Terremoto Abi: Mussari si dimette dalla carica di presidente
Senza troppe sorprese, il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, si è dimesso dalla carica di presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, che ricopriva da tre anni. Fino a quando non verrà eletto un nuovo vertice, le funzioni verranno assolte temporaneamente dal vice presidente vicario, Camillo Venesio, ad e direttore generale della Banca del Piemonte.
"Ritengo di dover rassegnare le dimissioni con effetto immediato e in maniera irrevocabile - scrive Mussari nella lettera indirizzata proprio a Venesio. "Assumo questa decisione convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento, ma nello stesso tempo, deciso a non recare alcun nocumento all'Associazione".
Pur non essendoci esplicita menzione nella lettera, le dimissioni sono legate all'inchiesta della magistratura in corso su Mussari, per anni al vertice di Monte dei Paschi di Siena, la banca attualmente presieduta da Alessandro Profumo. Mussari non ricopriva più nessun incarico all'interno del gruppo. Al centro delle polemiche l'operazione su un derivato, "Alexandria" in cui Mussari sarebbe coinvolto, assieme alla holding giapponese Nomura.
Secondo lo statuto dell'Associazione bancaria, il presidente dura in carica due anni e alla scadenza del mandato è immediatamente rieleggibile per una volta. E' ancora presto per ipotizzare chi sarà il successore.
Qualche ora prima delle dimissioni, l'ufficio stampa di Monte Paschi pubblicava questa nota: "L'operazione denominata Alexandria rientra nel perimetro delle analisi in corso in relazione ad alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e ad oggi presenti nel portafoglio della Banca, e oggetto del precedente comunicato stampa del 17 gennaio scorso".
Come comunicato, le analisi intraprese da questa Banca tempestivamente e con il massimo grado di attenzione e diligenza, sono in fase di completamento e si prevede che possano essere sottoposte all'esame del Consiglio di amministrazione della Banca entro la prima metà del mese di febbraio.
In tale seduta il Consiglio di amministrazione potrà, previa valutazione dei relativi impatti, adottare ogni misura necessaria per assicurare, anche retrospettivamente, la corretta rappresentazione contabile delle operazioni in oggetto. Una volta conclusi tali processi valutativi la Banca fornirà un'indicazione puntuale dei possibili impatti patrimoniali ed economici delle analisi attualmente in corso di finalizzazione in relazione alle operazioni in oggetto.
Resta tuttavia fermo che, come già comunicato il 28 novembre 2012, la Banca ha richiesto un incremento per 500 milioni di euro dei 'Nuovi Strumenti Finanziari' (i cosiddetti 'Monti Bond'), al fine di assicurare la copertura, dal punto di vista prudenziale, degli impatti patrimoniali di eventuali rettifiche di bilancio, nonché degli eventuali costi di chiusura delle operazioni in oggetto, qualora la Banca ritenga conveniente tale chiusura nell'esclusivo interesse suo e dei suoi azionisti".