Ue: dal Parlamento europeo il primo sì alla supervisione bancaria europea
Il Parlamento europeo dà il primo appoggio alle proposte legislative che istituiscono un sistema unico di vigilanza bancaria europea. I due testi approvati in plenaria permetteranno alla Banca centrale europea (Bce) di supervisionare le più grandi banche della zona euro e avere voce in capitolo sul controllo di altre banche, purché si metta in atto una maggiore responsabilizzazione democratica dell'autorità di vigilanza.
Queste le aree principali del dossier presentato dagli eurodeputati Marianne Thyssen (Ppe) e Sven Giegold (Alde), i due relatori per il Parlamento europeo sul tema:
- maggior responsabilizzazione democratica dell'autorità di vigilanza, anche attraverso l'approvazione del Parlamento alla nomina di presidente e vicepresidente del Consiglio di vigilanza bancaria, e al loro potenziale di licenziamento;
- un ruolo più forte per i Parlamenti nazionali, inclusa la possibilità di organizzare audizioni con membri del Consiglio di vigilanza bancaria, e possibilità di richiedere risposte scritte alla Bce supervisore;
- un miglior accesso ai documenti, sia per l'autorità di vigilanza nei confronti delle banche, sia per il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali nei confronti dell'autorità di vigilanza;
- condizioni migliori per la partecipazione dei paesi non appartenenti all'area euro, riducendo così il rischio di frattura del mercato unico;
- rigorosa divisione del personale della Banca centrale europea tra politica monetaria e ruoli di vigilanza;
- consolidamento dei poteri dell'Autorità bancaria europea (Eba), rispetto la Bce, e della sua capacità di effettuare stress test e ottenere informazioni da banche e autorità di vigilanza nazionali. L'Eba avrà anche il compito di sviluppare la convergenza delle pratiche tra le autorità di vigilanza nazionali, sostenendo allo stesso tempo la diversità del settore bancario dell'Ue.
Il voto in plenaria non rappresenta ancora un sì definitivo. Il Parlamento europeo, infatti, darà il suo ok finale alle nuove regole solo più tardi, per dare tempo ai Parlamenti nazionali e all'istituto di Francoforte di esprimersi sul tema e di preparare un accordo interistituzionale con le disposizioni dettagliate su responsabilità democratica e trasparenza.