operazione di questo tipo.
La decisione dell’Agcom costituisce un importante passo in avanti per lo sviluppo della banda larghissima, settore in cui l’Italia è ancora in posizione arretrata.
"Con questa delibera l'Italia si colloca nel gruppo ristretto dei paesi che hanno già completato il quadro regolamentare funzionale allo sviluppo delle reti di nuova generazione", ha dichiarato il presidente Agcom Corrado Calabrò. Il provvedimeno dell’Autorità garante delle telecomunicazioni rappresenta un apertura alla liberalizzazione delle rete, che permetterà agli "operatori alternativi di avere a disposizione la più ampia gamma di servizi all'ingrosso per le reti in fibra, e saranno quindi in grado di offrire alla clientela quei servizi innovativi che la banda ultralarga rende possibili".
Rimangono comunque dubbi fra gli operatori. “E’ evidente che l'eventuale definizione di condizioni economiche non sostenibili comprometterebbe definitivamente la possibilità di sviluppo delle infrastrutture e della competizione da parte degli operatori alternativi", ha commentato Vodafone.