Convention Abi: manca credito in Italia, puntare sui fondi comunitari
Il credito diventa una risorsa scarsa. E, per non affondare, bisogna cercare nuovi strumenti di finanziamento. Con un occhio puntato soprattutto sui fondi comunitari. E’ la sintesi della terza giornata della Convention Abi, conclusasi a palazzo Altieri a Roma, dedicata proprio alla questione del credito alle imprese. Che fotografa un passaggio difficilissimo nel rapporto tra il mondo degli istituti di credito e quello dei diversi settori produttivi.
Edoardo Ginevra, partner della società di consulting Oliver Wyman, fissa i paletti del contesto nel quale ci si muove: “Sono cambiate le coordinate. La liquidità in questa crisi è diventata improvvisamente una risorsa scarsa. Tanto che si sono verificati fenomeni paradossali: per le imprese è diventato più conveniente andare sul mercato dei bond, piuttosto che in banca per chiedere credito”. La raccolta di denaro da parte degli istituti diventa difficile e la concessione di prestiti viene fatta con il contagocce.
In questo quadro si ragiona più sugli strumenti straordinari che sulla situazione ordinaria. Francesca Brunori dell’area Fisco e finanza di Confindustria spiega: “Gli strumenti che sono stati attivati finora hanno funzionato bene, ma chiediamo formalmente di allungarli. Mi riferisco in particolare alla richiesta di proroga della moratoria dei crediti, almeno fino a giugno del 2013, e alla necessità di un rafforzamento del fondo di garanzia”.
Entrambi questi strumenti hanno funzionato bene, dal momento della loro partenza. Sul fronte della moratoria sono stati congelati 52mila rapporti, mentre il fondo di garanzia solo nei primi dieci mesi del 2012 ha coperto oltre sette miliardi di euro, grazie anche al suo potenziamento, previsto dal decreto Salva Italia. “Sul fondo, però, - dice Brunori – servono più sforzi. Bisogna rendere attuative le norme del Salva Italia che permettono di usarlo per coprire le prime perdite delle banche. E bisogna lavorare meglio sui criteri di accesso alle sue prerogative”.
Anche Giovanni Malitesta, responsabile Credito agevolato di Cassa depositi e prestiti, conferma il grande interesse che, in questa fase, le imprese rivolgono agli strumenti di finanza agevolata e garanzia. “I nostri plafond per le Pmi dal momento in cui sono stati messi sul mercato sono andati tutti quanti esauriti. E anche il nuovo plafond, attivo da poche settimane, ha già 'contrattualizzato' due miliardi ed erogato materialmente un miliardo di euro”.
Tanto che un altro rappresentante delle imprese chiede che questa strumentazione venga messa 'a regime'. Sono parole di Bruno Panieri, direttore politiche economiche di Confartigianato: “Questi elementi sono stati creati per esigenze contingenti ma mi auguro che possano diventare stabili. Un esempio di questo arriva proprio dal fondo di garanzia”.
Sul fronte del credito, però, se manca in Italia la prospettiva di una ripresa rapida, occorre cominciare a guardare immediatamente all’estero. “Penso alla nostra iniziativa Banche 2020 – racconta Gianfranco Torriero, direttore responsabile Strategie e mercati dell’Abi -, che è un modo per sfruttare in maniera piena i fondi dell’Europa in Italia. Con la nostra situazione è necessario che ci sia un utilizzo di questi fondi più forte possibile”.