Fondi strutturali: Italia più trasparente di Germania e Gran Bretagna
Il nostro paese in soli sei mesi ha scalato la classifica europea che misura la trasparenza nell’utilizzo dei fondi strutturali. Mentre l’anno scorso eravamo agli ultimi posti, oggi, grazie al portale Opencoesione lanciato dal ministro Fabrizio Barca nei primi mesi 2012, ha raggiunto i paesi più all’avanguardia. La buona notizia è che per una volta abbiamo superato paesi come la Germania e la Gran Bretagna, spesso più virtuosi del nostro. Lo rivela un’anteprima di un'indagine del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica, che ha analizzato i siti web delle regioni europee a partire dagli indirizzi resi disponibili dalla Commissione europea. E' disponibile anche una mappa interattiva che include i link da cui scaricare i dati.
Più trasparenza grazie al portale del governo Opencoesione
In Italia, in passato, ogni regione si limitava a pubblicare i dati relativi all'uso delle risorse europee sul proprio sito istituzionale. Ne ha conseguito un quadro a macchia di leopardo, in cui coesistevano casi di eccellenza – come, ad esempio, il Por Calabria – e casi in cui le amministrazioni si limitavano a pubblicare un set minimo di informazioni previste dai regolamenti comunitari. Prima del varo del portale Opencoesione, il formato Pdf - di difficile rielaborazione - risultava il più utilizzato, essendo presente nell’87 per cento dei Programmi Operativi (PO) italiani (ma anche nel 64 per cento dei PO dell’EU27). Con il varo del portale unico Opencoesione, che rilascia i dati in formato aperto, tutti i dati che dalle regioni confluiscono nel sistema nazionale di monitoraggio sono disponibili e riutilizzabili da tutti – cittadini, imprese, giornalisti - a fini di ricerche, indagini e approfondimenti, elaborare grafici.
Italia, Estonia e Polonia tra i paesi più innovativi
La Commissione europea ha fissato regole comuni per il monitoraggio dei dati sui fondi strutturali nell’ambito dei regolamenti comunitari per il periodo 2007/2013. Tuttavia il dettaglio delle informazioni richieste dall'Europa è molto basso e ciascun paese si trova a potere decidere il grado di trasparenza che vuole implementare. E’ possibile, quindi, misurare la qualità dell’informazione, che si riferisce alle caratteristiche dei database nei quali sono contenute le informazioni e ai formati dei file scaricabili. Per il momento, ci sono ancora paesi membri che pubblicano il proprio flusso di dati in un formato statico e non riutilizzabile come il Pdf: tra questi la Germania, la Gran Bretagna e la Spagna.
Poi c’è chi, come la Danimarca e la Svezia, mette a disposizione degli utenti delle utili visualizzazioni interattive, che però non lasciano la possibilità di scaricare tutti i dati in un unico passaggio, rendendone più difficile il riutilizzo. Migliori le prestazioni della Francia, che si avvale degli open data in un formato “machine readable”, ma che ha scelto il formato xls di Excel, di proprietà di Microsoft.
Recentemente l’Italia è andata un po' oltre, optando per il formato CSV e abbracciando così la filosofia dell’open source, come hanno fatto l'Estonia e, recentemente, la Polonia. Come noi, questi paesi hanno deciso di utilizzare un sistema informativo centralizzato e di puntare sugli open data. In conclusione, per il dettaglio delle informazioni scaricabili e per la qualità delle visualizzazioni, oggi rappresentiamo senza dubbio una best practice a livello europeo.
Links
Opencoesione
L'indagine del Dipartimento per lo Sviluppo economico
La mappa interattiva per l'utilizzo degli open data nei fondi strutturali