Dumping - in vigore nuove norme UE contro pratiche sleali Cina
In vigore la nuova legislazione UE che rivede i metodi di calcolo e imposizione dei dazi antidumping nei confronti di Paesi terzi.
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E' stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'UE il nuovo quadro normativo che cambierà, assicura la Commissione, il modo in cui "l'Unione contrasta le importazioni oggetto di dumping o di sovvenzioni" provenienti da Paesi in cui si riscontrano "significative distorsioni del mercato" a causa dell'intervento dello Stato nelle dinamiche nei settori dell'industria e del commercio, Cina in primis.
Con la pubblicazione sulla GUE, la nuova legislazione entra dunque in vigore, a circa un anno dalla iniziale proposta della Commissione. Il regolamento introduce un nuovo metodo di calcolo del dumping al fine di garantire che l'Europa disponga di strumenti di difesa commerciale capaci di "fronteggiare le realtà attuali nel contesto degli scambi internazionali".
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Iter di revisione ed elementi chiave del Regolamento
Con la scadenza, a fine 2016, di alcune disposizioni transitorie previste dal protocollo di adesione della Cina all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), la Commissione si è trovata costretta a proporre una revisione del Regolamento base antidumping dell'UE. A decadere è stata, infatti, la parte del protocollo che, fino ad allora, aveva permesso alle Economie di mercato mondiali di difendersi efficacemente dalle pratiche commerciali sleali di Pechino.
Per poter continuare a difendere la propria economia e la propria industria nel rispetto dei nuovi obblighi internazionali, Bruxelles ha dunque avanzato l'ipotesi di una nuova normativa Country-neutral, incardinata sulla sola distinzione tra Paesi membri OMC e Paesi non membri OMC.
La nuova legislazione manda di fatto in pensione il vecchio sistema basato sulla distinzione tra Economie di mercato e Economie non di mercato e lo sostituisce con un "sistema neutrale", ritenuto in grado di garantire la tutela per l'industria e l'occupazione dell'Unione nel nuovo quadro normativo del commercio globale.
Nel dettaglio, i principali punti del regolamento:
- nel rispetto delle norme internazionali in materia di lavoro e ambiente, il dumping sociale e ambientale sarà preso in considerazione nel valutare le misure da imporre a un determinato Paese,
- non vi sarà alcun onere di prova supplementare rispetto all'attuale procedura per le imprese UE nei procedimenti giudiziari legati al dumping,
- la Commissione avrà l'obbligo di pubblicazione di relazioni dettagliate che descriveranno la situazione specifica dei singoli Paesi esportatori, concentrandosi sulle "distorsioni significative" dei prezzi e dei costi, indicando chiaramente anche il significato di tali distorsioni,
- le piccole e medie imprese riceveranno assistenza per la gestione di eventuali reclami,
- tutte le parti interessate, in particolare i sindacati, avranno la possibilità di contribuire alle misure di difesa commerciale.
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Prima relazione: il punto sulla Cina
Contestualmente al regolamento, Bruxelles ha pubblicato una prima relazione per Paese, in cui illustra concretamente alcuni aspetti dell'economia cinese, con particolare focus sulla macroeconomia del Paese, sui principali fattori di produzione utilizzati in tutti i processi di fabbricazione e su determinati settori dell'economia, compresi quelli dell'acciaio e della ceramica.
Altre relazioni, assicura Bruxelles, saranno elaborate sulla base degli stessi criteri, ovvero l'importanza relativa del Paese nelle attività antidumping dell'UE e la presenza di segnali che suggeriscano l'esistenza di distorsioni correlate ad interventi statali nell'economia. La prossima relazione per Paese riguarderà la Russia.
Photo credit: Martin Abegglen