Formazione – i Fondi interprofessionali e le politiche attive per il lavoro
Il dlgs 150-2015 ha rivisto la normativa sulle politiche attive per il lavoro, chiamando in causa anche i fondi interprofessionali per la formazione continua.
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Il nuovo quadro normativo per le politiche attive previsto dal Jobs Act è stato al centro del convegno 'La formazione continua nella cooperazione. Le politiche di Fon.Coop: valori, risultati, prospettive', che ha messo a confronto rappresentanti dei fondi interprofessionali, dei sindacati e delle Regioni, il presidente dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
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Cresce partecipazione PMI a formazione continua
In questi anni, ha spiegato il presidente di Fon.Coop Andrea Fora aprendo i lavori, la percentuale di imprese e lavoratori che utilizzano la formazione è cresciuta, permettendo all'Italia di guadagnare posizioni nella graduatoria europea e di invertire la logica che faceva orientare la formazione sull'offerta anziché sulla domanda.
La capacità di programmare il sistema formativo sulle esigenze delle aziende ha caratterizzato l'azione dei fondi, insieme alla sussidiarietà, cioè l'attivazione di politiche redistributive, non limitandosi solo a intermediare risorse da ridestinare alle aziende che le avevano versate.
Questo approccio è andato a vantaggio delle piccole e medie imprese che versano meno e che in questi anni hanno potuto ricostruire politiche formative in grado di aumentare la competitività, ha proseguito Fora.
Negli ultimi anni, però, le risorse dei fondi interprofessionali sono state utilizzate dal Governo anche per politiche passive, ad esempio per il finanziamento della cassa integrazione in deroga, ha ricordato il presidente di Fon.Coop, sottolineando che certezza delle risorse e normativa sono essenziali perché i fondi continuino a produrre valore e possano assolvere le nuove funzioni previste dal decreto 150.
Un nuovo ruolo per i fondi interprofessionali
Il decreto legislativo n. 150-2015 sul riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, in attuazione del Jobs Act (legge n. 183-2014), ha infatti previsto una Rete dei servizi per le politiche del lavoro, costituita dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) e da:
- strutture regionali per le Politiche Attive del Lavoro;
- INPS, in relazione alle competenze in materia di incentivi e strumenti a sostegno del reddito;
- INAIL, in relazione alle competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro;
- Agenzie per il lavoro e altri soggetti autorizzati all'attività di intermediazione
- fondi interprofessionali per la formazione continua;
- fondi bilaterali;
- Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL) e Italia Lavoro S.p.A.;
- sistema delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, università e istituti di scuola secondaria di secondo grado.
In questo contesto, ha concluso Fora, sarebbe interessante ragionare su un ruolo dei fondi interprofessionali più cogente rispetto alle politiche attive, soprattutto per i giovani, anche non occupati, per l'alternanza scuola-lavoro, e in generale per i segmenti fragili del mercato del lavoro.
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Ipotesi razionalizzazione per i fondi interprofessionali
Nel nuovo quadro normativo la vigilanza sui fondi interprofessionali si sposta sull'Anpal, che - ha spiegato il presidente Maurizio Del Conte - eserciterà un maggiore controllo sulle modalità di accesso e sui soggetti ammissibili.
Del Conte ha parlato della necessità di razionalizzare i fondi interprofessionali, attraverso un'opera di accorpamento o di concentrazione da realizzare in tempi brevi. Allo stesso tempo, ha detto, bisogna lavorare sulla missione dei fondi per la formazione continua intendendoli come strumento per uscire dalla fragilità del lavoro, per aumentare l'occupabilità e per ridurre la durata dei periodi di disoccupazione. Formazione per l'occupazione, quindi, anche a favore di chi non ha un impiego o di chi è coinvolto in crisi e ristrutturazioni aziendali e ha bisogno di percorsi di accompagnamento al lavoro.
La formazione continua è una condizione indispensabile per fronteggiare tutti quegli elementi di innovazione che stanno introducendo cambiamenti nell'organizzazione del lavoro, ha detto invece il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, chiudendo il convegno. I fondi interprofessionali sono stati riconosciuti quali partner nella Rete nazionale per i servizi delle politiche attive, quindi potranno occuparsi anche dei temi della disoccupazione, dei giovani, delle nuove professionalità, ha proseguito.
In questo contesto, ha concluso Poletti, il Ministero è disponibile a supportare le attività dei fondi, riconoscendo in essi "un valido strumento per affrontare l'inevitabile evolversi del mondo del lavoro".