Cambiamenti climatici – consultazione su piano di adattamento
Il Ministero dell’Ambiente lancia una consultazione sulla prima versione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
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Dopo aver lanciato una prima consultazione a febbraio per elaborare il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il Ministero dell’Ambiente chiama ora cittadini e istituzioni, mondo della ricerca, associazioni e in generale tutti i portatori d’interesse a confrontarsi sul testo del Piano, in vista dell’elaborazione della versione finale del documento.
Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC)
Elaborato dal lavoro del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, il Piano costituisce il quadro aggiornato delle tendenze climatiche in atto a livello nazionale e sugli scenari climatici futuri, individuando possibili azioni di adattamento e relativi strumenti di monitoraggio e valutazione dell’efficacia.
Il PNACC si propone di offrire uno strumento di supporto alle istituzioni nazionali, regionali e locali per l’individuazione e la scelta delle azioni più efficaci nelle diverse aree climatiche in relazione alle criticità che le connotano maggiormente e per l’integrazione di criteri di adattamento nelle procedure e negli strumenti già esistenti.
Obiettivo generale che si declina in quattro obiettivi specifici: contenere la vulnerabilità dei sistemi naturali, sociali ed economici agli impatti dei cambiamenti climatici, incrementare la capacità di adattamento degli stessi, migliorare lo sfruttamento delle eventuali opportunità e favorire il coordinamento delle azioni a diversi livelli.
Per rispondere a tali obiettivi, il Piano propone 350 azioni che possono essere più efficaci in materia di adattamento e dà indicazioni sulle tempistiche di attuazione e sugli enti e gli organismi di riferimento per la loro implementazione, fornendo ai decisori elementi scientificamente rigorosi, utili per le relative scelte.
Delle 350 azioni individuate 13 sono trasversali e comuni a tutti i settori analizzati, ed hanno valenza nazionale:
- Implementazione di un dataset giornaliero grigliato per le variabili atmosferiche osservate;
- Definizione e popolamento di set di indicatori di impatto dei cambiamenti climatici afferenti a tutti i sistemi ambientali ed ai settori socio-economici previsti dal PNACC;
- Definizione e popolamento di set di indicatori di vulnerabilità ai cambiamenti climatici afferenti a tutti i sistemi ambientali ed ai settori socio-economici previsti dal PNACC;
- Progetti e programmi a supporto della ricerca sul rischio climatico e la vulnerabilità per tutti i settori individuati dal PNACC;
- Progetti e programmi per l'individuazione di soluzioni di adattamento per tutti i settori individuati dal PNACC;
- Affinamento dei sistemi di supporto alle decisioni nella gestione delle risorse e nella gestione delle emergenze;
- Armonizzare le politiche e gli strumenti di adattamento a livello locale;
- Aggiornare i criteri ed i contenuti per le VIA e le VAS (Includere le variabili indice connesse con i cambiamenti climatici);
- Sviluppo e aggiornamento di piani per la gestione delle emergenze;
- Programmazione di strumenti economici di gestione del rischio climatico (assicurazioni, fondi mutualistici, etc.);
- Integrare l’adattamento nella pianificazione territoriale e settoriale;
- Iniziative formative per amministratori locali e per tecnici e professionisti nei vari settori individuati dal PNACC;
- Campagne di sensibilizzazione sui rischi legati al cambiamento climatico nelle scuole e per i portatori di interesse nei vari settori identificati dal PNACC.
Il testo analizza gli impatti e le vulnerabilità territoriali, evidenziando aree e settori maggiormente a rischio. Attraverso un set di indicatori, definisce le macro-regioni climatiche e le cosiddette “aree climatiche omogenee”: le prime vivono e hanno vissuto condizioni climatiche simili, le seconde sono caratterizzate da uguale condizione climatica attuale e da una stessa proiezione climatica di anomalia futura.
“Il Piano di adattamento è uno strumento strategico irrinunciabile per un Paese come l’Italia che vive ogni giorno gli effetti dei mutamenti climatici”, spiega il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. “Adattare per tempo il nostro territorio non significa solo scongiurare costi umani e naturali molto pesanti, ma anche renderlo più resiliente e competitivo sotto il profilo economico. Per questo il nostro è un Piano che si integra coerentemente con le altre strategie in campo: dalla SEN alla Strategia per lo Sviluppo Sostenibile, da quella sull’economia circolare al Piano clima-energia. Tutte insieme – conclude il ministro - indicheranno un vero e proprio orizzonte eco-industriale per il Paese”.
C’è tempo fino al 15 ottobre 2017 per partecipare.
> Consultazione sul Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici
Photo credit: Eric Wüstenhagen