Ue: nasce un osservatorio sulla bioeconomia
Un valore complessivo di 2.000 miliardi di euro e 22 milioni di posti di lavoro. Sono le cifre legate alla bioeconomia in Europa. Un settore in crescita e cui la Commissione europea ha già iniziato a dedicare grande attenzione, con il lancio – un anno fa - di una strategia dedicata e l'idea di avviare un nuovo partenariato pubblico-privato sulle bioindustrie per accelerare lo sviluppo del settore, che dovrebbe prendere il via a giugno. Ora la commissaria per la Ricerca Máire Geoghegan-Quinn rilancia annunciando l'istituzione di un osservatorio per monitorare i progressi e valutare l'impatto dello sviluppo della bioeconomia dell'Ue.
L'osservatorio, di durata triennale e che prenderà avvio nel marzo 2013, raccoglierà dati al fine di seguire l'evoluzione dei mercati e monitorare le politiche europee, nazionali e regionali in materia di bioeconomia, le capacità nel campo della ricerca e dell'innovazione e l'entità degli investimenti pubblici e privati in questo settore. A coordinarlo, il Centro comune di ricerca della Commissione europea.
I primi risultati delle analisi che saranno condotte all'interno dell'Osservatorio sulla bioeconomia saranno resi pubblici attraverso un portale web dedicato a partire dal 2014. Il che permetterà da un lato di garantire maggiore trasparenza, dall'altro di sostenere le strategie regionali e nazionali che gli stati membri stanno elaborando nell'ambito della bioeconomia.
"Da ormai un anno è stata avviata la strategia relativa alla bioeconomia. Stiamo cominciando ad osservare che gli Stati membri colgono le opportunità offerte dalla transizione ad un'economia post-petrolifera, che si fonda sull'uso intelligente delle risorse provenienti dalla terra e dal mare. Questo è molto importante perché porterà benefici all'ambiente, alla sicurezza energetica e alimentare e alla futura competitività dell'Europa. L'osservatorio contribuirà a mantenere vivo questo slancio'', ha commentato la Quinn.
La strategia cui la commissaria fa riferimento, che risale a febbraio 2012, intende creare sinergie e complementarità con altri settori politici, strumenti e fonti di finanziamento che condividono gli stessi obiettivi, quali i fondi di coesione, le politiche comuni della pesca e dell’agricoltura - PCP e PAC -, la politica marittima integrata e le politiche ambientale, industriale, occupazionale, energetica e sanitaria.