Acciaio - UE multa Brasile, Iran, Russia e Ucraina per dumping
Bruxelles conferma che il dumping esercitato dai Paesi terzi ha di fatto danneggiato l'industria siderurgica UE.
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La Cina non è l'unico Paese terzo nei cui confronti Bruxelles applica le sue "multe" in caso di comportamenti commerciali sleali. Questa volta nel mirino della Commissione europea sono finite anche Brasile, Iran, Russia e Ucraina.
E' proprio per punire il dumping esercitato da questi Paesi che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea del 6 ottobre 2017 il Regolamento (UE) 2017/1795.
Il provvedimento, in particolare, istituisce un dazio antidumping definitivo sulle importazioni di specifici prodotti dell’acciaio provenienti da Brasile, Iran, Russia e Ucraina e, contestualmente, chiude l'inchiesta riguardante le importazioni di analoghi prodotti siderurgici originari della Serbia.
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La denuncia e le indagini
A seguito di una denuncia presentata il 23 maggio 2016 dalla European Steel Association (Eurofer) per conto dei produttori europei, il 7 luglio 2016 la Commissione europea ha aperto un'inchiesta antidumping riguardante le importazioni nell'Unione di alcuni prodotti piatti laminati a caldo, di ferro, di acciai non legati e di altri acciai legati originari del Brasile, dell'Iran, della Russia, della Serbia e dell’Ucraina.
L'indagine relativa al dumping e al conseguente pregiudizio per l’industria UE ha riguardato il periodo compreso tra il 1° 1uglio 2015 e il 30 giugno 2016, mentre l’analisi delle tendenze utili per valutare l’effettivo pregiudizio ha riguardato il periodo compreso tra il 1° gennaio 2013 e la fine del periodo dell’inchiesta.
Oggetto dell’indagine sono stati, in particolare, i prodotti piatti di acciaio laminati a caldo mediante un processo di lavorazione in cui il metallo fuso viene fatto passare attraverso uno o più coppie di rulli caldi per ridurre e uniformare lo spessore. Tali prodotti hanno due principali impieghi nell’industria UE:
- costituiscono la materia primaria per la produzione di vari prodotti di acciaio a valle di valore aggiunto,
- sono usati come fattore produttivo industriale acquistato dagli utilizzatori finali per una serie di impieghi, anche nel settore delle costruzioni navali, nei contenitori per gas, negli autoveicoli, nei recipienti a pressione e nelle condotte per il trasporto di energia.
La Commissione ha preso in considerazione tutte le osservazioni presentate oralmente e per iscritto dalle parti interessate e ha poi confrontato il valore normale e il prezzo all'esportazione dei produttori esportatori a livello franco fabbrica dei prodotti oggetto dell’indagine.
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La decisione della Commissione
Dopo analisi e confronti del caso, la Commissione europea è infine giunta alle sue conclusioni.
Nel caso della Serbia, Bruxelles ha rilevato che le importazioni dei prodotti oggetto dell’indagine sono state minime e non equiparabili alle importazioni provenienti dagli altri quattro Paesi coinvolti. La Commissione ha, dunque, concluso che “non sono necessarie misure di protezione per quanto riguarda le importazioni di prodotti piatti di acciaio laminati a caldo originari della Serbia”.
Per le altre quattro economie, invece, la Commissione ha ritenuto che fossero “soddisfatte le condizioni per condurre una valutazione cumulativa degli effetti delle importazioni". Considerati, dunque, cumulativamente il volume e i prezzi delle importazioni da Brasile, Iran, Russia e Ucraina, l'Esecutivo UE ha concluso che "l’entità degli elevati margini di dumping effettivi" ha avuto “un'incidenza non indifferente sull'industria dell’Unione”.
Verificato, poi, il nesso di causalità tra il dumping esercitato dai 4 Paesi, da un lato, e “la contrazione dei volumi delle vendite e la depressione dei prezzi dell'industria dell’Unione”, dall’altro, la Commissione è giunta alla conclusione che le importazioni oggetto di dumping hanno causato “un pregiudizio notevole all'industria dell’Unione”.
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Confermato infine il criterio del cosiddetto “interesse dell’Unione” (teso a valutare se l’istituzione di "misure appropriate" per contrastare il dumping degli altri Paesi sia, per l’appunto, nell’interesse dell’Unione), la Commissione ha istituito un dazio antidumping definitivo sulle "importazioni di prodotti laminati piatti di ferro, di acciai non legati o di altri acciai legati, anche arrotolati (compresi i prodotti tagliati su misura e in nastri stretti), semplicemente laminati a caldo, non placcati né rivestiti originari del Brasile, dell'Iran, della Russia e dell’Ucraina". Contestualmente, Bruxelles ha chiuso il procedimento contro la Serbia.
I dazi vanno da un minimo di 17,6 euro a un massimo di 96,5 euro per tonnellata. Salgono, dunque, a 48 i provvedimenti UE tra quelli anti-sussidi e anti-dumping a tutela dell'acciaio europeo attualmente in vigore. Di questi, va ricordato, la maggior parte continua a riguardare la Cina.
> Regolamento di esecuzione (UE) 2017/1795 del 5 ottobre 2017