La Commissione Ue lancia strategia per l'occupazione giovanile
Circa 5,5 milioni di giovani europei senza lavoro, disoccupazione giovanile oltre il 25% in 13 paesi europei, al 30% in Italia e al 50% in Grecia e Spagna. Una situazione inaccettabile, per il commissario all’Occupazione László Andor che ieri ha lanciato un pacchetto di misure per invertire la rotta, puntando sulla collaborazione tra stati, imprese e servizi per l'impiego e sui fondi strutturali.
Se i dati sulla disoccupazione giovanile e sui cosiddetti Neet (not in employment, education or training) - 7,5 milioni di ragazzi europei tra i 15 e i 24 anni che non studiano e non lavorano - sono allarmanti, a preoccupare la Commissione europea è anche il costo dell'esclusione sociale dei giovani, che in Italia, ad esempio, rappresenta già il 2% del Pil.
La risposta della Commissione europea risiede in un pacchetto di misure e in particolare nell'iniziativa che è stata chiamata 'Garanzia per la gioventù', cioè azioni dirette ad assicurare che tutti i giovani di età fino a 25 anni ricevano un’offerta di lavoro, di studio, di apprendistato o di tirocinio di qualità elevata entro 4 mesi dal termine degli studi o dall’inizio di un periodo di disoccupazione.
Un obiettivo cui dovrebbero lavorare congiuntamente stati membri, datori di lavoro e servizi di collocamento, anche utilizzando il Fondo sociale europeo e altri fondi strutturali. Un po' il percorso che era stato avviato con l'invio, negli otto paesi con i più elevati tassi di disoccupazione giovanile – tra cui l'Italia -, degli Action team, i tecnici di Bruxelles incaricati di riprogrammare i fondi strutturali per finanziare interventi a sostegno dei giovani e delle Pmi.
Ma l'Esecutivo Ue ha individuato anche altre linee di intervento, a partire a una consultazione delle parti sociali europee per definire un quadro di qualità per i tirocini, così da assicurare ai giovani che svolgono queste esperienze in Europa percorsi di effettiva acquisizione di competenze e in condizioni di sicurezza. Tra le proposte, anche il lancio di un’alleanza europea per migliorare i sistemi di apprendistato, diffondendo i casi europei di successo in tutti gli Stati membri.